Io....

Post N° 38


Gioia scrive:bella la storia della gabbianella adattata e rifatta su misura ma ho i miei dubbi che la persona in questione riesca a tornare sui suoi passi cmq te lo auguro come ti auguro che un altro falco posi lo sguardo su di te ma non come gabbianella ma come un'aquila ciao GIOIAAnna risponde: (un post di risposta non basterebbe):Cara Gioia, tu mi conosci abbastanza bene e per questo mi permetto di puntualizzare il tuo post (forse lo faccio non solo per te ma anche per chiarirmi le idee su “carta” ).A me piace scrivere: mi aiuta nei momenti in cui vorrei parlare con qualcuno e non c’è nessuno che può ascoltarmi. Lo faccio da quando ero piccola e se leggi il mio sito web potrai averne conferma.La “storia della gabbianella” come la definisci tu, non è stata affatto adattata e rifatta e tanto meno su misura, ma è solo farina del mio sacco (un modo brutto secondo me per definire un qualcosa che viene creata dalla mente ma è efficace come definizione). Sicuramente, come pure succede nella musica e nelle melodie, qualcosa potrebbe riportare ad altre storie o favole, ma per me non è così te lo posso assicurare.Io parlo spesso a metafore anche nella vita quotidiana: penso che sia il modo più efficace per descrivere modi e sensazioni…o forse lo è solamente per me.Ho tre libri che tengo sempre a portata di mano e ogni tanto leggo e rileggo: l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, le Favole di Fedro e  il Gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach e forse dalle mie letture potrai un po’ comprendere il mio modo di essere e di pensare.Mi sono sempre definita un gabbiano, penso sia l’animale che più rispecchi il mio carattere e sicuramente per questo, nel mio voler esprimere il pensiero di un attimo, mi ci sono identificata.Per quanto riguarda il falco…bè non era un falco ben definito ma raggruppava un po' tutti i falchi che ho incontrato nel mio cammino anche se nel caso specifico potrebbe rispecchiare un momento della mia vita che ho appena vissuto.Per quanto riguarda la frase “ritornare sui suoi passi” posso esprimere il mio parere: tornare sui propri passi vuol dire ricommettere errori già fatti e questo è inutile e infantile.Dalle esperienze vissute si impara, si fa bagaglio di vita, e se qualche rapporto finito, o meglio in fase di stallo, potrebbe bene o male riaprirsi, dovrebbe essere ex novo, basato su proponimenti e su voglia di continuare una parte della quotidianità se pur piccola in armonia e sincerità, consci del rispetto reciproco anche se non dimentichi del passato.Io sono sempre pronta a questo: dare una seconda possibilità alle persone è sempre dovuto.Errare umanum est….e non parlo sicuramente solo del mio prossimo ma anche di me stessa, soprattutto di me stessa.Il dialogo è la base di tutto anche se per molti non è così.Per finire…..un gabbiano non potrà mai diventare un’aquila: potrebbe fingere per pochi attimi ma quello che si è realmente viene sempre a galla e io sono orgogliosa di essere gabbiano e gabbiano sarò fin che avrò la forza di esserlo.Sicuramente molti falchi poseranno lo sguardo su di me come già molti lo hanno fatto, e non solo falchi ma anche avvoltoi, gallinacci, pavoni, piccioni e chi più ne ha più ne metta….ma per me è una questione di pelle e d’istinto rispondere a quegli sguardi e ricambiarli. Non ho fretta e neppure necessità che questo accada…chi vivrà vedrà.Con questo ti abbraccio forte forte e non solamente qui ma anche dal vivo come facciamo ogni volta che ci incontriamo….a presto.Lo sai che ti voglio bene.AnnaPS: la favola di Fedro che preferisco èPeras imposuit Iuppiter nobis duas: propriis repletam vitiis post tergum dedit, alienis ante pectus suspendit gravem. Hac re videre nostra mala non possumus: alii simul delinquunt, censores sumus. Giove ci impose due bisacce: ci mise dietro quella piena dei nostri difetti, e, davanti, sul petto, quella con i difetti degli altri. Perciò non possiamo scorgere i nostri difetti, e, non appena gli altri sbagliano, siamo pronti a biasimarli.Ogni tanto la ricordo tra me e me….e rifletto!