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SAN LORENZO - PATRONO DI TIVOLI - 1750° anniversario del martirio

Post n°23 pubblicato il 10 Agosto 2008 da qazwsxedcrfvtgbyhn

Il 10 agosto il centro storico di Tivoli era più vivo che mai.

Non solo per la solenne processione e per l'esposizione delle reliquie di Lorenzo nella cattedrale, ma anche, e soprattutto, per le numerose manifestazioni di festa popolari.

Il centro storico era vivo. Il 10 agosto era più vivo che mai.

Commenti al Post:
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Anonimo il 10/08/08 alle 15:58 via WEB
Signor fortebraccio 2008,approffitto del suo spazio per comunicarle che la statua di Piazza Trento verrà spostata l'11 agosto per consentire lo svolgimento dell'Inchinata. La statua verrà riposizionata il 21 agosto. IL SINDACO (V) HA MOSSO MARI E MONTI PER FAR VEDERE CHE LUI NON TORNA INDIETRO UNA VOLTA CHE HA PRESO UNA DECISIONE.OGGI POSSIAMO DIRLO E' TORNATO INDIETRO
 
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Anonimo il 11/08/08 alle 00:12 via WEB
Siamo anche curiosi di sapere se verrà di nuovo montato il palco per i nostri amministratori che vogliono mettersi in vetrina. Naturalmente speriamo di NOOOOOO!!!!!!!!!
 
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Anonimo il 12/08/08 alle 06:29 via WEB
La rimozione della statua di Piazza Trento a Tivoli è avvenuta oggi lunedì 11 agosto 2008 alle ore 10,00 ed è stata resa necessaria per lo svolgimento della secolare cerimonia dell'Inchinata. Ignoro il costo ll'operazione, tanto più che già precedentemente il sito per la statua era stato spostato dal centro della Piazza in posizione più defilata, ma sempre ingombrante per lo svolgimento della cerimonia. Spero, come le migliaia di cittadini che fimarono a suo tempo la petizione per far spostare la statua, che la statua stessa venga collocata in altro sito per ragioni non solo religiose, ma anche estetiche e per non far gravare ogni anno sulla comunità il costo dello spostamento e della rimessa in situ. Senza dubbio il costo dello spostamento, visti i chiari di luna, si potrebbe utilizzare in altro modo. Cordiali saluti. Roberto P. S. L'Ufficio preposto del Comune aveva indicato come misure per gli archi dell'Inchinata la larghezza di metri 3,05 assolutamente insufficiente! Si è dovuto praticare i fori ad una lunghezza maggiore di ben sessanta centimetri circa!!!! E' tutto dire!!
 
