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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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ALMOST BLUE-CHET BAKER

 

 

"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

Messaggi di Ottobre 2012

parole

Post n°480 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da simurgh2

 

Si tratta di una dea della mitologia latina, figlia di Amore e Psiche, che fluttua in uno spazio in cui tradizione e innovazione, natura e arte si giurano amore eterno. È  il botticelliano ?piacere umanizzato? che diventa vivo. Verità. E ritorna vino, poiché «in vino veritas»

Le parole hanno dita 
Toccano sfiorano frugano 
Si possono dissipare le parole in amore 
Si scavano tane che poi devi cercare 
Hanno dita che arrampicano e si fanno nidi tra i rami 
Hanno dita che sanno correre nel bosco 
Bisogna tenersele buone 
Le parole hanno dita per scrivere nell'aria 
parole che ti puoi scordare 
per inventarne altre sempre e non morire 
Parole mano-messe sanno pregare


erinni le parole fanno vuoti 
scavano a mani nude inconscie
mutevoli vendette
che ti amano a intermittenza

Le parole sono  una pelle che noi vestiamo di voce. 
Salgono, spingono in alto il fiato che le pronuncia 
Hanno una pelle che l'altro riconosce  
Hanno una pelle che cerca  dentro l'orecchio la lingua 
La pelle che cerca altra pelle, 
altre parole su cui toccarsi, sfregarsi, graffiarsi. 
Parole di carne che desiderano l'altro; 
l'ascolto,lo scambio d'amore. 
Scriviamo accavallando minuscoli simboli  
Parole che salgono da dentro,
spingono come balene che riemergono 
Ultrasuoni nelle profondità marine in cerca della loro Alifib 
Viaggiano nel bianco come un mare di ghiaccio  
spuntoni minacciosi aspettano 
Come una baleniera segue la scia della balena 
hanno pronti gli arpioni da scagliare 
sulla pelle carne punta di ferro che affonda 
Le parole hanno sottili percorsi 
fessure nell'altro che raccoglie libera 
ramifica accarezza o fa esplodere.  
Il bianco è richiamo abissale


le parole fanno le cose,scirveva Austin....
anche il silenzio,aggiungo io....parla e fa:
crea carenza,schianta,saccheggia l'amore
decompone
del resto...se:in principio era il verbo...
la parola si fa azione per il Faust...
una scelta,credo io....
un tentativo di progetto contro il caso.

 

 


Le parole come le balene sono ambigue
Hanno fauci spaventose da cui, se esci, sei un uomo
Ma non ne puoi uscire, se non sai il silenzio 

 

bestia che assedia
degli innocenti il silenzio
non c'è innocenza nel silenzio
la celebrazione è dentro la foresta,in fuga
la nostra lingua va difesa nell'arena dalla morte
non vivono sugli allori le parole
hanno in sè l'll demone dei barbari

senza riposo 

 

 

 

 

"..le parole
dopo un’eterna attesa
rinunciano alla speranza
di essere pronunciate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute"
( E. Montale)

Non posso sentire quel che dici
se tieni gli occhi chiusi.

A cosa assomiglia per te l'amore?
 

 

«With All Your Senses - spiega La Spada ? più che un titolo è un invito a trovare nel suo acronimo,

(foto di Giuseppe Spada)

 

 
 
 

Palombari spaziali

Post n°478 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da simurgh2
 

Il presunto poeta, una mattina d'improvviso si sente un piccolo puntino rosso davanti ad un semaforo. Un palombaro spaziale che disegna una trama dentro una cosmogonia, una traiettoria costruita per analogie che contemplano particelle sub-atomiche e oscure profondità per palombari-astronauti.
In questa molteplicità, dove tutto pare poi uniformarsi a questa idea che coltiva l'aspirazione d'universo, sia pur piccolo come Noi, ancestrale, che un ventre riaccoglie quasi fosse un figlio perduto che torna 

 

Un puntino rosso
S'inarca 
Cerca nello spazio un punto dove fissarsi 
esita un poco
si contorce in aria
mai si spezza
lontano da terra diventa un punto inarrivabile 
una macchia inconsistente 
un lapillo di vulcano
un esasperato invisibile,
inadatto incompreso solitario accartocciato
lontano sempre più lontano puntino rosso che sparisce 
perso nel vuoto senza luce senza te
anche se son solo davanti un semaforo rosso
ho fatto quel volo accartocciato ruotavo
come elefanti a ritroso nell'azzurro del tempo 

 

 

