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PAOLO FERRERO: «No a Vendola, vuole una lista guazzabuglio»


Paolo Ferrero Il segretario del Prc: puntiamo da soli al 5%. Nichi con Cuffaro sarebbe invotabile«No a Vendola, vuole una lista guazzabuglio»«Il Pd non si oppone» «Il Pd di Franceschini non fa opposizione suniente, è uguale a quello di Veltroni. E Bersani è l' uomo delleliberalizzazioni»ROMA - Segretario Paolo Ferrero, il suo ex compagno di partito Nichi Vendola vi lancia un appello: per le Europee mettiamo da parte le ragioni di bottega e uniamo tutte le forze di sinistra. Che cosa risponde? «No grazie, non saprei come fare la campagna elettorale per un cartello che tiene insieme socialisti, verdi, comunisti. E' un guazzabuglio, una scorciatoia per essere eletti. Non vorrei essere offensivo ma rilevo lo scarso profilo politico della proposta di Nichi, che mi pare simile a quella del Pd: alla sconfitta si risponde allargando a destra, si fanno coalizioni fumose, eterogenee, rissose che non sconfiggono nessuno. Un pastrocchio». Dividere la sinistra non significa rischiare di sprecare i voti, visto che c' è lo sbarramento? «L' obiettivo è il 5 per cento». E come pensate di raggiungerlo? «Abbiamo proposto di lavorare per costruire attorno a Rifondazione un progetto di aggregazione di una sinistra alternativa. Non vedo oggi la possibilità di proporre alleanze». Vendola sdogana anche l' Udc. «Allargare a Cuffaro e Buttiglione un' alleanza? Sarebbe invotabile».Questo isolamento vale anche per le elezioni amministrative? «A livello locale la tipologia delle decisioni è più ridotta, non si decide sul precariato, sulla guerra o se cambiare la politica economica. Siamo per vedere caso per caso. Se a Torino c' è la Tav nel programma, non faremo l' alleanza. Se a Milano il Pd appoggia le ronde, il nostro è un no». E a Firenze e Bologna? «A Firenze siamo fuori, per via del piano regolatore. A Bologna si sta aprendo una discussione, se c' è discontinuità con la gestione Cofferati si aprono spazi per collaborare». Cosa proponete per le Europee? «Noi abbiamo proposto una lista i cui eletti vadano tutti nel gruppo della sinistra unita, il Gue. Il simbolo sarà quello di Rifondazione, perché, detta un po' brutalmente, tirare via i simboli del movimento operaio o abbandonare la parola comunismo non è né un obbligo né un' idea utile».[LEGGI TUTTO L'ARTICOLO SU CORRIERE.IT]