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E pensare che ci fu Orazio.


1. Nella III Satira del Libro Secondo, parlando di un non meglio identificato Staberio Orazio scrive:  ”… Gli eredi hanno inciso sulla tomba l’ammontare del patrimonio”, perché così richiesti dal defunto, pena una certa quantità di costose e inaccettabili incombenze. “A cosa, dunque, pensava (Staberio) quando volle che gli eredi scolpissero sulla pietra la somma del patrimonio?... Finché visse, credette la povertà un enorme difetto… Se gli fosse capitato di morire meno ricco, anche solo di un centesimo, gli sarebbe sembrato d’essere un buono a nulla”.Poi prosegue con un giudizio. Partendo da un paragone fra Staberio e il greco Aristippo, - anche questo non meglio sconosciuto - che durante un viaggio in nave ordinò ai suoi servi di gettare via l’oro che trasportavano, per alleggerire il carico, afferma che se il primo era da biasimare per la sua avarizia, il secondo lo era ugualmente perchè, quanto meno, dissennato.  E siccome questo giudizio gli parve un'inezia, volle spiegarsi meglio,Così.2. “Se uno compra cetre e, compratele,le raccoglie tutte assieme, senza esser dedito all’esercizio della cetra né di alcuna altra musica; e trincetti compra uno che non è calzolaio;  se uno, alieno di commercio, compra vele da nave…”, facile pensare che si tratta di pazzi.  E “… In che cosa è diverso da costoro chi conserva oro e denari e non sa trarre profitto da quel che ha messo assieme e ha paura di toccarlo come fosse sacrilegio?”  La risposta sembrerebbe scontata. E invece la gente  pensa che si tratti di comportamenti  normali perché “… la gran parte degli uomini è tormentata dal medesimo male”. E Allora?Allora, conclude Orazio, la giusta soluzione del dilemma arricchimento- depauperamento sta nel mezzo:  tu, bramoso di ricchezze, bada di non accrescerle oltre il limite di sicurezza; tu dissennato, invece, cerca di non assottigliarle senza un valida ragione.3. Mi chiedo perché, queste riflessioni, che l'accademia pur si gloria di ricordare come saggezza della cultura classica, sono, oggigiorno, sconosciute alla scienza economica moderna. La probabile risposta è che tutto il pensiero moderno o ignora la cultura classica, o semplicemente la giudica ‘roba’ del passato.Col risultato, purtroppo, che, per esmpio, i c.d. mercati sono considerati i signori dell’economia e della finanza - e che, quindi, hanno ragione a guardare alla ricchezza come ad una categoria fine a sé stessa ed in continua espansione - e le persone in carne ed ossa, che la ricchezza la producono, devono accettare di costiuire il ‘fatto residuo’ di quella espansione.Non mi sembra un grande risultato di civiltà.Non aggiungo altro. Argomentazioni più articolate su una possibile soluzione da ‘giusta misura’ della finanza moderna, sono contenute nei post precedenti, ai quali rimando.