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Terremotati e aiuti (eventuali)


1. Il recente terremoto che ha colpito l'isola dei samurai ha causato disastri attualmente incalcolabili. E’ molto probabile che il governo di Tokyo, per riparare i danni, che sono secondi solo a quelli dell’ultima guerra mondiale, farà rientrare buona parte dei circa 3.000 mld di $ investiti nelle mura domestiche e all’estero (M.Valsania - Il Sole 24 Ore del 16 marzo 2011, p. 5).Il ritiro di questi investimenti, nella misura in cui avverrà, verosimilmente, avrà forti ripercussioni sull’economia giapponese, ma anche su quella degli stati prestatori nei confronti del Giappone.Sullo specifico farò considerazioni, quando si avranno dati concreti. Adesso mi preme fare una sola considerazione. Le conseguenze che sono attese per il dopo terremoto hanno già fatto registrare un calo verticale  del c.d. indice Nikkei. Questo indice è un numero, che esprime il valore medio della capitalizzazione della borsa di Tokyo. Dall’11 marzo al 15 marzo , due soli giorni, è calato verticalmente da quasi 10.500 a meno 8.500, con una perdita del 10,55% (cliccare sulla figura).  Fenomeno che non si era verificato neanche durante la recente crisi 2007-2009. I giapponsi e gli invstitori stranieri, dunque, hanno già subito questa perdita. Perché è successo, se in due giorni, in quel disastro, non era disponibile alcun dato ufficiale riguardo ad un qualsiasi, eventuale andamento negativo dell’economia o della finanza?A mio avviso le poche risposte sono semplici.2. Intanto ha giuocato un ruolo importante il cinismo della finanza: ‘show mast go on’, lo spettacolo (della finanza) doveva continuare, nonostante il disastro; e per continuare il teatro (la borsa) doveva essere funzionante; e così è stato.Uscendo di metafora, a borsa aperta, gli operatori locali, forse per lo shock subito, sono stati abbastanza defilati e alcuni, addirittura assenti, ma la grande speculazione internazionale (i famigerati Hedge Fund), specialmente americana ed europea, è stata presentissima, e per paura del peggio ha ‘giocato’ (e sta giocando ancora) al ribasso, sbarazzandosi il più presto possibile del c.d. portafoglio nipponico. Cioè sta vendendo a man bassa i titoli pubblici e privati comprati in Giappone, aggravando così il delicato, quanto pericoloso momento che sta vivendo qul paese.In secondo luogo una responsabilità non secondaria l'ha avuta e la sta avendo il governo che, pur consapevole di quello che sta succedendo, non ha fin’ora preso l’unico provvedimento adeguato per a frenare la possibile debacle finanziaria: la chiusura della borsa. Magari solo per qualche giorno, ma anche, eventualmente, per un periodo. Evidentemente il governo deve, in qualche modo, rendere conto ai signori della finanza. Anche in questo caso a danno di 'pantalone', perché i dollari che si spenderanno sono risparmi del popolo giapponse.3. Forse fra qualche giorni ci sentiremo interpellare per un versamento su un conto corrente, per una telefonta a qualche numero indicato da un quiz televisivo, o per qualche altro obolo a favore dei terremotati del Giappone. Se c'è qualcuno che aderisce, che sappia, almno, che altri, volendo,  avrebbero potuto far meglio e di più.