Alètheia

IL MURO DI BERLINO: MITO DELLA GUERRA FREDDA.


- A -http://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/cust9l20-005713.htmwww.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 20-10-09 - n. 291da Counter Punchwww.counterpunch.org/blum10022009.htmlTraduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione PopolareUn altro mito della guerra freddaLa caduta del Muro di Berlinodi William BlumC'è da aspettarsi che entro poche settimane molti dei media occidentali mettano in moto le loro macchine propagandistiche per commemorare il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989. Tutti i luoghi comuni della guerra fredda sul Mondo Libero contro la tirannia comunista verranno rispolverati e sentiremo per l'ennesima volta la favola del muro e di come è caduto: nel 1961, i comunisti di Berlino Est avevano costruito un muro per impedire ai propri cittadini oppressi di fuggire a Berlino Ovest e verso la libertà. Perché? Perché ai commies (gli sporchi comunisti) non piace che la gente sia libera, ai commies non piace che il popolo apprenda la "verità". Quale altra ragione poteva esserci?Innanzitutto, prima che il muro fosse costruito, migliaia di tedeschi dell'est facevano i pendolari, andando ogni giorno a lavorare nella Germania occidentale e poi tornando all'est ogni sera. Chiaramente non erano imprigionati nella Germania orientale contro la loro volontà. Il muro è stato costruito principalmente per due motivi:I poteri occidentali assillavano la Germania dell'Est con una vigorosa campagna di reclutamento diretta ai loro professionisti e ai loro lavoratori qualificati, cioè le persone che avevano ricevuto una formazione a spese del governo comunista. A lungo andare ciò ha determinato una grave crisi di mano d'opera e di produzione nella Germania orientale. Il New York Times nel 1963 corrobora questa analisi, scrivendo: "Berlino Ovest ha sofferto economicamente dalla costruzione del muro con la perdita di circa 60.000 operai qualificati, che arrivavano tutti i giorni dalle loro case in Berlino Est verso i loro posti di lavoro a Berlino Ovest". (New York Times, 27 giugno 1963, p.12)Nel corso degli anni Cinquanta, i fautori statunitensi della guerra fredda nella Germania Ovest hanno istituito una rozza campagna di sabotaggio e di sovversione contro la Germania dell'Est, ideata per ostacolare i processi economici e amministrativi del Paese. La CIA e altri servizi segreti e gruppi militari degli Stati Uniti hanno reclutato, attrezzato, addestrato e finanziato individui e gruppi di attivisti tedeschi, dell'ovest e dell'est, in modo che essi potessero compiere azioni che andavano dagli atti di terrorismo alla delinquenza minorile; qualunque cosa per rendere la vita difficile alla popolazione della Germania dell'Est e indebolire il loro sostegno al governo – qualunque cosa che metteva i commies in cattiva luce.È stata un impresa notevole. Gli Stati Uniti e i suoi agenti hanno adoperato l'esplosivo, l'incendio doloso, i cortocircuiti e altri metodi per danneggiare le centrali elettriche, i cantieri navali, i canali, le zone portuali, gli edifici pubblici, le stazioni di benzina, i trasporti pubblici, i ponti, ecc; hanno deragliato treni merci, ferendo gravemente dei lavoratori; hanno bruciato 12 vagoni di un treno e hanno distrutto i manicotti di aria compressa di altri; hanno usato degli acidi per danneggiare le macchine di vitale importanza nelle fabbriche; hanno messo della sabbia nella turbina di una fabbrica in modo che non potesse funzionare; hanno incendiato uno stabilimento dove venivano prodotte tegole; hanno istigato degli scioperi bianchi nelle fabbriche; hanno ucciso 7.000 mucche di un caseificio cooperativo con l'avvelenamento; hanno messo sapone nel latte in polvere destinato alle scuole della Germania dell'Est; alcuni sono, al momento dell'arresto, erano in possesso di una grande quantità di veleno Cantharidin, che avrebbero usato nella produzione di sigarette per avvelenare personaggi di spicco della Germania dell'Est; hanno fatto esplodere bombette puzzolenti per interrompere riunioni politiche; hanno tentato di bloccare il Festival Mondiale della Gioventù a Berlino Est, con l'invio di inviti falsi, false promesse di vitto e alloggio gratis, false comunicazioni di cancellazione, ecc; hanno aggredito i partecipanti al Festival con esplosivi, bombe incendiarie, hanno forato le gomme delle loro auto; hanno contraffatto e distribuito grandi quantità di tessere per il razionamento del cibo per creare confusione, indurre all'accaparramento