Pensieri e parole

NON ABBIATE PAURA


“Non abbiate paura”, è il grido d’amore di Karol Wojtyla, beato il 1 Maggio 2011Un grande uomo, un buon Papa. Amava i giovani e a loro si rivolgeva dicendo “non abbiate paura” di vivere, di soffrire, di aprire le braccia e le porte a chi cerca aiuto e conforto.
Nessuno ha potuto ignorare il grande Papa venuto dall’Est, un pastore universale che seppe confrontarsi anche con chi lo contestava aspramente. Non era un burocrate, parlava direttamente al cuore della gente senza intermediari. Pregava Wojtyla, con le parole, i gesti e il silenzio, con lo sguardo accarezzava tutto ciò che vedeva. Amava la sua Polonia anche se all’inizio del suo pontificato il governo di Varsavia lo respingeva perché ritenuto pericoloso per l’egemonia culturale. Studiò all’Università Jagellonica, partecipò alla resistenza culturale, lavorò alla cava di Zakrzowek, che oggi è un lago alla periferia di Cracovia, e poi come operaio agli stabilimenti della Solvay, per evitare il lavoro forzato in Germania. Nel 1942 chiese al cardinale Adam Stefan Sapieha di essere accettato tra i seminaristi clandestini. Le devozione per la Madonna caratterizzò tutta la sua vita, Giovanni Paolo II definì Maria “la nostra vera educatrice nel cammino della fede, l’aurora che precedette il sorgere del sole di giustizia”. Il motto episcopale di Wojtyla fu “totus tuus” che egli spiegò come appartenenza totale a Gesù per mezzo di Maria. Scriveva il Papa nella Lettera alle donne “siamo eredi di una storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e a ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignità, travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e perfino ridotta in schiavitù. Ciò le ha impedito di essere fino in fondo se stessa , e ha impoverito l’intera umanità di autentiche ricchezze spirituali”. Partendo dalla sua esperienza, il Papa che verrà beatificato, sosteneva che il lavoro non è merce-lavoro da vendere al miglior salario possibile, ma è una dignità che deve essere valorizzata e salvaguardata oltre la giusta remunerazione, il primo fondamento del valore del lavoro è l’uomo stesso e ciò che deve determinare il valore del lavoro umano non è il tipo di lavoro che si compie, ma il fatto che chi lo esegue è una persona, Laborem exercens. Nel 2005 la sua vita terrena è terminata, una folla immensa in San Pietro  assiste al suo funerale mentre il vento sfoglia le pagine del vangelo sulla bara. Poi, quando il portone della basilica fu chiuso, la piazza rimase in silenzio, ma il dono della sua vita percorre le righe di pianto di tanti che nel mondo lo amarono. E’ questa la santità.“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Solo Lui sa ‘cosa è dentro l’uomo’”.Giovanni Paolo II verrà beatificato Domenica 1 Maggio 2011 a Roma con la cerimonia di rito in Piazza San Pietro.