Invidio il vento

"Sulle tristezze e sui ragionamenti"


Ieri sera, andando al Long Island mi sono fermato al bar dei cinesi al di là delle sbarre della ferrovia a prendermi le sigarette. E' una precisa categoria dell'umanità quella che vedo là ogni volta. Quelli che sostano in quello spazio nella terra di confine dove appena oltre sono confinati i diseredati. Vado al banco, ci son due che parlano. Uno dei due si gira e mi riconosce. Mi sorride allegro, mi saluta, mi dice come va? ti ricordi di me? E' un milanista, lavora da Tognana che fanno piatti e tazzine, ha un berretto nero di lana calcato in testa, è uno che va via in motorino. Vuole offrirmi da bere, io dico di no, lui insiste, dice che è il suo compleanno, allora si, prendo un caffe, non era vero che compiva gli anni, il suo fiato sà di grappa, parla con me della curva dove vanno gli ultras del milan a S Siro, poi si gira e riprende a parlare con l'altro di pallone. Io aspetto un po per educazione. Parla sempre lui e dice all'amico "Scusa, lasciami finire il discorso". L'amico cerca di parlare con me ma non lo lascia. Ogni tanto, con pollice e indice si tira via la goccia dal naso. Io che devo andare via mi viene in mente vedrai se non vuole darmi la mano per salutarmi poi. Difatti dopo cinque minuti lo saluto e dico che vado e lui mi porge la mano. Puttanassaeva di una eva, lo sapevo! C'è quell'istante che nella mia testa pare tutto in un rallenty e mi vedo dargli la mano, quella stessa che prima si tirava sempre via la goccia dal naso con le dita. Ecco, un nervoso e un disgusto. Poi al Long Island me le sono lavate però..Che cazzo ti da la mano la gente che io odio sta roba, che magari mi penso che son appena stati in bagno e si son tenuti su il bicio con la mano e poi l'hanno scrollato. Ieri sera mi succedevano tutte cose così. Ho bevuto la mia Tennent's doppio malto con un certo disgusto. Poi ho letto unb pò di "Sulle tristezze e sui ragionamenti" di Ugo Cornia e mi sono straviato-