Alètheia

LA GERMANIA ORIENTALE. LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA. (1^ PARTE).


www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 02-10-09 - n. 289da Accademia delle Scienze dell'URSS, Storia universale vol. XI, Teti Editore, Milano, 1975A sessanta anni dalla costituzione della Repubblica Democratica Tedesca (07/10/1949) - trascrizione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare8. La Germania Orientale. La costituzione della Repubblica Democratica TedescaI PRIMI GIORNI DEL DOPOGUERRA IN GERMANIALa seconda guerra mondiale scatenata dal fascismo tedesco aveva provocato gravi conseguenze per lo stesso popolo tedesco. Esso era uscito dalL’avventura del fascismo e dell’imperialismo tedeschi con una vita economica completamente dissestata e i grandi centri industriali completamente distrutti. Milioni di uomini erano caduti al fronte, altri erano stati privati di un tetto e trovavano a malapena rifugio negli scantinati o nelle case semidiroccate, vagavano per le strade della Germania in cerca di un alloggio, di qualche cosa da mangiare, di una occupazione. Colpiva la depressione morale accusata da tutto il popolo a seguito della sconfitta. La bancarotta del sistema fascista significava anche il fallimento delle idee dell’invincibilità delle armi tedesche, della superiorità della razza germanica e altre, che erano state inculcate a forza nella coscienza del popolo tedesco durante 12 anni. Una parte cospicua della popolazione era stata presa dal panico di fronte all’idea di dover pagare per i delitti contro l’umanità ai quali aveva preso parte per ordine dei nazisti.Tuttavia vi era anche uno strato del popolo, magari modesto, che aveva visto nella disfatta del fascismo tedesco il crollo di tutto l’apparato di dominio dell’imperialismo, delle istituzioni statali, dell’esercito, della polizia, degli organi di asservimento ideologico delle masse.Esso era costituito dagli antifascisti - comunisti e socialdemocratici - che erano riusciti a rimanere miracolosamente in vita e che negli ultimi giorni di guerra erano stati liberati dai campi di concentramento dalle truppe alleate. Questi uomini comprendevano che nella vita della Germania stava per aprirsi una nuova fase, quella della lotta per una libera repubblica democratica tedesca. Il primo compito delle forze democratico-antifasciste era stato quello di far rinascere l’economia, di rimettere in piedi le aziende ridotte in uno stato catastrofico alla fine della guerra.Ma un compito non meno urgente era quello della rigenerazione democratica del popolo tedesco. La liquidazione delle conseguenze dell’influenza velenosa del militarismo e dello sciovinismo, che per molti decenni erano stati eretti a ideologia ufficiale dei circoli dirigenti della Germania, e lo sradicamento delle conseguenze dell’influenza nazista costituivano uno dei compiti più complessi di tutta la riorganizzazione postbellica del paese. Occorreva aiutare le larghe masse della popolazione tedesca a comprendere quanto infangata era stata la strada lungo la quale le classi dirigenti avevano condotto la Germania, il carattere criminale del nazismo, a comprendere la responsabilità storica per l’avvenire del paese che pesava ormai sulle spalle delle forze democratiche del popolo tedesco.La sconfitta inflitta dall’Armata rossa alle truppe tedesco-fasciste aveva creato le condizioni decisive per la liquidazione di tutto il sistema nazista, per operare in Germania trasformazioni democratiche, antifasciste. Il programma di riforme democratico-antifasciste, approntato dagli alleati, avreb- be potuto costituire una base favorevole per operare tali trasformazioni. Ma questo programma fu attuato in maniera conseguente nella sola Germania Orientale, che rientrava nella zona di occupazione sovietica.Il 9 giugno 1945 fu creata l’Amministrazione militare sovietica in Germania. Questa fin dal primo giorno operò in stretta collaborazione con le forze antifasciste su tutti i problemi di carattere economico e politico che si riferivano alla situazione della Germania Orientale. Il giorno successivo alla sua costituzione essa emanò un’ordinanza con la quale si consentiva la ricostituzione e la ripresa dell’attività dei partiti e delle organizzazioni democratiche sul territorio della Germania Orientale.Il primo a fare la sua comparsa sulla scena politica fu il Partito comunista tedesco, che l’11 giugno 1945 si rivolse al popolo tedesco con una dichiarazione programmatica. In essa si analizzava la situazione della Germania postbellica, si denunciavano i responsabili della catastrofe nazionale e venivano indicati i compiti fondamentali che il paese avrebbe dovuto affrontare per la sua rinascita, nonché le vie che questi avrebbe dovuto seguire per il suo sviluppo. Nella dichiarazione del partito comunista veniva posto il problema dello sradicamento del fascismo da tutti i campi della vita pubblica, della liquidazione dei monopoli e della grande proprietà fondiaria, della creazione di un sistema veramente democratico di amministrazione statale. La