Invidio il vento

Una febbre leggera


"Dal volt tat sint sparguièdet fiurèss t'un fos"( A volte ti senti sparso  e fiorisci in un fosso)Annalisa TeodoraniSotà la guàzaEd Ponte vecchio"O' vest che t'avivi ti occ una fèvra lizira "( Ho vvsto che avevi negli occhi  una febbre leggera)Giuliana RocchiSarà stata primavera inoltrata che mi son fermato a Sant' Arcangelo di Romagna. Ero con Claudio Pozzobon. Sua madre aveva un bottega che era la piu forte della provincia per via dei bottoni. Una volta c'erano questi posti che vendevano bottoni, stringhe, intimo, passamaneria, robe cosi. Sua madre ne aveva una e voleva fermarsi a vedere il Museo del bottone che c'è là. Aveva le sue nostalgie. E' per mia madre, mi aveva detto. Mi ha detto sarebbe stato un sogno suo vedere il museo del bottone e cosi ci siamo andati. Ah, ho detto, ben. Questo è anche il paese di Tonino Guerra. Avevo letto le sue poesie da un libretto che chissà dove l'avevo rubato. Un personaggio Felliniano. Vitaliano Trevisan, che è uno scrittore che ammiro so che ce l'ha sù e disprezza la poesia scritta in dialetto. L'avevo letto quà, in un suo libro, "Tristissimi giardini" http://www.attimpuri.it/?p=857  Io no! A me piace il suono dialettale nel suo combinar parole.  Tonino Guerra, che era di quà è stato un grande sceneggiatore di film che ho tanto amato http://it.wikipedia.org/wiki/Tonino_Guerra.  Dice di lui che è diventato poeta perche In paese gli chiedevano sempre di recitare qualcosa in dialetto e cosi lui si è messo poi a scrivere tutta una serie di libri di poesia.  E mica c'è solo lui, Sant'Arcangelo è terra di poeti. A loro là vien facile. Si vede che gli vien quando ancora sono bambini. E li vedi li fermi sulle piazze, ai tavoli dei bar, anche fermi lungo le strade che guardano, guardano e c'è il trasognamento meditabondo nel loro sguardo. Dopo i bottoni siamo andati un pò in giro e cosi si parlava anche con la gente là in osteria e cosi li vedevi che erano orgogliosi di parlare di questa cosa che hanno loro là a Sant'Arcangelo. Sarà che ero influenzato da questo, sarà che Claudio Pozzobon era tutto preso da questa privata commemorazione, sarà che insomma io quel posto là mi è rimasto. Nell'introduzione dice questo di molto bello: "..Un mondo apparentemente immobile di zie, attaccapanni e mezzi pensieri, nell'immobilità sparsa c'è una possobilità di fioritura, una violenza di vita interiore. " Ecco, a stare là sentivo questo, quel mistero, "..da dove viene questa febbre, quel fuoco interiore nel borgo basso, in questo sputo di mondo in mezzo agli astri.." Io non sò cosa volevo ben dire ma avevo questa roba forte adesso che mi era venuto in mente. Chissà se stessi là forse anche le mie poesie avrebbero una fèvra lizira .  Sarà che adesso scriverei solo introduzioni di libri? Sarà?