Skizopsycho

UTO+PIA


1.Uto ha mani grandi nascoste nelle tasche ed occhi che, un tempo, sapevano guardare lontano e dentro. Uto cammina per marciapiedi sporchi, senza vedere la vita e la morte che gli scorrono intorno. Non sorride da anni, non ama da secoli. Pensa che le sole cose che ancora fanno di lui un essere vivente siano il susseguirsi involontario di un respiro dopo l’altro e la sequenza automatica di sistole e diastole.2.Pia, a dispetto del nome che porta, ha cancellato da sé ogni forma di umanità. Non intende, per puntiglio elevato a vocazione, avere più rispetto per nessuno. Nemmeno per se stessa. Tiene il fu suo cuore, come macabro souvenir di un passato cruento, dentro un liso tascapane che pende di traverso dalla spalla. Pia canta canzoni rabbiose che nessuno ricorda, e le grida così forte che le sente lei sola.3.Le signore in tailleur e i doppiopettuti impiegati storcono la bocca quando notano il cranio rasato e tatuato di Pia che, indifferente, cammina sul loro stesso marciapiede.Le massaie, cariche di sporte, e i professionisti, tutti auricolare e ventiquattrore, si scansano pur di non passare troppo vicino a un essere così selvatico com’è Uto.4.Il traffico è assordante, ma Uto sente solo il silenzio dei suoi pensieri. Disconnesso più che distratto, svolta l’angolo e le sbatte addosso.Sarebbe il perfetto inizio di un incontro d’anime, come in Kiss me Licia. - Attento a dove vai, stronzo!- Fanculo, troia!A volte, invece, uno scontro resta solo un urto.