|SINISTRA|Cologno

Post N° 96


Innse Presse: Licenziati 50 operai, ma il lavoro e la protesta continuanoRUBATTINO 04/06/2008 - Ore 6.30 di ieri mattina: la catena di montaggio della Innse Presse si attiva come ogni giorno. Nonostante i 50 lavoratori della storica azienda di via Rubattino, che produce macchine utensili di grandi dimensioni, sabato siano stati licenziati in tronco. Con un telegramma che invitava uno di loro a stare a casa da ieri «perché esonerato dal prestare attività», in permesso pagato fino al 31 luglio. Poi le ferie e da settembre la chiusura della ditta e l’avvio della mobilità per i lavoratori.DECISIONE IMPROVVISAUna serrata improvvisa alla quale i dipendenti si sono ribellati subito dando il via a un presidio permanente dopo essere entrati da un ingresso secondario della fabbrica. «Perché l’azienda - spiega Jorge Torre, sindacalista della Fiom che si sta occupando della vicenda - gode di ottima salute. Per questo vogliamo capire le motivazioni reali di questi licenziamenti parlando con la proprietà che al momento è irrintracciabile».OGGI IL VERTICEMa l’aria alla Innse da qualche tempo si era fatta pesante. E per oggi era già previsto un vertice a cinque che, comunque, è stato confermato. Al tavolo delle trattative, oltre al gruppo torinese di Silvano Genta che due anni fa rilevò la fabbrica dopo un fallimento, il Comune di Milano, la Provincia, l’immobiliare Aedes (proprietaria del terreno) e i lavoratori. L’area ex Innocenti di via Rubattino, infatti, è interessata da un grande progetto di riqualificazione che necessariamente dovrà passare dal Consiglio comunale, visto che in ballo c’è una destinazione diversa della zona oggi classificata come industriale.LAVORATORI A RISCHIO«Il gruppo Genta da tempo ribadisce il proprio impegno nell’andare avanti qualora diventasse proprietaria anche del terreno su cui sorge la fabbrica - spiega Fabio Mangiafico, rappresentante della Fiom - Acquisizione che non è mai avvenuta. Per questo temiamo speculazioni ai danni dei lavoratori».PROSEGUE IL PRESIDIOComunisti Italiani e Rifondazione appoggiano la lotta. Oggi, dunque, l’atteso vertice col prefetto Lombardi che si è impegnato a rintracciare il gruppo Genta e con l’assessore milanese allo Sviluppo del territorio, Carlo Masseroli. Da quest’ultimo si attende un chiarimento sul futuro dell’area. Mentre la Provincia si è già espressa per bocca dell’assessore al Lavoro, Bruno Casati, che ieri mattina ha effettuato un sopralluogo in fabbrica: «Questa serrata è inattesa. Sconcerta il fatto, tutto all’italiana, di un’azienda in attivo che dovrebbe lasciare il posto a palazzinari».Il presidio, intanto, prosegue. Gli operai chiusi in fabbrica hanno deciso di non parlare, ma di continuare a fare quello per cui vengono pagati. Almeno fino al 31 luglio.tratto da: Cronaca Qui Milano