Un piccolo punto rosso
Inspira ed espira
dentro quel buio

come il suono di una goccia che cade
tic tic      tic tic

 
Arriva un messaggio dall'altra parte del mondo
Lei ha un sogno
Un sogno giallo

Scompare e ritorna
ma è un sogno dal colore sbagliato
Le note di un tango dall'altra parte del mondo
un sospiro scagliato
un uomo seduto al tavolo di un caffè parla di filosofia
Cagate!
Intorno gli odori del sud america
Lui ha lo sguardo distratto, timoroso
Ha due minuscole ali rosse sotto il maglione
Lei ha istanti seduta davanti dall'altra parte del mondo
per lui che parla da solo
ma è a lei che parla gli chiede
hai dieci euro da cambiare?
tanto per dire, non sapendo che altro
ma è come gli toccasse le vertebre
senti? Una dopo l'altra
pian piano sfiorate

delicate lisce Ne hai persa una?
Il piccolo punto rosso ruota nello spazio infinito
Ci sono le nuvole sotto?
Nei suoi pensieri lei somiglia ad Emily
se si tirasse su i capelli
Gli scrive sempre poesie
dall'altra parte del mondo
dove il sogno è rosso
Perché?

 

Cosi, ogni cosa a cui ricorri scrivendomi, mi par doppio come leggere la stessa frase in universi distanti allo stesso modo di uno vicino sospeso a pochi millimetri eppure invisibile e sorprendente appena ne avvertì l'improvviso stupore che genera 

 

Arriveranno presto palombari spaziali
trasleranno dal cosmo il silenzio
portandoloselo dentro
per poi portarselo via
Ne serve tanto nel cosmo.
Qua solo casino.
Io, che volevo fare l'astronauta da piccolo
e portare piccoli bagliori ed intermittenze
dentro petti a volte impenetrabili
e far scaturire sciami accecanti
e con le dita poi sfiorare le vertebre
e da quei sciami accecanti
spunteranno poi dall'osso le gemme

Come Palomar, di Calvino, "in questa terra
luogo di complicazioni superfue e approsimazioni confuse,
nell'esatta geometria degli spazi siderali,
la sensazione che tutto mi sfugga."
Qua in fondo, solo un piccolo puntino rosso,
anche se in cielo non siamo meno di quelle stelle,
un puntino rosso che s'incarca,
esita, espira e inspira dentro quel buio
che cerca nello spazio un punto dove fissarsi, senti?
Il meccanismo degli astri che cigola e sussulta
in tutte le sue giunture non oliate nell'universo, lo senti?
Un palombaro nascosto nelle profondità di un piccolo laghetto
espira e inspira dentro il suo scafandro
Muove le dita dentro il suo guanto
come a sfiorare carezzando
vertebre che premono sulla pelle.
Te ne manca una, ti ho detto. E tu hai detto
"manca ciò che deve essere protetto, custodito, traslato
dall'universo a noi dentro...lascia, non vedi? E' una gemma"
Due piccole ali rosse allora ti spuntarono tra le scapole. 

 Da bambini non si sapeva di vivere a ridosso del cielo 
 E adesso, adesso che alba sarà mai questa che verrà?  
 Che ti trovi con petali esplosi e vorticare nella paura
 e nel vuoto che temo ma il bambino dice
 di cercare l'albero rosso
 Di mettere la bocca sul buco senza corteccia
 e di fare tre volte il suono della goccia che cade
 tic tic, tic tic, tic tic,
 Allora senti lo scatto dentro l'orecchio
 Dall'altra parte del mondo l'uomo da solo
 seduto al caffè pensa alla sua Emily
 che gli scrive poesie da cerva I'll

 

 

E io non son mica Clint Eastwood
Sono solo un puntino rosso che cerca nello spazio
un punto dove fissarsi
Mostro fragile e alato senza pistole nella fondina
per difendersi dalle schegge di astri
L'uomo si scatta una foto da solo con l'autoscatto
Vuole mandarla a lei
Scatta poi guarda Non è da solo
Nella foto c'e I'llei stretta a lui felice . . . .

 

Il Tao dice:
Abbandona la tua forma corpo
rifiuta il sentire e il vedere
dimentica il tuo posto nella gerarchia delle cose
e allora potrai diventare tutt'uno con l'universo

L'orecchio smette di sentire
la mente smette di fare collegamenti
lo spirito dimentica millemila cose
sdraiati fianco a fianco, come due metà di una falange 
in quel volo di puntini 
Ma è possibile si? Chiede il palombaro

 

 
 
 

Antropologia dell'acqua

Post n°477 pubblicato il 19 Ottobre 2012 da simurgh2
 

21 luglio 2011
Ci sono acque che insegnano la sete. A questo ti avverto assetata. Diventi la sete che l’acqua non sapeva d’avere. 