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Anonimo il 21/08/08 alle 08:42 via WEB
Egregio Direttore, lo spostamento della scultura moderna inserita a Piazza Trento a Tivoli (di fronte alla Chiesa di S. Francesco) avvenuto il giorno 11 agosto e la sua rimessa in situ il giorno 20 agosto 2008 non possono che essere salutati con soddisfazione da tutti i cittadini di Tivoli. Il tutto dimostra come le finanze del Comune di Tivoli (checché ne dica Bossi o molti altri sindaci italiani che vogliono rintrodurre l’ICI) siano in floridissime condizioni, se ci si permette di spendere (quanto? si potrà sapere?) una somma, penso nemmeno tanto modesta, per spostare e rimettere nella Piazza di fronte a S. Francesco e Villa d’Este un’opera contro la cui istallazione i cittadini di Tivoli raccolsero ben 4.800 firme (fonte Il Messaggero). Ma che le finanze del Comune di Tivoli fossero in floride condizioni era stato dimostrato già precedentemente quanto, a vasca quasi terminata al centro di Piazza Trento, il progetto fu cambiato ed il sito per ospitare la statua e la “pescolla” (questo termine fu usato da membri dell’Amministrazione Comunale) fu spostato in posizione più defilata. Un comunicato stampa e un manifesto dell’Amministrazione Comunale datati 25 febbraio 2008 così concludevano “Il monumento dunque non crea alcun impedimento alla celebrazione dell’Inchinata, che potrà avvenire nello scenario di una piazza riqualificata e accogliente, con l’opera di uno degli scultori contemporanei più importanti al mondo.” E così è avvenuto! Infatti, cari concittadini, forse Voi pensate che la statua sia stata spostata per far svolgere, così come avviene da secoli, la cerimonia dell’Inchinata? Niente di più falso, la Vostra è una considerazione errata! Leggete come conclude l’Ing. Luca Marta, Dirigente dell’ VIII Settore Lavori Pubblici del Comune di Tivoli nella lettera di spostamento del monumento datata 1 agosto 2008: “L’opera d’arte, infatti, non compromette la movimentazione delle macchine religiose sulla piazza ma, in virtù dell’ingente afflusso di pellegrini che annualmente si registra durante il rito, l’occasione sembra, a giudizio dello scrivente, idonea per esporre l’opera stessa ad atti vandalici da parte di chi, approfittando dell’assembramento religioso, rincorre finalità diverse”. Si spera che le Autorità Comunali, presenti alla sacra cerimonia la sera del 14 agosto 2008, abbiano potuto constatare di persona che, a differenza di quanto scritto nel comunicato e manifesto del 25 febbraio 2008, “il monumento crea un impedimento alla celebrazione dell’Inchinata” e spero pure che sia stato presente l’Ing. Luca Marta che così avrà potuto constatare che “L’opera d’arte compromette la movimentazione della macchine religiose”. Avrà potuto constatare le lunghezza delle stanghe della macchina del SS. Salvatore e lo spazio di manovra di cui c’è bisogno; anche in attesa dell’Inchinata, poco indietro l’arco di mortella, le stanghe sarebbero andate addosso alla statua! La cosa più grave è effettivamente la giustificazione per lo spostamento: forse i cittadini di Tivoli sono dei vandali? L’opera d’arte non poteva essere tutelata dalla Polizia Municipale o dalle altre forze pubbliche che accompagnano la cerimonia, se veramente non era d’impedimento? Forse a Piazza Navona quando si svolgono manifestazioni, ben più rischiose di una sacra cerimonia come quella dell’Inchinata, si spostano le statue dei quattro fiumi? Come cittadino di Tivoli mi ritengo profondamente offeso per quanto supposto dal Dirigente comunale ed anche per il termine “assembramento religioso”, che mi sembra proprio un linguaggio non adatto per tutti i fedeli che ogni anno accorrono a Piazza Trento. Ma una notizia positiva c’è, come dicevo all’inizio. Non avremo aumenti di tarsu, di Ici, di altre gabelle comunali, perché ogni anno, dico ogni anno, il Comune di Tivoli avrà i soldi anche per tutelare la statua sita in Piazza Trento, deliberando la spesa dello spostamento e della rimessa in situ da parte, non di un automezzo in possesso dell’autoparco comunale, ma fatto venire apposta da......da dove è venuto? Si potrà sapere? A vedere il nome della Ditta (Maggi Alessandro) il mezzo sembrava provenire addirittura da Pietrasanta in provincia di Lucca. P. S. Vogliamo pure segnalare che la larghezza indicata per gli archi dall’apposito ufficio comunale di metri 3,05 si era dimostrata insufficiente e la larghezza stessa si è dovuta aumentare di ben sessanta centimetri. Per fortuna ci si è accorti di ciò. Immaginate la figura la sera dell’Inchinata! O forse era meglio far vedere come vengono gestite queste pratiche?
 
armatarotta
armatarotta il 21/08/08 alle 15:02 via WEB
Fortunatamente le finanze del comune di tivoli sono floride; fortunatamente l'ingegnere del comune ha calcolato tutto bene; fortunatamente lo stesso ingegnere ha voluto preservare la statuta di Piazza trento (ormai conosciuta in tutto il mondo: sembra che stiano organizzando in tutto il mondo dei voli charter per venirla a vedere e sarebbe il caso di farla inserire nel patrimonio unesco); fortunatamente i cittadini di Tivoli,non sono tonti, come ha dimostrato l'anonimo di cui sopra.I nostri amministratori,vecchi e nuovi, che hanno permesso ciò (costruzione della statua)dovrebbero vergognarsi.Ma loro pensano solamente a salire sul palco. Come le veline.
 
