il mondo di oggi

C'è chi non ama la libertà


Quando non hai casa,famiglia,affetti...non ami neanche la libertà CREMONA - Mancavano quattro giorni alla sua scarcerazione, ma l'idea di tornare in libertà lo spaventava, perché fuori non sapeva dove andare. Non aveva né casa né una famiglia che lo aspettasse.Pur di restare dietro le sbarre, ha allagato la cella della prigione di Cremona e minacciato con un'asta due agenti della polizia penitenziaria. Oggi è stato condannato a otto mesi di reclusione. Il fatto accadde cinque anni fa. Natale D'Ambrosio, barese di 43 anni, con condanne alle spalle per furti, danneggiamenti, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, estorsioni e recidive, ora detenuto nel carcere di Vigevano (Pavia) il 31 maggio 2005 voleva restare in carcere.Alle quattro del pomeriggio prese lenzuola e cuscino e otturò il lavandino, aprì il rubinetto e allagò la sua cella , la numero undici, in infermeria. La mise sotto sopra, urlò, minacciò uno sciopero della fame. L'agente che ieri ha testimoniato in aula chiamò un ispettore e un collega, in infermeria arrivò anche il medico che parlò con il detenuto. Il dottore disse che D'Ambrosio era da guardare a vista. Gli fu cambiata la cella, ma diede ancora in escandescenze e minacciò gli agenti."Brandiva verso di noi l'asta per impedirci di entrare e per ferirci. Diceva che voleva stare da solo, che voleva farsi del male" ha riferito un agente. D'Ambrosio fu portato in una cella della sezione Nuovi giunti e si calmò: aveva paura della imminente scarcerazione, prevista per il 4 giugno successivo, "perché fuori non aveva punti di riferimento", ha spiegato il suo difensore Alessia Vismarra. Per D'Ambrosio, la vera condanna era tornare in libertà.