single tea-set

L'arte di assemblare


 Definirei il mio rapporto con la cucina più un tentativo di assemblaggio camuffato da nouvelle cuisine, che un reale sforzo per far da mangiare in modo decente.Credo che il tutto sia cominciato dall’ impegno profuso da mia nonna per impartirmi i primi rudimenti della sfoglia.Non so se sia nato prima l’odio per quel donnone costantemente vestito di nero e con il chador annodato dietro, alla maniera campagnola, o l’avversione profonda per la fatica di impastare, ma, come spesso capita nei traumi infantili, l’una cosa diventa diretta conseguenza dell’altra e viceversa, in un cerchio subconscio che gira su se stesso.Sta di fatto che quando ci penso, oltre al sospetto di essere stata sottoposta a sfruttamento di lavoro minorile, somatizzo e mi fanno ancora male le braccia.Mi rivedo con un grembiulone sponsorizzato dalla Barilla due volte più lungo di me, issata su uno di quei seggiolini di paglia, replica in miniatura delle seggiole della cucina della mia ava, mentre faccio la montagnola di farina, aggiungo acqua, sale e uova e cerco di tapparmi mentalmente le orecchie per non sentire la mia aguzzina che puntualmente mi urla: - A ne mia axè, t’an capesi gninto (1)L’approccio montessoriano avrebbe poi conclamato tutti i suoi effetti in età più tarda, ma ritorniamo a me sulla seggiolina.  (to be continued....)
  1. (N.d.T): non è così, non capisci niente.