slipperypond

La signora Cioni Mario.


Nei prossimi giorni mi verrà consegnato (anzi, devo andare a prenderla io) una scheda UMTS per viaggiare su Internet senza cavo a velocità spaventose. Il sistema di funzionamento è semplice: dal mio laptop parte un segnale criptato che arriva in una caverna di Seattle, dove viene smistato in due raggi più sottili, dei quali uno finisce sui resti dello Sputnik sovietico, e l’altro catalizza su di se tutte le informazioni tra terreno e stratosfera, mandando in tilt pure il servizio meteo. Costo dell’operazione, trenta euro al mese. Qualcosa -ne sono certo- andrà storto. Ad ogni modo magari sarà un bene, visto che mi spezzerebbe il cuore abbandonare il mio internet point preferito, gestito da una coppia di bangladeshesi assai efficace. Poiché è innegabile quanto le nuove generazioni di indoeuropei (guerrieri provenienti dalla fascia India-Pakistan-Afganistan-Turchia-Grecia-Albania-Istria-Italia) siano ferrate con l’informatica, oppure abilissimi improvvisatori. Gli internet-point sono diventati specchi funzionali della società nella quale viviamo, sia da un punto di vista emozionale (la grande voglia di comunicazione, certe volte caciarona, eppure sincera) e la fascinosa  amalgama di popolazioni, per buona pace della Lega. Detto questo (e mi pare una faccenda di vitale importanza) vengo a sapere proprio dalla rete che oggi si è spenta -alla tenerissima età di ottantacinque anni- la mitica Alida Valli. Il vero nome dell’attrice era più semplicemente Alida Maria Altenburger baronessa di Marckenstein e Frauenberg, e si dice che avesse scelto lo pseudonimo di Valli aprendo a caso l'elenco (chissà se anche un signor Valli -aprendo a caso l'elenco- avrebbe scelto Altenburger di Marckenstein e Frauenberg). Tutti la ricordano per le collaborazioni con Hitchcock, Risi, Visconti, Pisolini,. Bertolucci, o le esperienze teatrali sui testi di Ibsen, Pirandello, Sartre, Williams, Miller, Archibald e Marlowe, e nessuno cita la favolosa caratterizzazione della Mamma di Cioni Mario, nello struggente Berlinguer ti voglio bene, con il Roberto Benigni vero e che tutti apprezziamo (quello pre-vita è bella, autentico e sincero spirito dissacrante) targato 1977. Una prece per la bellissima signora Cioni Mario.