Il Saint Thomas è un pub irlandese fuori porta San Tommaso. Ci sono dei tipi che ce l’anno in mano. Dei duri, giovani e forti, dall’arcata sopraccigliare da boxeur e un ghigno che sosta all’angolo della bocca, digrignano i denti. Ci vado ogni tanto. Un tavolinetto tondo, alto, roba da sgabello, davanti al banco, spostato verso l’angolo, come in un ring. E’ là che mi siedo. Il pub è scuro ma questi tavolinetti alti con sgabello son piazzati sotto una lampada a muro che illumina bene e non devo star la a tirare gli occhi per leggere. Ci sono un sacco di tipette che ronzano in questo spazio attorno al banco e frignano garrule. Di là c’è una sala con i tavoli ma mica ci vanno e allora penso che puntano i tipi che stanno la a fare i duri e sboccano birre a nastro E’ il mio osservatorio. Le garrule stridono come rondini giocando a freccette e fanno tutte le mossette da sceme per farsi notare dai duri che dietro il banco spinano birre ma non le cagano tanto. Ogni volta che vado al Saint Thomas vedo sempre questi qua che ci lavorano che hanno un sacco di queste tipette per amori fuggevoli e codici a barre con amori a scadenza ed io mi vien da provare invidia ma in genere resisto. La tipa che là dentro mi piace di più è una bambina di sei sette anni. Una rossa dai capelli ricci e un'espressione sfrontata. E' là con sua madre e sono le undici passate di sera. La madre staziona al banco, sullo sgabello, forse è assieme ad uno dei duri e con lui ha fatto una bambina ma la bambina rossa non l'ho mai sentita chiamare papà e allora penso che la mamma giovane con l'orecchino sulla narice e una perlina dorata sul sopracciglio gli sia andata male la storia col papà della bambina e adesso stia cercando uno di quegli archetipi che rimpiazzi nel suo cuore vuoto lasciato, anche se l'archetipo non è disposto ad accollarsi la bambina rossa. A me piace la bambina rossa che la mamma non caga neanche piu di tanto e allora lei gioca per conto suo in quello spazio vuoto davanti al banco. Quelle tre che giocavano a freccette rimpinzandosi di risolini e squittii e lanciando occhiate oltre il banco per capire se uno dei duri gli avrebbe tirato una botta, son andate via. La mamma della bambina rossa pare annoiata senza riscatto ne barlumi di gloria e la bambina che gioca la vedi che s'infila nel suo mondo magico e segreto e allora, mentre sento le prime note di Heroes di David Bowie, proprio su quelle prime note la bambina compie il gesto e l'invenzione.David Bowie - Heroes
La foresta dei pugnali volanti
Il Saint Thomas è un pub irlandese fuori porta San Tommaso. Ci sono dei tipi che ce l’anno in mano. Dei duri, giovani e forti, dall’arcata sopraccigliare da boxeur e un ghigno che sosta all’angolo della bocca, digrignano i denti. Ci vado ogni tanto. Un tavolinetto tondo, alto, roba da sgabello, davanti al banco, spostato verso l’angolo, come in un ring. E’ là che mi siedo. Il pub è scuro ma questi tavolinetti alti con sgabello son piazzati sotto una lampada a muro che illumina bene e non devo star la a tirare gli occhi per leggere. Ci sono un sacco di tipette che ronzano in questo spazio attorno al banco e frignano garrule. Di là c’è una sala con i tavoli ma mica ci vanno e allora penso che puntano i tipi che stanno la a fare i duri e sboccano birre a nastro E’ il mio osservatorio. Le garrule stridono come rondini giocando a freccette e fanno tutte le mossette da sceme per farsi notare dai duri che dietro il banco spinano birre ma non le cagano tanto. Ogni volta che vado al Saint Thomas vedo sempre questi qua che ci lavorano che hanno un sacco di queste tipette per amori fuggevoli e codici a barre con amori a scadenza ed io mi vien da provare invidia ma in genere resisto. La tipa che là dentro mi piace di più è una bambina di sei sette anni. Una rossa dai capelli ricci e un'espressione sfrontata. E' là con sua madre e sono le undici passate di sera. La madre staziona al banco, sullo sgabello, forse è assieme ad uno dei duri e con lui ha fatto una bambina ma la bambina rossa non l'ho mai sentita chiamare papà e allora penso che la mamma giovane con l'orecchino sulla narice e una perlina dorata sul sopracciglio gli sia andata male la storia col papà della bambina e adesso stia cercando uno di quegli archetipi che rimpiazzi nel suo cuore vuoto lasciato, anche se l'archetipo non è disposto ad accollarsi la bambina rossa. A me piace la bambina rossa che la mamma non caga neanche piu di tanto e allora lei gioca per conto suo in quello spazio vuoto davanti al banco. Quelle tre che giocavano a freccette rimpinzandosi di risolini e squittii e lanciando occhiate oltre il banco per capire se uno dei duri gli avrebbe tirato una botta, son andate via. La mamma della bambina rossa pare annoiata senza riscatto ne barlumi di gloria e la bambina che gioca la vedi che s'infila nel suo mondo magico e segreto e allora, mentre sento le prime note di Heroes di David Bowie, proprio su quelle prime note la bambina compie il gesto e l'invenzione.David Bowie - Heroes