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Anonimo il 29/08/08 alle 08:33 via WEB
Non consideriamo poi che razza di statua ci stanno imponendo...! Leggete sotto: "di Igor Mitoraj a Tivoli e dell'arte sua Mi aveva già scritto un amico, lievemente sfottente: “é tua l’opera …con la bocca e senza testa”, di cui si discute e dibatte in quel di Tivoli? Peraltro lui, intelligente ricercatore e acuto osservatore, ma che non sa di arte, aveva poi concluso, “di cosa sia, di cosa si tratti, vedi tu ché ci capisci”. Invece tutti, pur essendo di altro mestiere, hanno dichiarato o sottinteso che l’opera fosse magnifica, a prescindere dalle beghe cittadine, e che l’artista fosse senz’altro dire “grande e celebre”. E non capisco s’è più per ignoranza vera ed escusativa o per servilismo inopportuno. Chi scrive questa nota, da critico per niente di fama, pure con qualche capacità e preparazione specifica, ha pensato di guardare solo l’opera e ha cercato di informarsi sull’artista in questione e delle sue opere tante, variamente dislocate, in piazze e giardini, in Italia e all’estero. Senza alcuna riserva mentale mi son detto: Se l’arte di questo scultore ha tanto successo, o, più propriamente, tante occasioni e commissioni, qualcosa vorrà pur dire! Sempre l’amico di sopra, abituato più di me per sua professione a riflettere e a vedere le pubbliche cose, mi faceva osservare che: 1. com’è noto, il successo produttivo o commerciale non fa di per sé valore, né estetico, né culturale; 2. le pubbliche commissioni (quello che si dice “l’artista portato” dal partito), rispondono a logiche tutte di parte nella gestione del territorio e delle risorse pubbliche. Tanto più e meglio nell’arte, dove il valore in denaro (e il compenso) è per sua natura tutto opinabile, pertanto sempre giustificato nella cifra messa in bilancio all’apposito capitolo di spesa. Ma il mio interesse in questa sede deve essere solo culturale. Tralasciando le ragioni dello scontro sulla collocazione del “monumento”, detto anche inopportuno e inutile “ingombro”, volendo riflettere sul valore estetico-culturale dell’arte di Igor Mitoraj, mi sono ancora chiesto del come mai - pur frequentando il settore - tale artista mi fosse alquanto sfuggito. Eppure, vedo nella rete-web che il consenso documentale c’è: ampio e variamente illustrato. In realtà: oltre alle immagini tante che fotografano solo la diffusa ed effettiva presenza dei manufatti creati e installati, le testimonianze e le “critiche” sono generalmente “buone” quanto estrapolate da presentazioni dell’opera e dell’artista da parte di chi ha proposto e voluto la commissione e/o da parte di chi ha ricevuto l’incarico di illustrare, con l’arte della parola ed altrettanto incenso se occorre, tanto l’artista e la sua opera e, non meno, il personaggio pubblico e privato che ha voluto e commissionato il tutto. Conosco abbastanza l’arte del dire e non dire, per non capirlo. Allora, per la cultura e non per altro, occorre dire di più. E in modo, persino didatticamente, meno equivoco, come nell’informazione data al cittadino. Su un pannello illustrativo degli uffici comunali, di Mitoraj e della sua opera, trovo scritto: “grande conoscitore del mondo classico arcaico(!), … s’ispira per le sue opere a personaggi mitologici, facilmente riconoscibili…”. A parte che sfido chiunque, compreso l’estensore di tale annotazione, a dire se ha riconosciuto a quale personaggio del mito l’opera tiburtina si rifaccia, qualche perplessità concettuale, a livello di studi solo medio - superiori e non specifici, seriamente uno se la pone. Fare un tutt’uno di “classicismo” e “arcaicità” è veramente strano e incomprensibile, e si spiega solo con un fatale e noto “non sapere neppure di quello che si scrive”. Ma le pubbliche amministrazioni, si sa, in questo non vanno per il sottile ed è difficile chiedere di più. Torniamo, comunque, al nostro artista di tanto pubblico successo e alla sua opera messa in piazza, a Tivoli. In altro mio corsivo lo definivo, con volontà letteralmente provocatoria (di qualche risposta più specifica, mai avuta): “il masso”, un blocco in lapis tiburtinus, dove più dove meno sbozzato, ammantato, dopo il drappellone da cerimonia di un’inaugurazione mai avvenuta, da un “sottile velo d’acqua che scorre”... Il tutto - iniziativa