SindromeDiPeterPan

Auguri per i 40 anni

Davanti alla porta di casa, sopra lo zerbino, un mazzo di fiori. “Per i tuoi 40 anni!” diceva il biglietto incluso, da un amico, il quale da almeno cinque anni si dimentica di farmi gli auguri, ed in quel giorno in cui avrei voluto volentieri rimuovere l'evento, invece..... Quarant'anni! Saggio sarebbe in questo giorno, tenersi lontano dallo specchio e dalle fotografie della nostra giovinezza. Invece io sono una donna coraggiosa e mi sono sottoposta ad entrambe le torture. Uscendone vincente. Perché non ho visto evidenti decadimenti del mio fisico. Quelle leggere rughette attorno agli occhi ed alle labbra sono chiari segni della mia capacità di sgranare ancora gli occhi, di stupirmi, di piangere per il dolore, la rabbia o addirittura di felicità. Poche, ma le ricordo tutte. Intorno alla bocca invece dimostrano la mia voglia di sorridere Di riuscire anche nei momenti più complicati a formulare pensieri ironici. Non so come ci riesco, mi viene naturale. Non sempre condivido queste umoristiche conclusioni con il resto del mondo. Trovo più divertente goderne da sola. Forse Perché in quarant'anni di vita sono riuscita a cogliere l'istante giusto per tacere. Ho anche imparato a nascondermi alla vista del mondo, quando non voglio essere oggetto di curiosità. Ho imparato! Con fatica, con disarmante lentezza, anche a conoscere e rispettare i miei limiti. Ho imparato ad essere cauta e prudente persino con i pensieri altrui. Guardai la foto di quando avevo vent'anni, le ho chiesto come vorresti diventare quando sei grande. Quegli occhi che sono i miei, quel sorriso il mio, hanno risposto in silenzio. “Come te”

Ieri riaprendo la scatola dove tengo i pensieri più belli a me rivolti, ho ritrovato quel biglietto. Una frase di Jim Morrison “Io vivo per dominare la vita, non per essere schiavo

Cuore di Pietra...........

Cuore di Pietra, a differenza del mondo non ha freddo in questa sera d'inverno, il cielo oggi si è mostrato coperto, un debole raggio di luce però capace di attraversare sia la pelle che il cuore.....

Cuore di Pietra è rimasta al freddo per troppo tempo, autoimposto per non correre rischi. Non sono tempi questi per le streghe. Devono fare attenzione a come si muovono. Il mondo è contro di loro. Vendicarsi contro di esso, producendo discendenza, con forti poteri sopranaturali, non è stato sufficiente per difendersi. L'invisibilità, l'ubiquità, la lettura del pensiero. E del cuore. Ma la paura offusca gli occhi e le orecchie, seppur molto sviluppate. Disorienta i sensi. Compromette la capacità di valutazione. Cuore di Pietra si è legata ad un sogno. Infrangere uno scudo di ghiaccio. Dietro al quale si è nascosto un musicista.... e dietro al quale per un amore impossibile, si è nascosta anche lei. “Sò quello che voglio, ma so anche che quello che voglio non esiste..... ma lasciatemi sognare vi prego!” questa solo la costante illusione di questa Strega, con il dono di guardare dentro gli occhi ed il cuore.

Ma quel giovane uomo, con un sorriso, è riuscito a distrarla.... incuriosirla.... convincerla a oltrepassare lo scudo di ghiaccio.

SINDROME DI STOCCOLMA

Egli tiene in tasca le chiavi del suo cuore ed ella lo sà.

Sà che è una strada senza fine questa.

Una prigionia interminabile, una prigionia irrisolvibile,

alla quale se si è consegnato il cuore, senza chiederle il permesso, non c'è più rimedio

Lui non ha dovuto fare molto, gli è bastato come un vero musicista usare chiavi di pentagramma

e metriche di poesia per aprire la caverna della trappola, richiudermi senza la vera intenzione.

Si può tirare indietro quando vuole, ritrattare, riaprire la prigione e spingerla fuori, al freddo, nel vuoto. Sicuro che lei farà un passo indietro.

Tutti lo sanno che lei è più innamorata.

Tutti lo sanno che lei è diventata, persino suo malgrado, refrattaria a qualsiasi condizionamento esterno.

Le uniche voci da lei ascoltate, quella del suo cuore prigioniero, quella di lui inconsapevole o disonesto aguzzino.

Anche lei tiene in tasca il doppione di chiavi del suo cuore. Non gliele ha mai consegnate. Quel doppione apre stanze alle quali lui non avrà mai accesso......

E' il posto dove ella si rifugia, quando in pieno conflitto, tra se stessa e la libertà, tra la prigionia e se stessa!

SINDROME DI STOCCOLMA

Egli tiene in tasca le chiavi del suo cuore ed ella lo sà.

Sà che è una strada senza fine questa.

Una prigionia interminabile, una prigionia irrisolvibile,

alla quale se si è consegnato il cuore, senza chiederle il permesso, non c'è più rimedio

Lui non ha dovuto fare molto, gli è bastato come un vero musicista usare chiavi di pentagramma

e metriche di poesia per aprire la caverna della trappola, richiudermi senza la vera intenzione.

Si può tirare indietro quando vuole, ritrattare, riaprire la prigione e spingerla fuori, al freddo, nel vuoto. Sicuro che lei farà un passo indietro.

Tutti lo sanno che lei è più innamorata.

Tutti lo sanno che lei è diventata, persino suo malgrado, refrattaria a qualsiasi condizionamento esterno.

Le uniche voci da lei ascoltate, quella del suo cuore prigioniero, quella di lui inconsapevole o disonesto aguzzino.

Anche lei tiene in tasca il doppione di chiavi del suo cuore. Non gliele ha mai consegnate. Quel doppione apre stanze alle quali lui non avrà mai accesso......

E' il posto dove ella si rifugia, quando in pieno conflitto, tra se stessa e la libertà, tra la prigionia e se stessa!

LA TUA VOCE

 La tua voce, a volte sembra rubare i miei pensieri, per questo sono quasi sempre d'accordo su tutto. La tua voce molto più spesso entra nelle mie fantasie, e dotandole di sonoro le rende possibili e incoraggianti.

La tua voce mi ha insegnato a riconoscere il cambiamento dei tuoi stati d'animo, ed a muovermi di conseguenza, per tornare ad amarla quando vitale e gioiosa. La tua voce entra nella mia pelle. Nei miei ricordi e nelle mie certezze, per dare loro forza e possibilità di esistere.

La tua voce ha parlato, ha cantato, ha urlato cattiverie e mormorato sensualità.

Ed è forse per questo che ora il mio cuore, parla con la tua voce....... e perora la tua causa, anche quando non lo meriteresti.