slipperypond

Poesie.


Una cosa che covavo da molto, e della quale avevo già parlato in una mia Bustina di Minerva del secolo scorso: girovagando per blog(s) non ho potuto fare a meno di notare la quantità di persone che scrivono poesie. È una cosa allucinante ma comprensibilissima. In teoria con la poesia ci si mette in gioco molto meno rispetto alla narrativa; è una faccenda più istintiva e -al contrario della narrativa- anche se scrivi una cagata puoi dire che si tratta di una licenza. Dal mondo dei blog (o quantomeno, dal mondo dei blog all’interno di una community) emerge il quadro di una moltitudine di persone tremendamente infelice, o al massimo gioiosa nell’autodefinirsi tale. I nick indicano una fascia d’età assai eterogenea: da Julia65 a Monica92, tutti si domandano se è troppo chiedere un abbraccio, o perché le persone si lasciano e le storie finiscono. Si tratta comunque di un universo intrigante, e specchio fedele di qualcosa. Non so cosa (penso non dell’interezza dei gggiovani) ma ignorarlo sarebbe superficiale e sciocco. Leggete poesie tremende. Takk.