fotocopia di analoga “riqualificazione” di una piazza in quel di Roma, anno 2003 - appare elemento da costruito giardino del tipo cultura d’accatto, tronfia e costosa, oggi tanto in voga nei nobilitanti ristoranti-ville-tenute per pranzi di nozze e simili. O se vogliamo, nel gusto borghese di chi “ha fatto i soldi” e si fa costruire nella sua villa un rock-garden, un giardino con roccia …con tanto di rivolo d’acqua. I bambini a Tivoli, in quel di piazza Trento, invece che l’atteso culturale e di moda Ooh…!, hanno subito sguazzato nella piccola pescòlla, ai piedi dell’opera-monumento. Se pure fosse quello lo scopo del committente, con dannazione di mamme e nonni, certo poco contribuisce a spiegare quale sia la “poetica” informativa dell’artista. Riproporre in grande – come i bambini usano fare e gradire – sculture romane (classiche e per niente arcaiche, che siano o le si voglia dire), potrà servire a dare elementi per l’arredo, di piazze e giardini, ma non se ne capisce lo scopo e finalità artistici. Del tempo antico, si sa, a noi spesso sono rimasti, fra i ruderi, frammenti o parti frammentate. Ed è lì che il nostro va a pescare e replicare, magnificandoli in dimensioni mega stupefacenti, con un gusto del tutto decadente e, dunque, assai poco classico. Certo i suoi scolpiti massi, facce, ali e gambe, in travertino, in marmo, in ferro o bronzo, sono buoni per “fare scena”, come al tempo dei kolossal cine-romani alla BenHur, per ricostruire in cartapesta cinematografica la grandezza di Roma caput mundi, come, con sfilate e sceneggiate pretenziose e vacue, al tempo del “ventennio” in Italia, secolo scorso. Non diversamente appare, per quanto di successo, la detta poetica di Mitoraj e dei suoi per altri fini interessati promotori. Una percezione dell’arte, o meglio delle percezioni sull’arte, palesemente fuori tempo. Già nell’età moderna (tra otto e novecento), l’opera d’arte, anche se ancora manufatta, veniva con astrazione ri-formata e riformulata per significare - e lo era - un disagio dell’artista che aveva perduto insieme sicura committenza e scopo nel suo fare e destino e, non meno, testimoniava la sofferenza di una società piagata e in ansia a più livelli. Ai giorni nostri, poi, l’artista, tra quelli più trendy e in voga, propone non più manufatti, più o meno artisticamente formati ma installazioni, spesso mega, a volte cruente o canagliesche, persino ridicole, quanto tutte, come tutto, abbondantemente sponsorizzate da industriali e commercianti, e talora dai politici. Anche quelle di Mitoraj si possono dire …installazioni? In qualche modo, certo, ma non credo che il dirlo (o ammetterlo), nell’asserita quanto confusa ispirazione alla romana classicità, possa piacergli o gratificarlo. E’ anche possibile osservare, sul piano formale (per limitarci alla lettura dell’opera, almeno di quella installata in città), che l’artista ha comunque compreso che rischiava di fare delle copie. E, si sa, le riproduzioni le possono fare tranquillamente gli scalpellini, onesti lavoratori da fatica della pietra, ma che poco posso avvalorare chi pensa di chiamarsi ed essere artista. E per non fare cosa da confondersi nel tempo per una copia di qualche frammento antico, ha nel “masso” prodotto …buchi (si è scritto: “delle introspezioni”), delle cubiche protuberanze, delle inserzioni, opera nell’opera, fine a se stesse. Concettualmente confuse e frammentarie, com’è nel gusto tutto suo dello straniero che, giunto in Italia, ammira entusiasta e nient’altro sa dire, scioccato com’è da quella che è stata detta la “sindrome di Stendhal”: …very good, very very nice! Veramente caratteristico. Ma l’arte è altra cosa, anche in età moderna e contemporanea. In questo è rimasta inevitabilmente tale: l’arte è invenzione, è mezzo visivo per dare all’umanità sua contemporanea, come ho scritto altrove, “l’anima visibile del mondo”. Per farlo, occorre cultura, approfondita e vera, richiede originalità semantica autentica. Solo così può essere – com’é suo compito e destino - comunicazione e informazione. Invece, l’opera very good di Mitoraj - lo chiedo a lettori e cittadini, a quant’altri mi vogliano dare risposta - oltre al fastidio non poco per gli adulti e al trastullo inaspettato per i piccini: Che cosa comunica? (G. F. Pollutri, per Il Cittadino, maggio 2008)"
 
