CHE LA FORZA SIA

CALEIDOSCOPIC


Mi tuffo nel tuo mondo, dove sei la mia puttana. Peccato tu sia un uomo. Mettimi un cappio alla gola e portami in giro. Certi desideri vanno urlati al mondo come punti esclamativi. Ognuno ha il diritto di vivere i suoi sogni. E dentro i miei c'è una foresta. Non è mai fermo niente, si muove sempre tutto. Masse telluriche asciutte, in zolle che basculano in ondeggiamenti caldi sopra la lava. Chissà che possa scoppiare, il mondo, il mio. Chissà che ne verrebbe fuori. Sono sopra e sono sotto. Sono e non sono. Distruzione che sorge e risorge dal nulla. Si offuscano, i miei pensieri, tra le tue sigarette con più aria che tabacco dentro. Lasciami vibrare tra le tue labbra, dentro la linea sottile tra gli incisivi e la lingua. Cercami, ti prego cercami, e sbranami, tutta la notte, finchè siamo vivi, finchè c'è speranza. Ci lasceremo, all'alba, e non sarà bello. Ma lasciami infettare ancora un po'.