di genere alimentari, e provocare risentimento; hanno contraffatto e inviato cartelle d'imposta, hanno falsificato e inviato direttive governative e altri documenti per produrre disorganizzazione e inefficienza all'interno dell'industria e nei sindacati ... tutto questo e molto altro ancora. (Cfr. Killing Hope, p.400, nota a piè pagina n. 8, per un elenco delle fonti relativi agli atti di sabotaggio e di sovversione.)Durante tutti gli anni Cinquanta, i tedeschi dell'Est e l'Unione Sovietica hanno più volte presentato denunce ai paesi occidentali, che pochi anni prima erano stati alleati dei sovietici, e alle Nazioni Unite contro degli specifici atti di sabotaggio e specifiche attività di spionaggio e hanno chiesto la chiusura degli uffici nella Germania occidentale che ritenevano responsabili, con nomi e indirizzi. Le loro denunce sono rimaste inascoltate. Inevitabilmente, i tedeschi dell'Est hanno istituito più controlli sulle persone provenienti dall'Ovest.Non dimentichiamo che l'Europa dell'Est è diventata comunista perché Hitler, con l'approvazione dei paesi occidentali, l'aveva utilizzata come strada per raggiungere l'Unione Sovietica e distruggere per sempre il bolscevismo. Alla fine della guerra i sovietici erano determinati a chiudere quella strada.Nel 1999, il giornale USA Today ha riferito: "Quando il Muro di Berlino è caduto, i tedeschi dell'Est immaginavano una vita di libertà in cui i beni di consumo sarebbero stati abbondanti e i disagi sarebbero svaniti. Dieci anni più tardi, oltre il 51% degli abitanti sostengono che erano più felici con il comunismo." (USA Today, 11 ottobre 1999, p.1.)All'incirca nello stesso periodo è nato un nuovo proverbio russo: "Se quello che dicevano i comunisti sul comunismo non era vero, tutto quello che hanno detto del capitalismo si è rivelato fondato".William Blum è l'autore di Killing Hope: US Military and CIA Interventions Since World War II (Uccidere la Speranza: gli Interventi Statunitensi Militari e Spionistici Dalla Fine della Seconda Guerra Mondiale); di Rogue State: a Guide to the World's Only Super Power (Stato Canaglia: una Guida all'Unica Superpotenza del Mondo); e di West-Bloc Dissident: a Cold War Political Memoir (Un Dissidente del Blocco Ovest: una Biografia Politica della Guerra Fredda).Si può contattarlo all'indirizzo: BBlum6 @ aol.com---------------------------------------------------------------------------- B -http://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/cust9l05-005616.htmAnna Seghers e la DDR - 1949 - 1989 – 200903/10/2009di Davide RossiEnzo Collotti ha tracciato nel '92 in una pagina del libro dedicato proprio al passaggio "Dalle due Germanie alla Germania unita" per Einaudi un ritratto brevissimo eppure preciso e puntuale di Anna Seghers e del suo rapporto con la DDR. Scrive Collotti: al VII congresso dell'unione degli scrittori della DDR, che si svolse a Berlino nel novembre del 1973, …, in Anna Seghers, amata e rispettata figura del vecchio umanesimo antifascista che era stato il sigillo primo della rinascita culturale della DDR, era presente la tensione tra una scelta ideale, che era una vera e propria scelta di vita, e il dialogo con le generazioni più giovani. Del resto la dichiarazione di identificazione con la DDR contenuta nelle parole della Seghers, insieme alla risonanza delle difficoltà che avevano rafforzato i vincoli con la DDR, era più che legittima: "con il nostro lavoro abbiamo partecipato ala costruzione del nostro stato. Con il nostro lavoro festeggiamo la sua esistenza spesso negata, spesso contestata, spesso diffamata, finalmente riconosciuta dal mondo, ora venticinquennale."Noi del centro studi, in questo anno in cui ricorrono il 60° anniversario della nascita della DDR avvenuta il 7 ottobre 1949 e il 20° della caduta del muro (9 novembre 1989), constatiamo come prevalga ancora e sempre l'atteggiamento ideologico della guerra fredda che in Occidente ha come solo obiettivo la criminalizzazione di quella esperienza e di quella nazione. È una constatazione sconfortante ma inevitabile. Berlino è stata uno dei luoghi principali della guerra fredda, il suo cuore e il suo centro. È stato anche il luogo, non solo simbolico, della vittoria dell'Occidente che ha utilizzato le armi della propaganda, del consumismo e della pubblicità per attaccare e ridicolizzare l'esperienza socialista, la quale seppur tra mille contraddizioni e difficoltà si sviluppava nell'altra parte di città che era capitale della DDR.Avremo modo di ritornare in maniera ampia e articolata, in