Alètheia

IL MURO DI BERLINO E WALESA. VENT'ANNI SONO TRASCORSI. SI SENTONO TUTTI, SONO TANTI E SONO PASSATI! DA UN PEZZO!


Altro che le panzane dei mass-media! Vent'anni sono trascorsi. Si sentono tutti, sono tanti e sono passati! Da un pezzo!Mettiamo alla berlina le autoreferenziali celebrazioni borghesi sulla caduta del muro di Berlino! E' passata la sbronza di quel tempo. Il capitalismo ha provocato feroci e antidemocratiche devastazioni sociali. Appare chiaro ormai come il capitalismo sia un vecchio e sgangherato carrozzone arrugginito! I Tedeschi della ex Germania orientale, secondo un recente sondaggio diffuso anche da "Il Giornale", al 57% rimpiangono le condizioni di vita della DDR. L'8% addirittura le rimpiange decisamente!Sappiamo che "Il Giornale" è un quotidiano smaccatamente anticomunista. Eppure anche le loro analisi discutibili non riescono a nascondere la situazione reale.http://www.ilgiornale.it/esteri/nostalgia_germania_comunista_allest_dicono_si/28-06-2009/articolo-id=362202-page=0-comments=1. Oggi i padroni offriranno per l'ennesima volta la loro minestrina insipida (dopo vent'anni neanche più tiepida) fatta di retorica e concertini, cercheranno ancora di abbacinare le masse popolari offrendo lo spettacolino di vetri colorati di nessun valore, così come fecero gli Statunitensi con i cosiddetti "Indiani d'America". Ma questa volta il loro tentativo di assurgere al ruolo di pastori delle masse vedrà una brusca diminuzione di soggetti disponibili a seguirli lungo i tratturi. Uno degli uomini chiamati a dar spettacolo sarà quel Walesa, al servizio di Chiesa e Paesi capitalistici occidentali, che organizzò scioperi in funzione antidemocratica, salvo poi reprimerli una volta assurto al potere.Riguardo a Walesa e a Solidarnosc, cito un articolo tratto da: http://www.resistenze.org/sito/te/po/pl/popl7d05-001310.htmwww.resistenze.org - popoli resistenti - polonia - 05-04-07 da: www.aurorarivista.itPolonia: il ruolo controrivoluzionario di SolidarnoscDavide Rossi"Solidarnosc è diventato il costruttore del capitalismo in Polonia.” La frase certo dura è ancora più pesante se si scopre che a pronunciarla è Aleksander Smolar, allora dirigente di quella formazione e inseguito consigliere del presidente della Repubblica espressione di Solidarnosc: Mazowiecki. Che cosa sia il capitalismo lo si può scoprire da un allora militante di Solidarnosc – forse oggi un po’ pentito - che non ha fatto carriera ma è rimasto ai cantieri navali di Danzica, cantieri che oggi non si chiamano più Lenin. Roman Swierszcz spiega: “Oggi i soldi sono tutto, siamo stati dimenticati e traditi, qui ai cantieri siamo rimasti in tremila e produciamo due navi l’anno, 25 anni fa eravamo 16mila e producevamo 30 navi.” Poi iniziò la stagione di Solidarnosc.In Italia allora tutti o quasi – anche a sinistra – scrivevano articoli sugli “eroici” operai polacchi. A distanza di 25 anni il giudizio su Solidarnosc può essere più sereno, non per questo meno severo. Solidarnosc e il signor Walesa che lo guidava, con i soldi del Vaticano, meglio, dei contribuenti italiani, in particolare del Banco Ambrosiano, che passavano allo IOR, Istituto per le opere religiose e banca del Vaticano e quindi in valige diplomatiche del vescovo polacco Glemp, non controllabili alle frontiere, valigie ricordiamolo fortemente volute da papa Giovanni Paolo II, ha contribuito a cambiare la politica europea. Oggi lo stato polacco non è più comunista, quando era comunista tutti avevano casa, scuola, sanità, lavoro, oggi il 18% dei cittadini di quella nazione sono disoccupati.Solidarnosc era quindi uno strumento della guerra fredda e questo lo ha sempre dimostrato, non lo si può certo ritenere un soggetto sindacale, ma della lotta politica, non a caso vince le elezioni del 1989 con la maggioranza assoluta, per poi sparire molto rapidamente, dopo aver portato appunto i polacchi nel capitalismo. La Polonia di oggi non è migliore di quella di 25 anni fa, anzi. Possiamo quindi concludere che la vittoria del gruppo politico Solidarnosc – ribadiamolo politico, non sindacale - non ha coinciso con una maggiore democrazia e una maggiore giustizia per il popolo polacco. Come vincitori della guerra fredda gli uomini di Solidarnosc si attribuiscono tuttavia questi meriti, oltre ovviamente a ritenersi i portatori della libertà nell’Europa dell’Est.Ma se la storia è scritta dai vincitori, l’analisi storica è svincolata da qualunque obbligo verso il potere, qualunque esso sia. Mi piace allora aggiungere una postilla ricordando come – almeno su un punto – i comunisti polacchi allora siano stati troppo buoni. Di fronte infatti a mesi e mesi di scioperi che procedevano con la seguente scansione giornaliera: comizio di Walesa, messa e tutti a casa per pranzo, in modo da stare in famiglia e con i figli, aiutandoli nel pomeriggio a far i compiti o portandoli al parco, bene, per tutti quei mesi il governo comunista ha continuato a pagare gli stipendi, senza effettuare trattenute per le giornate di sciopero. Oggi anche in Polonia sanno che se si sciopera si perde la retribuzione della giornata di lavoro e nella stagione del liberismo estremo a volte si perde anche il lavoro.