 
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Anonimo il 29/08/08 alle 08:44 via WEB
E' arrivato lu Sgarbi delli poveri... ma falla finita, idiota, che se rileggi quello che hai scritto non ti capisci nemmeno da solo.
 
   
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Anonimo il 29/08/08 alle 14:10 via WEB
ma sgarbi a tivoli è un mito: ha copiato da tivoli la sua proposta di assessorato al nulla; a tivoli gli assessori sono assessori al nulla perchè chi comanda è uno solo.INDOVINATE CHI E'?
 
     
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Anonimo il 29/08/08 alle 14:17 via WEB
RE MARCO. Re di Tivoli e Bagni, Imperatore di Gerano.
 
     
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Anonimo il 29/08/08 alle 14:19 via WEB
e villa adriana? e acampolimpido?
 
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Anonimo il 29/08/08 alle 10:31 via WEB
Se usi il termine idiota significa che non accetti un dialogo democratico e mi meraviglia che su questo sito, che promette proprio di essere democratico si permetta di usare questi termini! Fai uno sforzo e cerca di capire quello che c'è scritto! Ma non hai capito che l'opera che ci hanno imposto non è tale, ma una copia come altre centinaia che ha fatto questo "artista" sponsorizzato da Finmeccanica ed eseguite col pantografo? Osservando da vicino i bassorilievi scolpiti sul basamento si possono notare sul fondo delle leggere ondulazioni parallele della superficie distanti circa 8 – 10 mm. l’una dall’altra, ondulazioni presenti anche sullo scudo di un personaggio. Queste ondulazioni sono state provocate dalla testina rotante del pantografo. I pantografi a controllo numerico a cinque coordinate possono compiere miracoli, specialmente se collegati a software di scansione laser di oggetti. E’possibile scansionare un’opera di Prassitele, modificarla e riprodurla in qualsiasi grandezza ( su internet sembra che da molti anni lo scultore abbia una linea di collaborazione con la Finmeccanica, potrebbe essere la questa industria che gli mette a disposizione i macchinari per la pantografazione, oppure la sua residenza a Pietrasanta è stata una scelta necessaria per stare vicino ai laboratori delle Alpi Apuane dove vengono eseguitre le copie). Uno scultore nell’arco della sua vita riesce forse a fare qualche centinaio di opere, l’autore della mezzacapoccia ne ha posizionate già cinquemila nel mondo e ne ha altre tremila depositate nei suoi magazzini ! I tiburtini, nella peggiore delle ipotesi, dovrebbero avere almeno il diritto di essere fatti a pezzi da un “buon macellaio” , mentre qui siamo di fronte alla cancellazione di una plurisecolare tradizione avente valore di civiltà a causa del posizionamento di una statua pantografata sulla quale lo scultore non ha fatto altro che mettere la sua firma ( pantografata ), come fa uno stilista sui milioni di indumenti che produce industrialmente. Hai capito ora?<7b>
 
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Anonimo il 29/08/08 alle 11:09 via WEB
AVVERTENZA per i visitatori ed una risposta ad una domanda ripetuta, non pertinente quanto comune.
Non cercate nel sito una pagina curriculum-elenco premi e mostre, in quanto l'autore raramente ed intenzionalmente poco ha partecipato negli anni passati a mostre.concorsi-esposizioni o di queste non conserva documenti o memoria.
ciao ceramicadautore
 
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Anonimo il 29/08/08 alle 14:19 via WEB
La statua di piazza Trento è pantografata? Ma veramente? Chi può dire qualcosa in proposito? Grazie.
 
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Anonimo il 29/08/08 alle 14:28 via WEB
A Berlusconia tutto è possibile;il pantografo,il lanciatore di cellulari, sono di forzaitalia e voto alle 10 per il pd e alle 14 per napoleonisindaco, i vigili vanno sempre in tre,vengo eletto dalla destra ma se serve 'na mano a baivinpicmar sono sempre disponibile,me devo candidà alle regionali,tagliamo l'alberi e w i verdi,pe' fortuna che me se ne annato, dice il vescovo,il bilancio è bono ma so finiti i sorrdi,stamo aspetta' la statua de pommodoro,aspetta e spera,l'inchinata a che serve '? ......e ancora.....e ancora...... e ancora......
 
 
famigliaborgia
famigliaborgia il 29/08/08 alle 16:49 via WEB
Che la statua di Mitoraj sia pantografata è fuori di dubbio, basta legger quello che ho scritto prima. Poi è eguale ad altre "mezzecapocce" che sta piazzando in varie parti (non però in una piazza cinquecentesca come quella di S.Francesco). Basta che inserisci Mitoraj e Statua in google e vedrai una sfitata di facce pantografate come quella di Tivoli. Che aspettavi, che mettessero davvero un'opera d'arte a Tivoli?
 
