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Punto e a capo


1. JP Morgan è una delle più grandi Banche del mondo e, con un bilancio che aggira sui 4 trilioni di dollari, è un’autorità nella finanza internazionale. Quando la tristemente nota crisi economica era fatto conclamato, e il governo americano era intervenuto con migliaia di miliardi di dollari di aiuti, JP Morgan è stata messa sotto inchiesta come uno dei responsabili, e chiamata a rispondere anche di reati gravi, fra i quali le menzogne ai propri azionisti sulle reali condizioni economico-patrimoniali dell’Istituto. Dopo anni la procedura giudiziaria è approdata a un accordo con la Procura Generale, che commina alla banca una sanzione di 13 miliardi di dollari e sospende l’azione penale sia per l’Istituto, che per i vertici. In America la giustizia funziona anche così: invece di ‘perdersi in lungaggini processuali’, le parti possono accordarsi su una pena, e il processo, almeno in parte, si chiude. Tutto regolare, dunque? Per niente. Intanto c’è da osservare che l’entità della sanzione è ridicola, se solo si considera la sua incidenza sul potenziale economico della banca: 13 miliardi su 4 trilioni sono appena uno 0,0…%, una briciola. Inoltre non danneggerà i responsabili, cioè, gli amministratori, perché sarà contabilizzata come sopravvenienza passiva, e graverà sul risultato (o sui risultati) d’esercizio, vale a dire: sugli azionisti. In secondo luogo, con l’accordo, la banca non ha riconosciuto alcuna sua responsabilità. Ma quello che più inquieta è la via che è stata seguita per raggiungere il risultato: tutto è avvenuto con una telefonata dell’amministratore delegato della banca al Procuratore Generale, con la quale è stato proposto l’accordo. E telefonicamente è intervenuta l’accettazione. La formalizzazione degli atti è stata successiva. 2. Better Markets, un’organizzazione americana non profit che promuove l’interesse pubblico nell’implementazione delle leggi di riforma della finanza e del mercato dei capitali, ha scritto una lettera alla Procura Generale per auspicare che la definitiva chiusura del processo conosca la massima trasparenza. Ma null’altro, perché la ‘sconcezza’ sia in qualche modo mitigata. E l’impunità vincerà. Purtroppo con conseguenze. 3. E’ notizia mediatica di questi giorni che dalla crisi, almeno in America, si sta uscendo. Ma, come se nulla fosse accaduto, se ne sta uscendo con le stesse modalità e performance che hanno prodotto quella precedente. Scrive oggi il Sole 24 Ore che i mercati sono di nuovo gonfi di soldi, che non sanno come e dove investire, perché troppi soldi abbassano i rendimenti. Sicché la via obbligata è di nuovo quella della speculazione finanziaria pura. Ma, come sappiamo, la speculazione pura, prima o poi farà scoppiare la bolla, e, verosimilmente, sarà di nuovo crisi. Insomma, dopo tante sofferenza e sacrifici,  siamo punto e daccapo. Anche è soprattutto perché nessun responsabile è stato chiamato a pagare davvero.