Invidio il vento

Si sentiva come una vedova volgare


Si sentiva come una vedova volgareche si è appena ossigenata i capelli sotto il veloe alla veglia del marito fà un censimentodegli uomini disponibili. Andava in giro a godersi la città.La chiesa, un uomo, un cane. E' infantile, lo sà.Manca di maturità. Se dovesse dirlo pubblicamente,alla sua età, questo suo amore la consegnerebbeal regno dei creduloni, delle mogli che hanno accettatodi essere inoffensive, pur di essere protette.La guardai, da dall'altra parte della strada. Eccolà la,la vecchia bellezza, la vecchia hippie, i capelli ancora lunghi,provocatoriamente grigi. Eccola che va a spasso, in jeans,larghi indumenti vintage e quei stivalotti etnici. Ha  ancoraqualcosa di sensuale, un certo fascino bohemien, la strega buonaEppure stamattina è una visione quasi tragica; una cheresiste alla forza di gravità, Un mammuth femminacon già un ginocchio nel catrame, che si riposa.Corpulenta e fiera, quasi incurante, finge di contemplarela tenera erbetta che ancora si sà procurare nella scarpata.Però sta cominciando a capire che resterà la, intrappolataIntrappolata e sola dopo il calar della sera,quando escono fuori gli sciacalli. Dovrà arrendersi.Dev'essere stata spettacolare venticinque anni fà.Gli uomini erano felici di morire tra le sue braccia.Ero contento di ricostruire una storia da una faccia.Il semaforo per i pedoni divenne verde. Attraversammo.I nostri guardi si incrociarono per un istante, un lieve sorriso.Dall'altra parte della strada mi girai a guardarlasi girò anche lei, brevemente. Chissà dove è andata a finire?(Una cover tratta da "Le ore" di M. Cunningham)