 

Anne Carson racconta questo
Dal suo libro "Antropologia dell'acqua"
Son cose che ho trascritto, assemblandole un po

"Chi è quella donna?", ho sentito per caso mio padre chiedere a mia madre una sera mentre scendevo le scale per andare in cucina. Mi ci è voluto un po per capire che stava parlando di me. Sapevo che mio padre aveva la testa confusa per via della malattia, ma restai molto colpita da quella parola: "donna", riferita a me.
Io non ero una donna per lui.
Avevo 12 13 anni e una sera lo sentii dire a mia madre, di la in cucina: "Oh, lei non sarà come loro." Aveva del calore nella voce. Quella è stata l'ultima volta che ho sentito quel calore. Poco dopo cominciai, con mio stesso sgomento, a essere come loro. Come dice il proverbio cinese, "C'era del sngue nel condotto dell'acqua una mattina presto".
Non sono una persona che si sente a suo agio a parlare di sangue o di desiderio. Io stessa uso raramente la parola donna. Ho vissuto la mia adolescenza principalmente senza avere la stima di mio padre. Ma percepivo che avrei potuto preoccuparlo meno se non avessi avuto un genere.
Resi il mio corpo duro e piatto come l'armatura di Atena Niente segreti sotto mia pelle, niente gocce rivelatrici sulla mia soglia. . Piu tardi scoprii che potevo sopprimere tutte quante le questioni naturali della donna. Lo feci.
Sfortunatamente la sua mente era troppo andata perchè gliene importasse.
Vissi da sola per un lungo periodo.
Ciò che mi accadde dopo prende la forma di una storia d'amore.
L'amore è un evento lacerante. L'amore mi stordì.
Avevo vissuto una vita protetta da tutte le sorprese e adesso all'improvviso ero una ruota che correva in discesa., una lampada sbattuta contro il muro. Ero fuori dal mio linguaggio, dalle mie abitudini. Perchè la prima volta che venne a casa mia, andò dritto nella stanza sul retro e se ne usci dicendo: "Hai un letto molto stretto" . Cosi! Mi venne da ridere. Lo conoscevo a malapena. Volevo dire. Nel posto da dove vengo io, la gente non parla di letti. 
Gli umani innamorati sono terribili. Li vedi affamati gli uni degli altri come lupi preistorici., vedi tra di loro qualcosa lottare per la vita come una radice o un'anima che divampa per un attimo e poi la distruggono. La differenza tra loro distrugge le ossa. Cosi fragili le ossa.
"Si è molto stretto" dissi. E proprio in quel momento sentii qualcosa scorrere lungo la parte interna della mia gamba.
Non avevo sanguinato per tredici anni.
E' all'incirca un anno fa che lui apparve alla porta del mio ufficio. Un fosco tuonante pomeriggio autunnale. Gli avevo parlato una volta ad una festa, credo. Entrò. Sorrise. Si sedette. Iniziò a parlare di arte cinese. Alla fine dissi che dovevo andare a casa. Lui si alzò. Sorrise. Uscì.
Due giorni dopo era di nuovo li. Chiuse la porta dietro di sè. Girò intorno alla scrivania. Sorrise. Quella sua voce stridula disse: " Sono venuto qui per baciarti tutta". Baciarti tutta, una strana espressione. Mi arrivò come una particella luminosa dallo spazio profondo.
L'uomo che nominò il mio letto stretto era un tipo tranquillo ma aveva buone domande.
"Immagino che tu mi ami, a modo tuo", gli dissi una notte prima dell'alba mentre stavamo sdraiati nel letto stretto. "E come altrimenti ti dovrei amare - a modo tuo?", mi chiese. Ci sto ancora pensando.
L'uomo è questo e la donna è quest'altro, gli uomini fanno questo e le donne fanno cose diverse, la donna vuole una cosa e l'uomo qualcos'altro e nessuno nei secoli sembra aver capito come questo dovrebbe funzionare.
"Ogni giorno tornava dai capi e buttava il suo sporco cappellaccio sulla mia tovaglia pulita su cui si doveva mangiare - col nastro interno abbassato!" dice mia madre ancora furiosa e lui non c'è piu da quanto? anni ormai. 



