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Cigno nero cinese?


1. Nell’estate 2007 un cigno nero si è posato nel campo della finanza internazionale, ed è stata crisi: una crisi che in molti paesi dura ancora, e che tanta miseria ha portato anche a noi. Quest’anno un altro cigno nero sta volteggiando nei cieli della finanza, questa volta in quella cinese, e l’occidente è entrato in fibrillazione: si teme un contagio. L’immagine del cigno nero è uscita dalla penna di Nassim Nicholas Taleb, un epistemologo di origini libanesi che vive nel mondo; un cigno nero è un evento eccezionale, ma possibile. Che succede in Cina? Succede che da quando il governo ha permesso la formazione di mercati finanziari, anche in questo paese si è cominciato a credere che per arricchirsi sia più sicura la scorciatoia dei ‘giochi di borsa’, che non il lavoro produttivo. Così, improvvisati traders, prendendo a prestito denaro generosamente fornito dalle banche, paradossalmente sostenute dal governo, hanno guadagnato in borsa migliaia e, a volte, milioni di yuen, senza badare a cosa compravano e vendevano. Per imitazione, in breve in Cina sono sorti oltre novanta milioni di speculatori, che hanno contribuito a far lievitare i prodotti finanziari fino all’800% del loro valore iniziale. Ma, arrivati a questo punto, in molti hanno cominciato a chiedersi: quanto può durare? E sono corsi a vendere; per tesaurizzare i lauti guadagni conseguiti. E si sa che quando tutti vendono, le borse si sgonfiano. Ieri quella di Shangai ha perso quasi il 9%, e ne hanno risentito le borse europee, anche se con perdite molto minori; persino la borsa americana di Wall Street è andata giù. 2. Ora in occidente si temono due cose: - che i ricchi cinesi abbiano meno soldi da spendere in occidente, e le nostre aziende potrebbero subire calo dei profitti e perdite azionarie; - che gli stessi ricchi cinesi, prima di investire le loro ricchezze all’estero, ci pensino più di una volta. Il nuovo cigno nero causerà una nuova crisi finanziaria internazionale? Personalmente penso di no, perché il governo cinese sa bene come salvaguardare la propria economia. Per esempio: chiudendo alla speculazione, cioè, governando l’economia con la politica. Da noi una simile opzione non è prevista. Ma, attenzione con quali conseguenze: si insegue una ricchezza di carta, infischiandosi di milioni di disoccupati e poveri assoluti che ci sono in giro, e andando continuamente in panico quando un cigno nero si profila all’orizzonte. Davvero vogliamo questo?