dibattiti pubblici e in forma scritta per esprimere il nostro pensiero. Valgano - per tutte - tre considerazioni. Al di là della propaganda di allora che anche in campo ambientalista leggeva nei paesi dell'est e nella DDR dei mostri ecologici, l'emergere di analisi e ricerche serie ed approfondite sta portando ad una totale rivalutazione delle scelte ecologiche della DDR. Una legislazione stringente contro l'inquinamento, la raccolta differenziata praticata a Berlino e largamente diffusa nel resto della nazione e ad esempio allora sconosciuta a Berlino Ovest, la prevalenza del trasporto pubblico, metro, bus, treni, su quello decisamente più inquinante di automobili e automezzi privati.Secondo punto: la solidarietà internazionale, non indifferente alla luce di un presente, nel 2009, in cui le disuguaglianze tra nord e sud del mondo sono uno dei temi centrali della crisi del pianeta.La DDR sosteneva gli esuli cileni, sudamericani e di larga parte del mondo, dando loro ospitalità lavoro e accesso agli studi universitari. In Cile ancor oggi vi sono donne e uomini che vivono grazie all'integrazione della pensione che viene loro da quanto ricevuto dopo 15 anni di lavoro in DDR. Per non parlare del caffé nicaraguese, dello zucchero cubano, di una rete di scambi economici internazionali fondata sul giusto prezzo (anche in questo caso praticata ben prima della nascita in Occidente del commercio equo e solidale), sul rispetto dei popoli e sul loro diritto a poter vivere, crescere, studiare, svilupparsi senza dover emigrare.Terza considerazione, i diritti civili. Nella DDR a partire dai primissimi anni '60 si sviluppa una campagna di educazione sessuale, di rispetto della sessualità dei giovani e del loro diritto ad avere fin dalla adolescenza rapporti sessuali prematrimoniali, fatti del tutto inimmaginabili nella bacchettona Europa occidentale dell'epoca. Per non dire dei diritti alla pillola anticoncezionale, al divorzio, allora ottenibile in tempi brevi e di fatto gratuito, e all'aborto.Da ultimo doloroso per la coscienza europea, ma da ripetere e da considerare, la DDR aveva cacciato docenti, funzionari pubblici e militari nazisti, i quali hanno facilmente trovato collocazione, in molti casi, ancora nelle scuola, nelle università, nei ministeri e nell'esercito, ovviamente della Repubblica Federale Tedesca e in alcuni casi dell'Austria.L'autodifesa del 1992 di Erich Honecker, che si trova in traduzione italiana su internet http://digilander.libero.it/lajugoslaviavivra/CRJ/DOCS/honeck.html è un testo da leggere con attenzione e che in taluni passaggi sottolinea verità incontestabili.Sono quindi molte le ragioni per portare rispetto ad un'esperienza che non ha luci o ombre superiori o inferiori a quelle delle nostre democrazie, sempre più precarie nel rispetto dei diritti, civili e sociali, e che diventano del tutto imbarazzanti quando pretendono di esportare "la democrazia" a mano armata in giro per il mondo, con un fine neppure troppo occulto che è quello di impadronirsi delle materie prime di quei popoli.La DDR è stata una parte importante della storia del movimento socialista del Novecento. Noi del centro studi "Anna Seghers" cerchiamo di unire memoria e ricerca storica con la serietà, l'impegno e la determinazione che sempre più tante persone e tanti studiosi, di pensieri e orientamenti politici differenti, ci riconoscono.3 ottobre 2009Davide Rossi, direttore del Centro Studi "Anna Seghers"(www.annaseghers.it)--------------------------------------------------------------------------- C -Il muro di Karl A Karl prof. emerito della DDR C'era il Muro, mi dicevi Karl,il muro di un mondo diviso, speranza di uomini uniti. C' era il Muro, mi dicevi Karl,la dignità degli oppressi,la libertà degli uguali, la parte giusta della Storia.Il Muro in pezzi è all'astail mondo in pezzi combatte cento guerre della pace calda.I padroni del mondo offrono libertà di crepare ai dannatidella terra e galloni dorati ai loro eterni domestici,esportano la democrazia delle bombe intelligenti, mungono pozzi e gasdotticon i loro affari di morte.Colonne di nuovi schiavi alzano piramidi inutili alla gloria del Mercato,bevono illusioni e coca cola nelle miniere di cemento delle città saccheggiate, incatenati da ceppi catodici ai teleschermi di Goebbels.Avevi ragione, Karl, c'era il Muro, la dignità degli uguali, speranza di uomini uniti. Ricostruiamo il Muro, Karl, il muro degli uomini in lotta,la parte giusta della Storia. Novembre 1999 Paolo Pietrini e-mail: paulpierre @ libero.it (segnalato da A. Chiaia)