Invidio il vento

A viverci in mezzo


 A viverci in mezzo a questo non essermi visto nascere e neppure sò che mi vedrò morire e allora mi par tutto questo presente che scorre sia solo convenzione, una provvisorietà, un modo di dire, aleatorio, effimero non so se ci stà e so che mi muovo dentro questo perimetro d'azione che, a volte, altri mi confidano, altre ancora mi affidano, per un pò ed io che seguo tracce ma non mi sembra di lasciarne neppure di nuove, forse qualcuna, qua e là in questo mio avvicendarmi provvisorio in un incerto rapporto tra passato e futuro, tra attesa e memoria, che devi sempre starci attento a questa cosa e fare delle campionature e non sapere bene se è un format o una modalità del pensiero e allora tutte quelle volte che ho sentito dire che quando le cose finiscono è segno che devono finire ti chiedi quand'è che finiscono? finiscono con me? no, vanno avanti lo stesso e allora mi sento come quando perdi qualcosa di importante, quando ti accorgi all'improvviso dal niente che ti manca qualcosa e che non sai dov'è e che ti prende un senso di solitudine primordiale e allora gli altri ti dicono prova a pensare all'ultimo posto in cui sei stato o che l'hai usata e tu pensi ma cosa? cosa? e sei la che guardi dappertutto anche se sai che non può esserci che se succedesse a tutti una cosa cosi, nello stesso momento in tutto il mondo ci vedremmo con gli occhi sgranati con tutti che pensano all'ultimo posto e all'ultima volta tutti la a frugare in giro per il pianeta oppure come nelle foto del video pervasi di sgomento e ineluttabilità a cui non resta che avvilirsi e star la senza poter far niente che si son accorti di quanto fragile sia la realta a cui credavano di starci in mezzo, non si sa bene ma ci stavano e invece all'improvviso tutto si fà sospeso come nelle visioni di Hopper e va ben basta cosi sennò chissà dove arrivo