Una notte, nel primo inverno in cui cominciò ad avere problemi con la mente, lo vidi scendere dalle scale, tenendo le mani di fronte a sè.
Nelle sue mani c'erano linguaggio e parola, scollegati, e quando cominciò a parlare caddero e si sparsero al suolo.
"Che è successo a te a io a chi? C'era un cervo...." farfugliò " Cosa hai fatto con le cose che hai fatto cadere no, non cadute, come?". Tutte cose cosi.
Si sedette all'improvviso sull'ultimo gradino e mi guardò, non avendo idea di chi fossi e come mai si trovasse li con me, e cosa sarebbe accaduto poi. Non avevo mai visto un essere umano cosi nudo. Il suo viso pareva quello di un uccellino appena uscito dal nido, con lo stesso intatto terrore.
Talvolta arrivi ad un limite che semplicemente si interrompe.  

Era una notte con la luna piena, circa un anno fa, la prima volta che andai a casa sua. Indossavo un vestito grigio con i bottoni, e non dicendogli che era la prima notte che andavo a casa di un uomo, mangiai pollo. Lui si lavò ogni pentola con molta cura. Voltandosi mi disse "mi piace questo vestito". Io gli chiesi perchè. Mi rispose "perchè ci sono tanti modi di toglierlo".
Desiderare ed essere desiderati, cosa potrebbe esserci di piu semplice?
Vedi il desiderio viaggiare nel paese completamente buio di un'altra anima
verso un luogo dove il dirupo, semplicemente s'interrompe.
Chiamava la nostra carne "questo lusso". "Nessun lusso è infinito", dicevo e lui diceva "Va bene, tanto non abbiamo molto tempo". L'amore lo rendeva cosi contento che cominciai a chiamarlo l'imperatore della Cina. C'erano posti dove il lusso diminui poco alla volta, dove aspettai. Vidi qualcosa aprirsi d'improvviso e poi la persi.

Il linguaggio vive in mutamento. Prendi parole di due misure diverse e premile insieme come i due lembi di una ferita. Imperatore, concubina, fuoco, carta. Amare troppo, non amare per nulla.

 

 
 
 

Tornare pesci

Post n°476 pubblicato il 16 Ottobre 2012 da simurgh2

 

Guardavo l’acqua uscire dal rubinetto prima
Ero li per lavarmi le mani ma mi son incantato
Che genere di incantamento era? mi son chiesto poi
Son stato fermo con le mani appoggiate sul bordo del lavandino
L’acqua, ho pensato, qualsiasi sia la fonte, provoca evocazioni
inondazione dal pleistocene interiore
Il fluido scorre e porta via, sicchè c’è un’assenza, in fondo
questo pensavo
-All'eterna fluida che ci ha generato
da quando il vagito non aveva la forza di

esistere fino a nutrirci- 
I pensieri sono schegge innumerevoli e sfuggenti
Una cerva che si abbevera, una ninfa che protegge la fonte,
l'anguana che muove i suoi fianchi a pelo d'acqua
un sasso tirato , un laghetto con dentro una balena
il nuotatore di Cheever che attraversa le piscine della contea
il toro che insemina la schiuma del mare da cui nascerà Venere
io come Celine che guardo le navi entrare e uscire dal porto
la sorgente carsica del Timavo dove gettavo simboli d’amore
……

Guardavo l’acqua uscire dal rubinetto
ed ero in questo stato di contemplazione
di rapimento e assenza, sperdimento
pochi secondi e millemila frammenti
mi attraversavano con un secchio
Mi pareva di immergermi dalla riva
provenendo dal deserto, affondavo il viso
Immergermi, ecco, come un tornare
Tornare pesci

Vieni anche tu, le ho detto
il desiderio andava al buco del lavandino
dove tutto rifluiva, inghiottito nelle profondità
tu mi venivi dentro come fosse il tuo destino
io ad accoglierti e con te sprofondare
dentro quel gorgo, gorgogliare spasmi d’amore
percorrere assieme tubi e scarichi nei muri
Sfociare insieme condutture e acqua dentro il fiume
Pochi secondi questa cosa infine è durata
Ancora adesso sento il tumulto del torrente tra i sassi
Acqua e acqua, come il fiume e il mare
Acqua e acqua dello stesso fiume pure
La congiunzione, il mescolamento, un unico elemento
Forse una cosa sola infine.
Sentire sempre questo di te inondare
Annegami, annegami! Fai pure

Scioglie lingue  l'acqua
Toccata piano con una sola mano
Geme.....amen
Veniva giu l'll monaco  per l'll chiostro vecchio
come l'acqua fluttuava la sua veste
di silenzio

