|SINISTRA|Cologno

E al Manifesto quando una autocritica?


La sconfitta elettorale della sinistra era già avvenuta nella società. Non sono i lavoratori che hanno abbandonato la sinistra ma è la sinistra che ha abbandonato i lavoratori. Tuttavia, ora dopo questa catastrofe, per i lavoratori sarà ancora peggio. Già si va velocemente verso la controriforma del contratto nazionale, verso la cancellazione di tutti i diritti sociali e sindacali, verso la crescita della cultura devastante che considera non più i padroni gli avversari dei lavoratori, ma altri sfruttati, altri lavoratori, i precari, i disoccupati, gli immigrati.Pubblichiamo alcuni articoli apparsi sul Manifesto, quotidiano generalmente apprezzabile per come affronta le problematiche del lavoro e della società italiana. Facendolo, questa volta tuttavia ci chiediamo come mai nel quotidiano Il Manifesto non si sia ancora aperta una seria riflessione autocritica sulla pesantissima sconfitta elettorale. La sconfitta della Sinistra Arcobaleno non è attribuibile alla sola Rifondazione Comunista, che indubbiamente è la forza politica maggiormente responsabile. Il Manifesto, questa volta per la prima volta, è sceso entusiasticamente in campo a sostegno del soggetto unico della sinistra di Bertinotti e Mussi e della Sinistra Arcobaleno. La distruzione della sinistra è l’approdo finale di quella particolare cultura del comunismo italiano che è stata conosciuta come l’ingraismo, in tutte le sue versioni. Prima nel Pci ha contribuito allo snaturamento della sua identità comunista e al suo scioglimento (Occhetto era figlio di Ingrao). Poi non ha mai creduto alla rinascita di una forza comunista ed ha messo per anni i bastoni fra le ruote al Prc. Ora, infine, è la cultura ingraiana, che aveva ripreso in mano il gruppo dirigente del Prc, la principale responsabile della linea politica e del progetto strategico che ha portato alla debacle elettorale. A quando una riflessione più di fondo fra chi ha condiviso questa cultura. www.lernesto.it sabato 3 maggio 2008