Invidio il vento

Il pittore e il pesce


Il pittore e il pescedi Raymond Carvertraduzione di Riccardo DurantiTutto il giorno aveva lavorato come un treno.Dipingeva per dipingere, sul serio, le pennellateuna dietro l’altra come una macchina. Poi fece uno squilloa casa. E questo fu quanto. Fine della storia,aveva detto lei. Lui tremava come una foglia. E ricominciòa fumare. Si sdraiò un po’ ma poi si rialzò,subito. Come faceva a dormire se la sua compagna lo sbeffeggiavadicendo che il tempo stava per finire? Andò in macchinafino in città. Ma non per bere.No, fece due passi. Passò accanto a una segheriachiamata «La segheria». Odore di legnameappena tagliato, luci dappertutto, uomini che guidavanofurgoncini ed elevatori, che si davano un gran da fare.Legname ammucchiato fino al soffitto del magazzino,lo stridere e lo sferragliare del macchinario. Abbastanzafacile da ricordare, pensò lui. Continuòa camminare, ora pioveva, una pioggia leggera che vuolefare il possibile per non dare troppo fastidioa nessuno e chiede in cambio soloche non la si dimentichi. Il pittoresi tirò su il bavero e disse tra sé e séche non se ne sarebbe dimenticato. Arrivò davanti a un edificio illuminatodove, in una stanza, c’erano degli uomini che giocavanoa carte attorno a un grande tavolo. Un tiziocon il berretto stava alla finestra e guardavafuori tra la pioggia mentre fumavala pipa. Anche quella era un’immagine che nonvoleva dimenticare, ma poial pensiero seguente si strinsenelle spalle. A che serviva? Continuò a camminare finché arrivò al pontilecon i suoi piloni mezzi marci. La pioggia cadevapiù forte ora. Sibilava quando colpival’acqua. I lampi andavano e venivano.I lampi scoccavano nel cielocome ricordi, come rivelazioni. Proprioquando era sul punto di disperare,un pesce saltò fuori dall’acquascura sotto il pontile e ricadde in acquae poi venne su di nuovo come una saettaper ergersi sulla coda e scrollarsi tutto!Il pittore poteva a stento credereai suoi occhi, alle sue orecchie! Aveva appenaavuto un segno – anche se la fede non c’entravaniente. La bocca gli si spalancòdi colpo. Quando raggiunse casaaveva smesso di fumare e raccolseIi pennello. Era pronto a ricominciare,ma non sapeva se una solatela sarebbe bastata per contenere tutto. Nonimporta. Avrebbe continuatosu un’altra tela, se necessario.O tutto o niente. Lampi, acqua,pesce, sigarette, carte, macchinari,il cuore umano, quel vecchio porto.Anche le labbra della donna controil ricevitore, anche quelle.Le sue labbra arricciate.Tratto da: Orientarsi con le stelle. Tutte le poesie, trad. Riccardo Duranti, minimum fax 2006.