Sinisa Milanov IDV

"Le sfide di oggi" nell'occasione dell''incontro pubblico con on. Leoluca Orlando a Mercatale, San Casciano (FI)


Sinisa Milanov candidato alle elezioni del Consiglio comunale di San Casciano, lista IDV in coalizione con le liste PD e La Sinistra che sostengono il candidato sindaco Massimiliano Pesciniin concomitanza con la serata di incontro con l’on. Leoluca Orlando Sulle questioni europee L’Europa è in via di guarigione, dopo gli anni davvero difficili. Prima la bocciatura della Costituzione Europea da parte di Olanda e Francia e poi il no irlandese al Trattato di Lisbona. Ma adesso le cose stanno cambiando. Recentemente una delle Camere della Repubblica Ceca ha approvato il Trattato di Lisbona. Adesso tocca al Senato. La speranza è che alla fine anche la Polonia ratificherà il Trattato. E poi probabilmente gli irlandesi ritorneranno sui loro passi. Siamo sulla buona strada. L'euro ha dato una stabilità notevole al sistema finanziario europeo durante la tempesta nei mercati economico finanziari.  Obiettivi IDV nell’amministrazione locale: migliorare il funzionamento dell’amministrazione per rendere più agevole lo sviluppo economico stabilizzare il buon livello di stato sociale raggiunto. In secondo luogo applicare la legge sulla trasparenza affinché i cittadini possano facilmente accedere all’attività politica o amministrativa del Comune.  Credo che sia veramente giunto il momento di aprire una nuova stagione di efficienza  nella politica di comunicazione  nei rapporti tra l’amministrazione e i cittadini.  Credo che a la coalizione convenga perché i valori che testimoniamo sono condivisi dalla maggioranza dei cittadini di San Casciano e che la mancanza della trasparenza può essere solo un canale dove potrebbero crescere vari motivi, soprattutto futili per essere attaccati dai vari oppositori, specialmente estremisti. Vogliamo puntare sulle nuove tecnologie:Bisogna innovare e incentivare la comunicazione. La trasparenza e correttezza devono essere alla base del nuovo rapporto di fiducia che si vuole istaurare tra la politica e i cittadini. Non vogliamo che ci siano intermediari interessati e lobbizzati nella comunicazione tra la politica e gli elettori. Favoriamo una comunicazione diretta tra i politici e gli elettori. Nuove tecnologie sviluppate attraverso social networking e il canale aperto via web potrebbero essere una soluzione. La tecnologia web serve a rendere minore la distanza tra varie realtà nel mondo, potrà servire anche in uno spazio circoscritto come lo è il Comune di San Casciano, e rendere più trasparenti e strutturati i nostri rapporti.     Federalismo: Lo spartizione del potere e degli interessi a livello nazionale per lungo tempo ha penalizzato le regioni o realtà locali nella partecipazione politica e nella responsabilità . Nella fase che prossimamente si aprirà dove la maggiore responsabilità dei soggetti decentrati dovrà corrispondere con il maggior impegno.  I due o tre grandi partiti sono maggiormente preparati ad occupare i posti di commando che si apriranno  in seguito all’entrata in vigore di federalismo così come approvato dal governo in carica. Noi siamo convinti che sia di grandissima importanza la formazione politica a livello locale perche il vantaggio del federalismo si ha solamente quando nelle realtà decentrate ci sono le capacità locali di impegnarsi nella politica in modo reale senza le dipendenze dalle gerarchie del partito o peggio ancora dal capo incontestabile dello schieramento. Il nostro partito ci lascia molte volte la liberta di coscienza di schierarsi. Mi fanno pena quelle forze politiche locali che devono riproporre la posizione del capo supremo dello schieramento per essere credibili e così facendo svuotano il federalismo del suo contenuto più iportante l’autonomia del operare.  Bisogna vigilare che il federalismo lo sia per davvero e che non sia solo la delega a governare le “provincie” mentre è a Roma che si tirano le fila. Il federalismo si misura con la capacità del governo centrale di lavorare in collaborazione e   trasparenza con il governo regionale e che gradualmente ceda i poteri ad esso. Altrimenti rimane solo un concetto, che se non attuato può portare ai gravissimi vuoti di potere che sicuramente finiranno con acclamazione per un forte potere centrale che potrebbe anche non essere più un parlamento ampio con poteri legislativi , ma invece potrebbe anche essere una cancelleria o gabinetto presidenziale con poteri assoluti. Questo sarebbe la fine di tutti ii propositi di maggiore democrazia e trasparenza, autonomia e sostenibilità del sistema politico federale in Italia. L’anomalia della spartizione del potere potrebbe succedere anche nel caso ci fossero solo due grandi partiti. Va letto come coraggiosa e responsabile la scelta di partiti che affrontano il futuro federalista scegliendo di fare una coalizione invece di formarlo o affidarsi ad un partito unico. Una situazione politica dove si bilanciano due grandi partiti porterebbe a rischio  di una sostanziale spartizione dei poteri e formale paralisi della democrazia nell’amministrazione. Nella coalizione bisogna essere capaci di fare gli accordi in trasparenza e alla luce del sole. Ci si può anche scontrare sui temi ma il metodo di dialettica democratica è insostituibile. La capacità di crescere ed elaborare le soluzioni condivisibile deve essere primaria in un rapporto di coalizione politica. Coerenza al proprio statuto e alle proprie enunciazioni insieme al rispetto per i partner in un rapporto trasparente e chiaro faranno bene alla coalizione. Mi auspico che questo possa dare una grande accelerazione al successo di  Massimiliano Pescini e alla nostra coalizione.  