Sinistra

La sinistra in trincea in vigilanza


Troppo "Veltrusconi" in RaiAngela Mauro«Black out». Dopo aver pensato di andare a manifestare davanti alla Rai di viale Mazzini (idea non tramontata, data da definire), la Sinistra Arcobaleno prende carta e penna e scrive al presidente della commissione di vigilanza Rai Mario Landolfi per denunciare la «disparità di trattamento riservata dai mezzi di comunicazione ai candidati e ai programmi» dei partiti che non siano il Pd di Veltroni o il Pdl di Berlusconi. Il presidente, è la richiesta, si faccia carico di «garantire pari dignità e condizioni ai soggetti politici e alle diverse proposte politiche, segnalando tempestivamente gli squilibri di comportamento». La lettera viene spedita nel bel mezzo di una giornata concitata in commissione, terminata con l'approvazione del regolamento sulla par condicio relativo alla seconda fase della campagna elettorale, che scatterà dopo la presentazione delle liste. La Sinistra Arcobaleno abbandona la seduta, in protesta contro la scelta del Pd di votare a favore del confronto diretto tra i candidati premier in tv, ma non per la realizzazione effettiva di tale principio. In sostanza, in commissione è passato l'emendamento Beltrandi-Migliore (Rnp-Prc) che reintroduce un confronto tra tutti i candidati premier della durata di 90 minuti nei giorni precedenti al voto su Raiuno (tra le 21 e le 22.30), ma non sono passati altri tre punti dell'emendamento che avrebbero regolamentato il principio. Dunque, una vittoria «menomata», per la sinistra, che contesta la «vergognosa presa di posizione del Pd che preferisce accordarsi con il Pdl di Berlusconi per mantere uno status quo nell'informazione Rai sulla competizione elettorale a loro esclusivo vantaggio», dicono i rappresentanti della Sinistra Arcobaleno in commissione vigilanza, Giovanni Russo Spena, Paolo Brutti e Natale Ripamonti. Seguirà una lettera all'Autorità per le comunicazioni affinchè «stabilisca regole che diano corpo al principio approvato in commissione».Sulla questione prende posizione anche il candidato premier Fausto Bertinotti. La campagna elettorale di Veltroni è «invasiva», dice negli studi di "Controcorrente" su Sky Tg24. Il leader del Pd «tende a invadere il terreno complessivo della campagna elettorale anche aiutandosi con il comportamento del Pdl e con la complicità del sistema delle telecomunicazioni. Tutto per operare una falsificazione del dibattito politico italiano in direzione di un duopolio che determinerebbe la scomparsa delle istanze della sinistra». Quanto ai telegiornali, «è del tutto evidente - continua Bertinotti - la tendenza a determinare un regime di duopolio che è allarmante perchè riduce gli spazi della democrazia».Duopolio Pd-Pdl in tv, pensiero unico Pd-Pdl in Parlamento dopo il voto. Il rischio «larghe intese» è sempre più forte, torna a rilanciare il segretario del Prc Franco Giordano. «Noi non contratteremo, nessun accordo sottobanco con il Pd, nemmeno un'intesa tecnica per limitare i danni al Senato». Strade distinte, dunque, il Pd con il suo indistinto "ma anche", la Sinistra Arcobaleno con la sua scelta di parte, come recita il messaggio della campagna elettorale lanciata ieri (vedi a pag. 14). Il Pd dice di essere il partito dei precari e degli operai? «Non c'è confine alle aspirazioni - commenta Bertinotti - Ma sarebbe meglio essere non tanto il partito dei precari, quanto il partito che vuole cancellare la precarietà. Nel programma del Pd, vedo misure volte ad alleviare il precariato, non a sradicarlo. Il banco di prova è la legge 30 che ha consentito la crescita della precarietà: va superata».Dopo aver presentato il programma e la campagna elettorale, la Sinistra Arcobaleno ritrova l'ottimismo (un sondaggio Ipr Marketing per Sky Tg24 le assegna tra il 7 e il 9 per cento dei consensi se si votasse ora e un potenziale elettorale complessivo che va dal 5 al 15 per cento). Anche la questione del simbolo non brucia più. «Basta con i toni difensivi, li ho usati anch'io finora - ammette Bertinotti - proviamo davvero ad appropriarci dell'arcobaleno, viviamolo, basta con "avevamo un grande simbolo"... Ne abbiamo un altro: spendiamolo con fantasia».