Invidio il vento

Cortazar _ La bava del diavolo _


Edith Piaf - Non, Je ne regrette rien Ad un certo punto dice:" Fra i molti modi di combattere il nulla, uno dei migliori è quello di scattare fotografie, attività che dovrebbe essere insegnata precocemente ai fanciulli, perchè richiede disciplina, educazione estetica."Lo dice Cortazar, nel racconto "La bava del diavolo", racconto che ispirò a Michelangelo Antonioni, il film "Blow up". Lo facevano l'altra notte in tv e che stessi leggendo questo racconto è una coincidenza che mi inclina al sortilegio e alla premonizione.Qualcuno esce con una Contax un mattino di un 7 novembre a Parigi e si dirige verso il quai de Bourbon all'estremità dell'isola, dove un'intima piazzetta si spalanca tutta al fiume e al cielo. Nota una coppietta e vede per la prima volta un ragazzino. Simile ad un bambino con la propria madre ma, al tempo stesso si tratta di una coppia e scrive:"Siccome non avevo niente da fare e tempo in abbondanza per domandarmi perchè mai quel ragazzetto sembrava cosi nervoso, cosi simile ad un puledro o a un leprotto(..) e sopratutto mi domandavo perchè aveva paura. Si indovinava in lui, in ogni gesto una paura soffocata dalla vergogna, un impulso a buttarsi indietro come se il suo corpo fosse teso ad una fuga precipiitosa, trattenendosi solo per un estremo e penoso decoro. Lei era una donna bionda"(..)"Credo di saper guardare, se qualcosa sono capace di fare, e che ogni guardare trasuda falsità, perchè è cio che ci getta piu al di fuori di noi stessi, senza la piu piccola garanzia" (..)"Era sottile e snella, due parole ingiuste per dire quel che era. Tutto il vento della mattina le era passato tra i capelli e il suo viso bianco e ossuto-due parole ingiuste- lasciava il mondo in piedi e orribilmente solo davanti ai suoi occhi neri..."(..)"Il ragazzo pareva un uccello atterrito, riso col latte e una schieda da adolescente che vuole dedicarsi allo judo e ha sostenuto un paio di zuffe per una idea o per una sorella. Sui quindici anni, lo si indovinava vestito e nutrito dai genitori. Doveva camminare per le vie pensando alle compagne di scuola, o come sarebbe bello andare al cinema, o comprare romanzi o cravatte o bottiglie di liquore. Nella sua casa, rispettabile, pranzo a mezzogiorno in punto e paesaggi romantici alle pareti, l'ingresso piuttosto buio, il tempo lento di studiare, di essere la speranza di mamma, di assomigliare a papà, di scrivere alla zia di Avignone ecc(..)"
 Jiulio CortazarAdesso devo tagliare la corda che vado al lavoro ma dopo riprendo.