Invidio il vento

Dicevano che era una puttana


  Charlie Haden & Pat Metheny -  Love Theme E poi sei andata via con un imbonitore di biancheria intima In paese, i ragazzi, si sapeva tutti che faceva la puttana.Si chiamava Mariangela. Viveva in una casa di mattoni oltre il fiume.Attraversavo il fiume con il battello, lo nascondevo tra le canne.Mi avvicinavo piano. Mi acquattavo tra i cespugli..Era in piedi sulla soglia. Si dondolava e stava là a guardar lontano.Aveva un vestitino leggero di satin, giallo a vestire quell’aria assorta.Rincorreva dei pensieri trasognati e i suoi occhi erano penetranticome volesse perforare quel gelatinoso e opalino velo che si frapponevaEra scalza sotto la tettoia con i piedi sui gradini.Lo smalto rosso sulle unghie tagliate in malo modoSu un gradino il suo beauty case pieno di batuffoli coloratiDentro dei campioncini di profumo. Ne prese uno e si inumidi il collo.Nascosto e immobile l’aria mi portò l’odore di essenza di vanigliaLa sua pelle era cosi bella, tranne nei punti dove si infilava gli aghiper rendere languide le sue movenze, i pensieri, le sue membra.Il suo vestitino leggero di satin si tendeva alle sue formeAi molli movimenti che gli veniva di fare quella creatura  sprecata e sublimeAveva dieci bottini di perla sul davanti. I due superiori e i due inferiori slacciationtrepassavno sfrontati la misura della malizia. Più di un suggerire.L’orlo del vestito di satin svolazzava ad ogni alito di vento estivo e il suo respiro profondo gli sollevava i seni appena sotto i capelli ancora umidi dove infilò le dita  chiudendo gli occhi.Le palpebre sembravano ancora gonfie di un sonno estivoe le sue labbra cantavano svogliate le parole di una canzone“non avrò timore della notte quando la fiamma dell’amore si oscurerà”Ascoltai quella voce sussultare, dondolando appassionata  mi rapì d’amoreAll’improvviso, con un piccolo slancio, scese i gradini e,proteggendosi gli occhi con la mano, guardò in direzione della stradinache polverosa attraversava le cave per arrivare e finire li da lei.Un furgone tracagnando sulle buche, rumorosamente veniva avantiSentii il mio cuore gemere mentre la guardavo girarsi e tornare dentroGuardai oltre la soglia lo scuro che permeava un letto e l’abatjour accesoRicomparve sulla soglia e riprese a dondolare come prima ma piu convintaEd io ero paralizzato dal desiderio che strusciava in quella bellezzaAdesso i bottoni slacciati del vestitino di satin erano treLa sua bocca era adesso piu scomposta sotto uno spesso strato di rossettomentre canticchiava “ma tu sarai sempre accanto a me lo stesso”Sgusciai via tra i cespugli mentre il rumoroso furgone mi passavaDicevano che faceva la puttana ma io ero cosi innamorato allora.