   
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Anonimo il 29/08/08 alle 17:03 via WEB
La ringrazio, professore!
 
     
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Anonimo il 06/01/09 alle 10:19 via WEB
Questo il testo della lettera consegnata in data 5 gennaio 2009 all'UPR del Comune di Tivoli da parte dell'Arciconfraternita del SS. Salvatore: "NOBILE E VENERABILE ARCICONFRATERNITA DEL SANTISSIMO SALVATORE E SACRAMENTO Tivoli, 5 gennaio 2009 Al Sindaco di Tivoli OGGETTO: Cerimonia dell’Inchinata del 14 e del 15 agosto Nel ribadire il ringraziamento per la decisione della rimozione del manufatto in piazza Trento, che ha consentito il 14 ed il 15 agosto scorsi lo svolgimento della cerimonia dell’Inchinata, il sottoscritto, quale priore dell’Arciconfraternita del Santissimo Salvatore e Sacramento, a nome anche del Comitato promotore, SI PERMETTE RIVOLGERE ISTANZA alla S.V.I. affinchè anche nel 2009 si provveda tempestivamente ad identica operazione, indispensabile tutela di una tradizione plurisecolare, ricca di storia e viva per i suoi profondi valori spirituali nel cuore dei tiburtini. IL PRIORE Prof. dott. Vincenzo Pacifici"
 
     
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Anonimo il 06/01/09 alle 11:49 via WEB
grazie al priore prof. Pacifici. le tradizioni popolari vanno alimentate!
 
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Anonimo il 07/07/09 alle 06:23 via WEB
Questo il testo della lettera consegnata il 3 luglio 2009 al Sig. Sindaco di Tivoli: "NOBILE E VENERABILE ARCICONFRATERNITA DEL SANTISSIMO SALVATORE E SACRAMENTO Tivoli, 3 luglio 2009 Al Sindaco di Tivoli OGGETTO: Invito per la Cerimonia dell’Inchinata del 14 agosto A nome della Nobile e Venerabile Arciconfraternita del Santissimo Salvatore e Sacramento, mi onoro invitare Lei e l’intera Giunta civica alla processione del prossimo venerdì 14 agosto. Il corteo partirà dalla Basilica Cattedrale alle ore 21 e avrà il suo epilogo, con la logica che scaturisce dalla storia, alle 23 circa in piazza Trento, unica sede a conferire dignità ad una cerimonia, culmine di una processione, dai richiami folcloristici ma anche e soprattutto ricca di profondi contenuti di fede e di devozione, che non meritano meschinerie. IL PRIORE Prof. dott. Vincenzo Pacifici",
 
 
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Cittadino Libero il 11/08/09 alle 14:56 via WEB
Per il secondo anno consecutivo è stata spostata la "mezza capoccia" che a piazza Trento impediva lo svolgimento della secolare cerimonia dell'Inchinata. Lo spostamento è avvenuto il giorno 11 agosto 2009 alle ore 9,00 ad opera della stessa ditta dell'anno passato. Ogni commento è superfluo, viene soltanto da dire che a Tivoli, mentre il 10 agosto 2009, festa del patrono S. Lorenzo martire, si inaugura la "mensa dei poveri" da parte del vescovado, nella giornata successiva vengono spesi dei soldi (potremo sapere quanti....3.000,00 euro, se non di più!) per spostare di nuovo una statua, nonostante tantissimi cittadini ne abbiano chiesto lo spostamento definitivo dalla storica piazza. Perchè spendere i soldi dei contribuenti? Non è meglio un altro sito più adatto per ospitare questo capolavoro? La villa d'Este ha bisogno di quest'opera per essere valorizzata? Certamente qualcuno deve essere chiamato a rispondere per questa "tassa annuale" che grava sulle spalle dell'intera comunità.
 
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devoto il 13/08/09 alle 17:00 via WEB
La Mamma sta sempre con il più debole. EVVIVA MARIA!
 
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mario il 14/08/09 alle 13:59 via WEB
E' un po triste che a Tivoli non ci si accorga che la "mezza capoccia" è opera di Mitoraj, uno dei piú importanti scultori contemporanei...
 
 
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caro mario il 14/08/09 alle 18:43 via WEB
1) è una grande opera anche se è solo una copia pantografata 2) perché proprio a piazza trento? solo qualche idea? piazza plebiscito. piazza rivarola. piazza santa croce. piazza b. della queva.
 
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Articolo 3

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