Invidio il vento

IL MALE


Ha un vestito sporco, con addosso ancora l'odore del lavoro. Quell'odore di una volta che rimaneva attaccato anche alla barba. Odore di fatica, di sporco, di officina o di stalla.Pochi anni dopo l'euro mi sono laureato e poi mi sono ritrovato dietrro una scrivania con i colori sociali dell'Agenzia per il Lavoro e un computer marca Dell. In questo momento in cui la camicia rosa descrive un'identità che non è mia ma che poi non mi sta cosi male. Mia mamma dice sempre che questi vestiti mi donano. Forse cosi la rendo orgogliosa anche se non lavoro in comubne o dietro uno sportello di una banca. Ed anche io sono contento di come si siano avvicendati gli eventi fin qui. Anche se poi in prospettiva, tutti questi eventi non mi sembrano successi. E' piu come un trailer fatto bene di un pessimo film. Interessante in fin dei conti. E' come uno di quei sogni che al mattino non hai voglia di ricordare, di quelli che ti lasciano risvegliarti senza malinconia. Un coma.
E' da questo sonno che sembrano svegliarmi quelle parole:"Voi siete il male" Detto con una sincerità ingenua. Con la sincerità di chi ha una vita compliacata dalla socialità all'effetto domino delle bollette. E due figli a carico. Fino ad oggi lavorava per noi Un lavoro tanto semplice da renderti intercambiabile. Tanto umiliante da venire gestito con un contratto interinale in cui il tuo nome nemmeno compare sulla copia firmata dall'azienda.(continua)