La crisi economica La situazione di sofferenza delle imprese e dei lavoratori e veramente un problema deleterio. L’impotenza con quale dobbiamo assistere noi politici locali in un sistema di economia globalizzata, rispetto alla immensità del problema è seconda solo alla consapevolezza che ci sono anche delle realtà italiane o nei paesi in via di sviluppo che stanno pagando un prezzo ancora più alto, se non terribile a questa crisi. La crisi che ha le origini ben precise e ha una storia che si può ricostruire perfettamente. Ci siamo trovati più o meno tutti insieme( paesi del mondo) e ne dovremmo uscire più o meno insieme. Riscrivere le regole e fare una nuova Bretton Woods? Nessuno ne parla più.  Forse l’obbiettivo è quello di uscire e basta. Se non altro - uscire per ora, poi si vedrà. Già la consapevolezza di lavorare insieme è una buona notizia. Se resiste a tutte le eventuali tentazioni di nazionalismi, conservatorismi, pregiudizi ecc sarà un piccola garanzia per il successo. L’Europa farebbe bene di garantirsi un’autonomia rispetto agli stati uniti nel pianificare il suo piano di ricovero e rilancio dell’economia. Le potenzialità dello sviluppo dell’economia dell’Europa dei 27 con l’ultimo allargamento non sono ancora esaurite. Si affacciano nuove opportunità ancora nei Balcani e nel Vicino e Medio Oriente. Se il Nord Affrica attualmente per noi è solo un peso per via dell’immigrazione di massa che , gestita dalle mafie internazionali , potrebbe essere anche un’opportunità   che ci garantirebbe a entrambi una prosperità durevole.  Ci vorrebbe una politica internazionale saggia e ad ampio raggio, senza pregiudizi, condotta in coordinamento con la UE, dove lo sviluppo e diritti civili crescono contemporaneamente e non condizionano l’uno all’altro. Programmazione di collaborazione con il Nord dell’Africa può essere condotto a tutti i livelli e in tutti campi. Dalla UE alla ANCI, dall’economia, medicina, ricerca, università , materie prime , cultural ecc. Il Mediterraneo e il luogo di molte fasi dello sviluppo per i commerci tra le nazioni negli ultimi 3500 anni. Noi siamo immersi nel Mediterraneo. Non è possibile che noi abbiamo solo problemi. La Turchia si era avvicinata di molto al modello europeo, ora c’è il rischio che si allontani. Bisogna intervenire ma con giudizio e moderazione. Tutto questo è necessario per garantire la prosperità e le commesse alle aziende che poi lavorano sul territorio. Le nostre aziende devono avere l’accesso a questi mercati. E’ necessario anche supportare le aziende nella innovazione. Bisogna favorire l’insediamento delle aziende ad alto contenuto tecnologico che potrebbero aprire un ciclo di crescita durevole. Prospettare ai giovani un futuro con una scolarizzazione sempre più elevata sarebbe possibile in un tale contesto.   Liberismo puro o il garantismo dello statoFino a pochi anni fa, per non dire fino a ieri, la politica era dominata dalla destra e la sinistra: la prima voleva un’economia di mercato senza l’invasione dello Stato. La seconda era fautrice di un mercato garantista. Oggi il mondo è radicalmente cambiato, i dubbi sorgono ad entrambe le sponde del pensiero. Certo è che tutti sarebbero , almeno a parole, soddisfatti di un sistema che offrisse le opportunità di libera impresa e le garanzie occupazionali in un paese dove tutti lavorano e lo stato vigila. Io penso che i diritti e doveri in una società composita come la nostra, sia che  parliamo della società civile, quella produttiva oppure del terzo settore devono essere espressione del livello di sviluppo economico e culturale raggiunto. Quindi non si tratta di far prevalere l’una o altra scuola di pensiero ma di offrire opportunità alle parti di elaborare una soluzione misurata alle loro esigenze.  . Come dire,  un pluralismo di modelli che poi  si confrontano nelle sedi istituzionali e nella vita quotidiana con l’obbiettivo sperato di evolversi invece di ingessarsi. Credo che sia auspicabile un attività nel sviluppare i modelli sociali anche nel settore produttivo e non solo nel terzo settore. Dalle classiche cooperative dove i soci dividono il profitto ma anche il rischio d’impresa ma seguite da vicino con le figure professionali manageriali in grado di offrire loro competitività alle forme di autoproduzione nel settore alimentare, energetico o altro per implementare le capacità di famiglie di affrontare la crisi di modello consumistico. Autoproduzione invece di calo di consumi dove è possibile questo modello. Ad ogni modo non deve essere demonizzata nessuna componente , ne  libertà dell’economia di mercato ne la garanzia di cui deve godere l’individuo nei suoi diritti civili, come anche il suo diritto di essere svincolato dai modelli di consumo in evidente stato d’affanno. La nostra società deve dare l’opportunità a queste opzioni.  Nel caso in cui ci sono finanziamenti pubblici da erogare alle aziende e società privati è lo stato che si debba occuparsi di non fare le operazioni che discriminano le aziende che lavorano in regime di imprese libere e che  conoscono lo stato come esoso esattore delle tasse. Insomma le operazioni come l’Alitalia non si debbamo ripettere.