slipperypond

Peshah.


Ho il vago ricordo dell’esistenza di almeno due tipi di Pasqua: quella cattolico-cristiana, e quella ebraica. Un mio cugino californiano -ai tempi del suo bar-mitzva- ebbe a cuore di spiegarmi che quella cristiana viene un po’ dopo a la Pasqua cattolica. Tesi oltretutto confutata da una intervista di Gad Lerner a Romano Prodi (qualche giorno fa) nella quale Lerner obbligava Prodi a fare gli auguri di buona Pasqua ebraica a tutti gli ebrei di Italia. Il problema di Prodi (una bazzecola rispetto a quelli di Berlusconi) è che si tratta di un fervente credente; in uno stato nel quale c’è un bisogno tremendo di laicità, penso di essere io l’unica figura adatta a ricoprire lo scomodo ruolo di Presidente della Repubblica. Lasciate che vi spieghi perché.Innanzi tutto (punto uno) oggi è Pasqua, e il sottoscritto non ha mangiato l’agnello ma un kebab iraniano, ponendosi così in aperta polemica con il Presidente Marcello Pera, che ribatte ogni giorno sulle radici giudaico-cristiane del paese. Posso affermare di essere un mussulmano alimentare, almeno da un paio d’anni. (Punto due) Per essere un buon presidente della Repubblica bisogna essere distaccati e oggettivi. Come prima cosa, sarei il primo presidente con il passaporto di uno stato estero (la cosa aiuterebbe) e poi ho una certa repulsione bi-partisan per numerosi esponenti di entrambi gli schieramenti. Non favorirei nessuno, poiché ostacolerei tutti. (Punto terzo) Mi potrei prenotare un posto nella storia proponendo l’entrata in guerra dell’Italia contro una qualsiasi nazione a noi storicamente nemica (tipo la Norvegia o la Lettonia) senza grossi ostacoli ideologici. Ma torniamo un attimo a parlare della Pasqua, se permettete. Sinceramente -dopo le ultime sparate del Pontefice, proiettate verso un futuro consolante da Basso Medioevo- non stento ad immaginare un domani fatto di simpatiche processioni (come avviene nelle Filippine) con uomini crocifissi sul serio, e persone che si frustano veramente. Temo sia l’unica forma di lotta ragionevole al relativismo. Se posso scegliere, però, vorrei fare il centurione che dà le scudisciate, piuttosto che l’uomo di Galilea che le prende; anche se non amo imporre le mie preferenze, e starò ai patti. In attesa di ulteriori svi-luppi, tenete gli occhi ben aperti. Takk.