Invidio il vento

Raimond Carver


Stamattina alle 7 e mezzo c’erano zero gradi, una nebbia sollevata da terra e un cielo di lamiera.Il vetro l'ho sbrinato grattando con la custodia di un cd dei REM. Il cd sarà su da una ventina di giorni, sempre quello. I cd in macchina li tengo sempre su fino a che ne sono saturo e ne conosco ogni nota.  .E' sabato.Al lavoro qua ho tutta la raccolta di poesie di Raimond Carver. Lo prendo su quando vado a fumare una sigaretta in terrazza, lo apro, ne leggo una due, a volte a voce alta se esce con me una collega.Ho avuto la sensazione di una delle sue poesie prima. Di quel climax diciamo. Allora, vado in bagno e apro la finestra, di quelle che si aprono a compasso, che si solleva l'anta di sotto. Sotto s'era rifugiata una mosca. Non si muove, rimane paralizzata. Fuori è freddo ma adesso c'è il sole. Una lama di sole radente, passando attraverso uno spazio ristretto si posa sulla mosca. Non si muove e si gode quel sole probabilmente. Poi faccio quel che devo fare fumando e leggendo una poesia di Carver e poi mi alzo. La mosca è ancora là, non ha mosso neanche una zampetta. La guardo, sto fermo. E' gia poesia. Non sono il tipo che, parlando di me, potrebbero dire "E' uno che non farebbe male ad una mosca". Io, se posso le uccido Sono uno specialista spietato. Mi piace disegnarle sui muri bianchi. Puoi trovartene due disegnate sulle scale, oppure una nel tuo bagno dovessi passarci. Mi piace disegnare insetti sui muri, zanzare, forbicine, robe cosi. Ho una matita, gli faccio anche l'ombra, molto dettagliate e verosimili. Belzebù era una specie di dio adorato in qualche isola dell'egeo, mi pare, ancora prima, ben prima di cristo. belzebù significa "Il signore delle mosche" Non ho niente a che fare con occultismo o satanismo, che tu non possa pensarlo o io dar quest'idea. Un dettaglio curioso diciamo e da verificare. Insomma Carver e la poesia. Allora son la in bagno e guardo la mosca. Tiro l'acqua e si vede che o il rumore o un mio movimento o solo perchè aveva deciso di volar via. La vedo sfrecciare e gettarsi nell'aria attraversata dal sole. Ecco, in quell'istante la poesia ha raggiunto il suo apice. Una mosca che non arriverà viva a stanotte. Carver ha un sigillo, un climax che lo identifica, un poeta di perdenti, di rarefazione, di istanti sugellati, di affetti, tenerezze come pure di dolore e tormento. A me pareva, ad averne fatto un video clip, l'immagine poetizzata di un'istante, di una scelta, l'impulso di un'istinto, la paura. Una mosca, leggevo in una ricerca vive molto meno se sviluppa aree cerebrali atte alla sua evoluzione. Il cervello consuma energia e la vita si riduce. Una mosca vive normalmente neanche due mesi e, se incontrano me molto meno. Quella mosca stamattina però mi ha incantato. Ci sono cose insignificanti che, cosi colte danno una densità ai giorni. La mosca mi ha ricondotto a Carter e a quanto siano minimaliste le cose per cui val la pena di vivere. Pena si, pena.