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Le torsioni del FMI


1. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), per la quantità di dati di cui dispone, nel bene e nel male è un osservatorio autorevole sulla finanza internazionale. Due volte all’anno elabora e diffonde un World Economic Outlook (all’incirca: una visione prospettica dell’economia mondiale) che fornisce una informativa generale sull’economia internazionale e, indirettamente, determina le decisioni di politica economica dei paesi occidentali, e non solo. E’ scontato, quindi, che il FMI, pur non essendo istituzione governativa, ha molta voce in capitolo nella gestione delle crisi economiche. Purtroppo attraverso la dottrina dell’austerità. Molti economisti, fra i quali tanti premi nobel, sono del parere che il FMI sia la causa fondamentale del perdurare degli effetti dell’ultima crisi. E lo è con la sua dottrina che, virgola più, virgola meno, dice questo: per uscire dalla crisi bisogna fare sacrifici; quindi niente investimenti, niente misure per l’occupazione, e pazienza se la povertà aumenta; la ripresa compenserà. 2. Ebbene, sembra incredibile, ma con l’ultimo outlook il FMI è pervenuto a risultati opposti al suo credo. La debolezza degli investimenti delle imprese è una delle principali ragioni della debolezza economica globale, si legge nell’outlook. Di qui la domanda: perché le imprese non investono? La scienza economia avrebbe tante risposte, ma il FMI ne dà una propria: le imprese non investono, perché l’economia è fiacca. E l’economia è fiacca perché la stretta sui conti pubblici, e i sacrifici delle famiglie per ridurre il debito, hanno causato un freno della crescita e un conseguente depauperamento delle risorse da destinare agli investimenti. Ma come? Il FMI critica la dottrina dell’austerità? Cioè, la sua dottrina? Proprio di questo si tratterebbe, se non ci fosse un però. Ragionando sui fatti,  e intellettualmente onesto involontario, il FMI ha scoperto che la crisi è causata dalla mancanza di investimenti. Se non che questa è una verità che il FMI non può accettare sic e simpliciter, senza smentire la sua ortodossia. Perciò corre ai ripari, e la spiega con come può: in base ad un elenco di casi in cui la mancanza di investimenti è causata dal calo della domanda (per aumento delle tasse, o taglio della spesa pubblica), sostiene che la generale caduta degli investimenti è causata da taglio della spesa pubblica che frenando la domanda, li scoraggia. Così l’ortodossia, che vuole che la mancanza di investimenti sia causata dalla crisi, è salva.3. Ma che spiegazione è! Le crisi di per sé non producono calo degli investimenti; gli investimenti calano, perché le aspettative degli investitori sono negative. Quindi non è vero che non s’investe per mancanza di domanda; non s’investe proprio perché l’economia è fiacca. Per farla riprendere, bisogna investire. Prima il FMI accetta questa verità, prima facciamo del bene a noi tutti.