dichiarazione, quindi, costituiva un programma per le trasformazioni democratico-antifasciste che avrebbero dovuto essere operate in Germania e corrispondeva alla lettera e allo spirito degli accordi alleati sulla Germania.I gruppi di iniziativa, costituiti dal Comitato centrale del partito comunista, che avevano iniziato la loro attività a Berlino nell’aprile e maggio 1945, raccolsero e unirono attorno a sé i democratici antifascisti, molti dei quali erano stati liberati dal campi di concentramento o erano rientrati dall’esilio. Il gruppo di iniziativa di Berlino era diretto da Walter Ulbricht, quello sassone da Anton Ackermann, quello del Meclemburgo da Gustav Sobottka. I democratici antifascisti crearono organi amministrativi locali, di città, di villaggio, di distretto, che organizzavano il rifornimento di viveri, acqua, energia elettrica, combustibili, e prendevano misure atte a prevenire le epidemie. Lentamente, in questi organi di auto-amministrazione, sorti dalla iniziativa e dall’attività delle masse, diretti da elementi avanzati, si concentrò la direzione della vita economica, sociale e culturale.I comandi e le unità dell’Armata rossa collaboravano in tutti i modi con le forze progressiste della Germania Orientale nel rimettere ordine nell’economia, trasmettendo loro sempre più ampie funzioni amministrative, aiutandoli a risolvere i problemi della ricostruzione economica e culturale. Il 17 magio il comandante militare della Grande Berlino, generale Nikolaij Berzharin, approvò la composizione della giunta democratica di Berlino, diretta da Arthur Werner, un architetto democratico non aderente ad alcun partito. Particolare importanza ha avuto l’aiuto dell’Unione Sovietica nel campo del rifornimento di viveri alla popolazione. Già all’inizio di maggio 1945, le autorità sovietiche di occupazione avevano messo a disposizione degli abitanti di Berlino e di Dresda 96 mila tonnellate di grano, 60 mila tonnellate di patate, 50 mila capi di bestiame, zucchero, grassi e altri prodotti. L’aiuto delle autorità sovietiche di occupazione permise di passare fin dal 15 maggio a una distribuzione organizzata dei prodotti alla popolazione, secondo criteri rigidamente predeterminati.Nel caratterizzare le particolarità di quel momento e il significato dell’aiuto dei sovietici, Walter Ulbricht ha rilevato: “La popolazione della Repubblica Democratica Tedesca non dimenticherà mai l’attività pacifica e piena di abnegazione dei comandanti e ufficiali sovietici. Poco dopo essersi battuti al fronte contro le truppe fasciste essi si sono accinti ad aiutare generosamente i tedeschi, incitandoli a mettersi fiduciosamente al lavoro. I sovietici hanno portato così degnamente a compimento la loro missione liberatrice”.Il 15 giugno 1945 fu pubblicato un appello del Comitato centrale del Partito socialdemocratico tedesco nel quale si esprimeva la solidarietà del partito con la dichiarazione del partito comunista e il suo appoggio per la soluzione dei compiti della riorganizzazione postbellica della Germania, su basi democratico-antifasciste. Tuttavia, nelle file del partito socialdemocratico vi erano non poche divergenze: la direzione riformista voleva riportare il partito alle precedenti posizioni di collaborazione con la borghesia, mentre l’ala progressista riteneva necessaria una revisione delle posizioni e del programma del partito, un riesame degli errori passati, la rinuncia all’anticomunismo, la collaborazione con il partito comunista. Ben presto si formarono nel partito socialdemocratico due orientamenti, che portarono alla sua divisione organizzativa. Il 19 giugno 1945, nella zona di occupazione sovietica veniva costituito un Comitato comune del partito comunista e di quello socialdemocratico, con il che si dava inizio alla fine della scissione della classe operaia della Germania. Alla periferia si crearono comitati di unità d’azione dei due partiti.Nella Germania Orientale, nell’estate del 1945, furono costituiti due partiti democratico- borghesi: l’Unione democratico-cristiana e il Partito liberaldemocratico tedesco. Ne facevano parte rappresentanti dei ceti borghesi e piccolo-borghesi, degli intellettuali, dei funzionari. I due partiti si ponevano nei loro programmi, benché in forma molto generale, obiettivi positivi per l’edificazione democratica della Germania. Nel manifesto costitutivo dell’Unione democratico-cristiana, pubblicato il 26 giugno 1945, si riconosceva la necessità di affidare al controllo statale le posizioni chiave dell’economia. Nel manifesto del Partito liberaldemocratico, pubblicato il 5 luglio 1945, gli obiettivi erano formulate in modo meno preciso e più contenuto. Vi si parlava della necessità di conservare la “proprietà privata e una libera economia” come premessa per “lo sviluppo dell’iniziativa e per una vantaggiosa attività economica”, mentre il controllo pubblico sulle imprese veniva ammesso solo in via eccezionale.Fine prima parte - continua. (Per leggere la seconda parte, cliccare qui).Fonte: http://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/cust9l02-005613.htm