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Rating e magistratura.


1. Tra il 10 e il 18 gennaio di quest’anno le agenzie di rating Standard and Poors’s e Fitch - a mercati aperti - hanno rilasciato informazioni su un imminente declassamento del debito pubblico italiano, che hanno provocato un forte schock di borsa. Sulla notizia, la Procura della Repubblica di Trani ha avviato indagini per abuso d’informazioni privilegiate e conseguente manipolazione del mercato. Qualche giorno fa, la stessa procura ha chiesto il rinvio a giudizio dei responsabili delle due agenzie. Quale che saranno il seguito e la conclusione del procedimento, siamo in presenza di una buona notizia: d’oggi in poi, questi strani ‘trinciagiudizi’, fin’ora non soggetti a controllo, sapranno che, almeno in Italia, dovranno rispondere almeno alla magistratura.2. Oltre a quelle nominate, con Moody’s sono tre le agenzie di rating nel mondo che, su richiesta, o di propria iniziativa, fanno valutazioni (di debiti privati, dei debiti pubblici, dell’intere economie dei paesi ecc. ecc.) sulle quali, poi, sono prese tante decisioni di politica economica: credito, investimenti, gestione di fondi pensionistici, e molte altre, anche politiche, che non è il caso di elencare partitamente. Il che lascia intendere, senza troppe spiegazioni, quanto delicata e trasparente dovrebbe essere la loro attività. E’ invece, a giudicare da tanti esempi rilevati, e censurati specialmente in America, ma anche dal caso rilevato dalla Procura di Trani, è pachidermica e oscura. L’ipotesi di reato formulata dalla magistratura è che le due agenzie hanno fatto dichiarazioni circa un imminente declassamento dell’Italia, mentre l’attività di borsa era in svolgimento. Perché le due agenzie non potevano dare in anticipo le informazioni per le quali sono indagate? Per quello che segue.3. Volendo accedere all’idea che le dichiarazioni fossero corrette nel merito, comunque erano inopportune nei tempi. Se un operatore di borsa sta trattando titoli del debito pubblico di un paese, e all’improvviso viene a conoscenza che la valutazione di quei titoli è in ribasso, è possibile che cambia strategia, e stravolge l’andamento generale delle contrattazioni, con danno per i risparmiatori? Ma c’è di più: perché dare informazioni (privilegiate) in anticipo, su ciò che dovrà succedere in futuro, quando i fatti potrebbero, poi, suggerire decisioni affatto diverse? E’ quello che la magistratura e noi cittadini abbiamo diritto di sapere.Il provvedimento giudiziario ha indotto l’agenzia Fitch a minacciare fulmini e saette: se non le saranno date assicurazioni che fatti del genere non si verificheranno in futuro, abbandonerà l’Italia. Ignara che si tratta di minacce a vuoto: il nostro sistema giurisdizionale non garantisce a nessuno, italiano, o straniero che agisce sul nostro territorio, ‘immunità d’indagine’. Anzi, proprio l’indagine è una garanzia della tutela che si cerca.4. E’ curioso che, tuttavia, che in coincidenza con l’iniziativa della Procura di Trani, ci siano state una dichiarazione del Ministro delle Finanze, e una presa di pozione della Consob (organo di vigilanza della borsa) di sapore allarmistico.Il Ministro, in una audizione della Commissione Finanze del Senato, ha dichiarato che le agenzie di rating, nel privato, hanno una funzione “giusta”, per quanto riguarda il pubblico, bisogna predisporre delle barriere contro, ma “finché non abbiamo un sistema alternativo collaudato…” non si può fare granché, senza rischiare un collasso della sorveglianza.La Consob (come da voci giornalistiche), richiesta di ritirare la licenza a Fitch, ha precisato che l’agenzia non è censurabile, in quanto avrebbe fatto soltanto una comunicazione strettamente istituzionale.Chi è la ‘suocera’ che deve intendere?