" Come bagnarci la lingua
nell'acqua di scolo dei poeti
ora che il giorno lo scagli nel fiume
sasso dopo sasso
Deve venire la gioia,
sollevando le cortine da sopra gli occhi
confusi: quello che tu hai cercato" 
(Elia Belculfinè) 

E cosi ci trovammo dentro il buco di scarico del lavandino
stretti in noi come sardine, ci cadevamo dentro, vorrrticando 
Forme viventi appaiono e svaniscono, grottesche
Se le osserviamo con meraviglia ci cambiano
Ci cambiano perchè le osserviamo
La nebbia inventa l'immaginazione
foto.JPG


 

I'll, cosi si chiamava, era stretta a me
in quel vortice che durò non so quanto
la trasformazione avvenne senza indugi
proclamando il ritorno alle ere perdute
le squame d'argento, le pinne, le branchie.
Imparare a respirare sotto l'acqua era sempre stato anche il sogno di I'll
"
È il debito del mare
che ci resta sulla lingua
attraverso l’acqua e le sue mappe." 
Respirare
senza riparo, senza rimedio
bagnarsene
Scaturimmo fuori in un piccolo laghetto
I'll si girò e guizzò via con uno squittio di meraviglia
La vidi di slancio mangiare un'insetto
Io la seguivo ma ero goffo, imbranato
l'acqua sembrava appuntirsi e graffiare
Parole galleggiavano qua e la
dentro a piccole bolle che subito svanivano
Intorno c'era un bosco. "E' il mio" disse I'll
Vieni, mi disse e con una capriola s'inoltrò nel fondo
Alifib, alifib era il suono dei guizzi con scaglie
Il cuore si apriva come se avesse le valve di una conchiglia
Quando mi innamorai di I'll sembrava non volesse altro che corrrere
per sentieri scoscesi, attraversare radure
passare sotto archi di pietra, visitare spelonche sperdute 
adibite a templi, con monaci dai sai di silenzi

foto.JPG

 

Quando mi innamorai di I'll stava in altura
cercava dove iniziava il bianco e come si distende
e guardala adesso, mi dicevo, guarda che roba
La seguivo e mi sembrava di sprofondare al fondo di me stesso
Strato dopo strato, come cieli sovrapposti, attraversarne lo spazio
nel cadere la perdita decompormi e rinascere
Sul fondo mi mostrò un polombaro
Il palombaro allargò le braccia come a mostrar meraviglia
Poi le sollevò, come a dire finalmente
Proveniva dalle terre emerse
Era convinto che in breve sarebbero scomparse
cosi, com'eran saltate fuori sarebbero state sommerse
Cosi s'era messo a fare il guardiano del piccolo lago
Sembrava contento. Mi sono abituato. Diventerò un pesce
Guardò I'll e disse "Tu sei quella che tirava i sassi.
Quella che buttava le mentine Frisky alla balena"
Dov'è la balena? Chiese I'll. Dov'è?
"Tu sei quella della rosa galleggiante con la sua fiamma.
La balena è li" disse, indicandola con la mano.
Aveva lo stesso colore dell'acqua. Poggiava il ventre sul fondo.
La piu grande balena degli appennini dormiva? 

Io, intanto vedevo occhi scuri in quei fondali
Mi guardavano sospettosi, lo capivo, eravamo intrusi
La luce, dalla superficie scendendo tremolava
poi adagiandosi si fletteva e spariva dentro quegli occhi scuri
Dentro l'acqua si deve star attenti a far domande
Mi appoggiavo ruotando le direzioni del mio corpo
Non era come spingere piu in su il cielo con le mani
Mi sentivo un pesce fuor d'acqua. I'll no, non lo era
Era forse perchè mi trovavo al fondo di me stesso
che sentivo tutto quel peso che gravava senza fiato ?
Oppure era solo l'immaginazione che avviluppava
le cose a quel modo imprigionandomi in me stesso?
Io non ero convinto di star tanto la sotto
ma senza I'll non volevo stare. Mi sentivo insicuro 
I'll, invece si vede che è sempre stata un pesce fuor d'acqua

(dovrebbe continuare) 

 

Quel mondo sott'accqua, mi è venuto da Calvino
Come Murakami che dice" Quel mondo lo aveva tratto
dal romanzo di Faulkner -La crisalide d'aria- ma ormai
era diventato completamente suo." 
Per gioni cosi, quelle immagini e invenzioni
hanno allagato i mei pensieri.
Mi veniva una storia che adesso vorrei finire.
Non sapevo all'inizio come si sarebbe sviluppata.
Parti a scrivere poi pian piano si forma 

