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Antropologia dell'acqua

Post n°477 pubblicato il 19 Ottobre 2012 da simurgh2
 

21 luglio 2011
Ci sono acque che insegnano la sete. A questo ti avverto assetata. Diventi la sete che l’acqua non sapeva d’avere. 

 

Anne Carson racconta questo
Dal suo libro "Antropologia dell'acqua"
Son cose che ho trascritto, assemblandole un po

"Chi è quella donna?", ho sentito per caso mio padre chiedere a mia madre una sera mentre scendevo le scale per andare in cucina. Mi ci è voluto un po per capire che stava parlando di me. Sapevo che mio padre aveva la testa confusa per via della malattia, ma restai molto colpita da quella parola: "donna", riferita a me.
Io non ero una donna per lui.
Avevo 12 13 anni e una sera lo sentii dire a mia madre, di la in cucina: "Oh, lei non sarà come loro." Aveva del calore nella voce. Quella è stata l'ultima volta che ho sentito quel calore. Poco dopo cominciai, con mio stesso sgomento, a essere come loro. Come dice il proverbio cinese, "C'era del sngue nel condotto dell'acqua una mattina presto".
Non sono una persona che si sente a suo agio a parlare di sangue o di desiderio. Io stessa uso raramente la parola donna. Ho vissuto la mia adolescenza principalmente senza avere la stima di mio padre. Ma percepivo che avrei potuto preoccuparlo meno se non avessi avuto un genere.
Resi il mio corpo duro e piatto come l'armatura di Atena Niente segreti sotto mia pelle, niente gocce rivelatrici sulla mia soglia. . Piu tardi scoprii che potevo sopprimere tutte quante le questioni naturali della donna. Lo feci.
Sfortunatamente la sua mente era troppo andata perchè gliene importasse.
Vissi da sola per un lungo periodo.
Ciò che mi accadde dopo prende la forma di una storia d'amore.
L'amore è un evento lacerante. L'amore mi stordì.
Avevo vissuto una vita protetta da tutte le sorprese e adesso all'improvviso ero una ruota che correva in discesa., una lampada sbattuta contro il muro. Ero fuori dal mio linguaggio, dalle mie abitudini. Perchè la prima volta che venne a casa mia, andò dritto nella stanza sul retro e se ne usci dicendo: "Hai un letto molto stretto" . Cosi! Mi venne da ridere. Lo conoscevo a malapena. Volevo dire. Nel posto da dove vengo io, la gente non parla di letti. 
Gli umani innamorati sono terribili. Li vedi affamati gli uni degli altri come lupi preistorici., vedi tra di loro qualcosa lottare per la vita come una radice o un'anima che divampa per un attimo e poi la distruggono. La differenza tra loro distrugge le ossa. Cosi fragili le ossa.
"Si è molto stretto" dissi. E proprio in quel momento sentii qualcosa scorrere lungo la parte interna della mia gamba.
Non avevo sanguinato per tredici anni.
E' all'incirca un anno fa che lui apparve alla porta del mio ufficio. Un fosco tuonante pomeriggio autunnale. Gli avevo parlato una volta ad una festa, credo. Entrò. Sorrise. Si sedette. Iniziò a parlare di arte cinese. Alla fine dissi che dovevo andare a casa. Lui si alzò. Sorrise. Uscì.
Due giorni dopo era di nuovo li. Chiuse la porta dietro di sè. Girò intorno alla scrivania. Sorrise. Quella sua voce stridula disse: " Sono venuto qui per baciarti tutta". Baciarti tutta, una strana espressione. Mi arrivò come una particella luminosa dallo spazio profondo.
L'uomo che nominò il mio letto stretto era un tipo tranquillo ma aveva buone domande.
"Immagino che tu mi ami, a modo tuo", gli dissi una notte prima dell'alba mentre stavamo sdraiati nel letto stretto. "E come altrimenti ti dovrei amare - a modo tuo?", mi chiese. Ci sto ancora pensando.
L'uomo è questo e la donna è quest'altro, gli uomini fanno questo e le donne fanno cose diverse, la donna vuole una cosa e l'uomo qualcos'altro e nessuno nei secoli sembra aver capito come questo dovrebbe funzionare.
"Ogni giorno tornava dai capi e buttava il suo sporco cappellaccio sulla mia tovaglia pulita su cui si doveva mangiare - col nastro interno abbassato!" dice mia madre ancora furiosa e lui non c'è piu da quanto? anni ormai. 



