Invidio il vento

Giorgio Manganelli


"Mia nonna povera donna (qui sopra in una rara foto assieme a lui) voleva essere ricompensata del fatto che aveva avuto un figlio sbagliato, per cui doveva essere almeno un genio, ma mio padre era un cane a scuola fino alle superiori, nel vero senso della parola, è riuscito a farsi bocciare in prima elementarre, credo non ci sia mai riuscito nessuno, un suo compagno delle elementari che ho trovato se lo ricorda: l'unica cosa che faceva bene erano i compiti di italiano - mi ha detto questo Franco - lui faceva gia i temi, mentre noi facevamo solo pensierini -mi ha detto-  ma per il resto era un cane, non ha mai imparato la matematica in vita sua, contava sulle dita anche da adulto, secondo me non perchè ha avuto una professoressa spaventosa alle medie come dice lui, ma perchè era prorpio un rifiuto e mentre tutta la famiglia era matematica, lui stava dalla parte di sua madre, che scriveva poesie, che io ho, anche molto belle, era una letterata, ha studiato da maestra, che nel 1905 non erano tante che andavano a scuola, suo padre (mio bisnonno Isaia, nome molto sospetto, l'altro bisnonno si chaimava Zebedeo, piu sospetto ancora, lasciamo perdere, si c'è un'origine ebraica), allora mia bisnonno Isaia avevndo questa figlia intelligentissima rimasta orfana a 12 anni e poichè a Roccabianca non c'è nessun tipo di scuola se non le elementari, la manda in un collegio a Parma nello stesso momento in cui si risposa e ha un altro figlio, mi zio Mario; cosi lei (mia nonna Amelia) si sente buttata fuori, abbandonata, disperata, infelice eccetera, e diventerà una persona acidissima, infelicissima, con l'unico spopo nella vita di rendere infelici anche gli altri."da "Album fotografico di Giorgio Manganelli" - Racconto biografico di Lietta Manganelli- pag. 18