 

 

da “Tutte le cosmocomiche” di Italo Calvino:
“Le condizioni di quando la vita non era ancora uscita dagli oceani
non sono molto mutate per le cellule del corpo umano
bagnate dall’onda primordiale che continua a scorrere nelle arterie
Il nosro sangue ha una composizione chimica analoga a quella del mare delle origini,
da le prime cellule viventi e i primi esseri pluricelllulari traevano ossigeno e gli altri elementi necessari alla vita.
Con l’evoluzione di organismi piu complessi, il problema di mantenere il massimo numero di cellule a contatto con l’ambiente liquido non potè piu essere risolto semplicemente attraverso l’espansione della superficie esterna. Si trovarono avvantaggiati gli organismi dotati di strutture cave, all’inbterno delle quali l’acqua marina non poteva fluire. Ma fu solo con la ramificazione di queste cabvità, in un sistema di circolazione sanguigna, che la distribuzione dell’ossigeno venne garantita all’insieme delle cellule, rendendo cosi possibile la vita terrestre.
Il mare in cui un tempo gli esseri viventi erano immersi, ora è racchiuso entro i loro corpi”

 
 
 

Il corpo dell'altro

Post n°475 pubblicato il 05 Ottobre 2012 da simurgh2

 

One Night Stand (Short Movie) clicca
( Un'anteprima di un video di cui volevo scriverne una storia)


Penso a:
il corpo lontano
           
che è tuo
di un’altra che amo
diviso
come una formica,
una farfalla nel corpo
la psiche dall’anima
come l’o diviso
ti senti staccato
la pelle dagl’occhi
la voce dal pube
Struscio
frugo nel corpo
come voler vedere
dentro il corpo dell’altro
se li trovo la causa meccanica
del mio desiderio
quasi fossi un’insetto
E guardavo le ciglia
l’unghia dell’alluce
la piega dell’inguine
il morbido seno

 

Potresti essere una massa di sostanza irritabile adesso
per quel che ne sò, del tuo corpo lontano, scorticato
con i tuoi punti delicati che ho esplorato, una mappa che,
una sera hai lasciato sul comodino.
Tu sei l'accessorio del mio desiderio.
Involucro di carne,
oggetto d'amore
dalla voce diviso

Lei mi risponde:
Metafora di uno strazio
Lacera il patrimonio
il canto tradisce le dita
l'ombra che racconta il corpo in piaghe
e cedimenti di voci
rotte al tatto nella fissità
del gesto della postura

 

Un koan buddhistico dice: «Il maestro tiene a lungo sott’acqua la testa del discepolo; poco a poco le bollicine d’aria si diradano; all’ultimo momento, il maestro tira fuori il discepolo e lo rianima: quando desidererai la verità come hai desiderato l’aria, allora saprai cos’è».

Ma il tuo corpo lontano
quest'assenza dalla tua massa di sostanza irritabile
con la testa sott'acqua
il pensiero di te che la preme
ed io che soffoco senza capire alcuna verità
ho desiderato l'aria
ma subito dopo è te che volevo
intrattenibile, inttrattabile amore
ed io che non so spiegare, dare un nome preciso
un'improprio di ogni enunciato
dentro un flusso senza ordine e senza fine
a cui nessuna verità appartiene
Lo sai questo?
 

Lei mi risponde:
....essenze penultime
lavacro dell'anima
trina bianca la liturgia 
del minimo che adesca la vita dove:
"un Dio che non ci ha salvato
torna,
alza la testa e accenna a restare" 

Il coro dice:
 "che hai? tu non mi sembri felice -
Sì, sono felice, ma sono triste" 
(Claude Debussy, in Pellas et Melisande)

Come un dio nel cuore di un terrorista
un innamorato che intriga con sè stesso
imprigionato in questa trascendenza
trascendenza e immanenza coincidono allora
come stupro e carezza
pian piano dissolvo, senza risposta
ne alcuna verità ulteriore su quel corpo lontano
che tutto sà, ma nulla dice 
il corpo che tace 

 

 
 
 
 

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Ecco, cercavo tracce o indizi di spiegazioni di questi...
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Indugiò, sempre qua e là muovendo - Poi timidamente Bussò...
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grazie..
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DARK PRESENCES

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SAINKTO NAMTCHYLAK

 

I LIBRI SUL COMODINO

-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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