Sinistra

Giordano a Veltroni: «Noi la Sinistra, il tuo Pd dove sta?»


«Caro Walter, la campagna elettorale, si sa, è fatta anche di tormentoni e uno dei tuoi preferiti è accusare la Sinistra Arcobaleno di essere ibernata. Il detrito di un passato estinto. Degli anni Cinquanta, che sono archeologia a differenza dei Sessanta che, chissà perché, sono invece di stringente attualità. Dell'epoca della lotta di classe e della manifestazioni contro la Nato». È questo il punto del segretario del Prc, Franco Giordano, che verrà pubblicato mercoledì in un editoriale su "Liberazione". Il segretario del Prc risponde alle critiche del leader del partito Democratico, Walter Veltroni, e domanda: «Il tuo Pd, da che parte sta?». In merito alle questioni del lavoro così difficili, secondo la Sinistra, oggi in Italia «non siamo nel '53 ma nel 2008: l'anno in cui si contano in Italia due milioni 700mila "lavoratori saltuari" e tre milioni di lavoratori al nero. Il tuo candidato Colaninno - sottolinea Giordano - offre un po' meno di 600 euro al mese, e di fissare a 36 mesi il tetto del lavoro precario non vuole neppure sentirne parlare. Tu cosa ne pensi? E se non sei d'accordo con l'industriale d'alto lignaggio, perché lo hai candidato?». E ancora, è polemica sulla candidatura del presidente di Federmeccanica, Massimo Calearo: «Calearo è il capolista del tuo partito nel Veneto. Perché?», è il ragionamento di Giordano. «Immagino, correggimi se sbaglio, perché il Pd vuol sfondare nella roccaforte leghista del nord-est. È un obiettivo sacrosanto, ma se per raggiungerlo bisogna interiorizzare proprio la cultura che si vorrebbe contrastare, quella dello sciopero fiscale del Carroccio e di Calearo, il gioco non vale la candela». Aggiunge Giordano sul "patto tra produttori" di cui parla Veltroni: «Ma sei proprio sicuro che eliminare i conflitti renderebbe questo paese e questo mondo migliori? Forse la differenza tra noi è proprio nello scarto tra chi mira ad amministrare la dolente realtà esistente e chi non si rassegna. È il caso nostro. In effetti, però, noi -conclude - siamo la Sinistra».