Una notte, nel primo inverno in cui cominciò ad avere problemi con la mente, lo vidi scendere dalle scale, tenendo le mani di fronte a sè.
Nelle sue mani c'erano linguaggio e parola, scollegati, e quando cominciò a parlare caddero e si sparsero al suolo.
"Che è successo a te a io a chi? C'era un cervo...." farfugliò " Cosa hai fatto con le cose che hai fatto cadere no, non cadute, come?". Tutte cose cosi.
Si sedette all'improvviso sull'ultimo gradino e mi guardò, non avendo idea di chi fossi e come mai si trovasse li con me, e cosa sarebbe accaduto poi. Non avevo mai visto un essere umano cosi nudo. Il suo viso pareva quello di un uccellino appena uscito dal nido, con lo stesso intatto terrore.
Talvolta arrivi ad un limite che semplicemente si interrompe.  

Era una notte con la luna piena, circa un anno fa, la prima volta che andai a casa sua. Indossavo un vestito grigio con i bottoni, e non dicendogli che era la prima notte che andavo a casa di un uomo, mangiai pollo. Lui si lavò ogni pentola con molta cura. Voltandosi mi disse "mi piace questo vestito". Io gli chiesi perchè. Mi rispose "perchè ci sono tanti modi di toglierlo".
Desiderare ed essere desiderati, cosa potrebbe esserci di piu semplice?
Vedi il desiderio viaggiare nel paese completamente buio di un'altra anima
verso un luogo dove il dirupo, semplicemente s'interrompe.
Chiamava la nostra carne "questo lusso". "Nessun lusso è infinito", dicevo e lui diceva "Va bene, tanto non abbiamo molto tempo". L'amore lo rendeva cosi contento che cominciai a chiamarlo l'imperatore della Cina. C'erano posti dove il lusso diminui poco alla volta, dove aspettai. Vidi qualcosa aprirsi d'improvviso e poi la persi.

Il linguaggio vive in mutamento. Prendi parole di due misure diverse e premile insieme come i due lembi di una ferita. Imperatore, concubina, fuoco, carta. Amare troppo, non amare per nulla.

 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
simurgh2 il 20/10/12 alle 08:36 via WEB
Anne Carson, ad un certo punto di "Antropologia dell'acqua scrive:
"Che cos'è che vogliono gli uomini? Parlano di piacere. Si eccitano, poi s'ammosciano, poi s'addormentano. C'è qualcosa che non capisco?
L'antica saggezza cinese riconosce cinque condizioni di comprensione:
Non è come
E' come
E' proprio come
E' solo come questo
E' come niente altro
La natura ultima delle condizioni è proprio come l'acqua. La natura ultima dell'acqua è come il piacere degli uomini. La natura ultima del piacere degli uomini non è come il piacere delle donne.
[...]
Un temporale nel Missouri corre lungo i campi di sorgo squarciando il cielo con le sue enormi zampe di drago, poi sta fermo e guardarlo venire verso di te per mezza giornata e non sapere se è vicino o lontano, puoi vederlo ripiegarsi su se stesso e svanire senza condizioni come l'acqua - non è come niente altro, è solo cosi.
E' vero che gli uomini invidiano alle donne il loro modo di fare l'amore?? Lento e spirituale è come lo descrive l'imperatore. I miei vestiti sono tutti bagnati. Qualche volta chiude gli occhi e dice, "fa di me il tuo ragazzo-puttana". Ma la mia carne è piu asciutta che non si può
 
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emma01 il 20/10/12 alle 08:49 via WEB
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