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La 'discussione' fra FED e BCE


1. Il 7 dicembre scorso la Banca Centrale Europea (BCE) ha elevato il tasso d’interesse al 3,5% e dai comunicati dell’Istituto si capisce che la tendenza è al rialzo. La misura, si spiega, è stata necessaria per rallentare il surriscaldamento dell’economia del vecchio continente e bloccare così un possibile rialzo dell’inflazione.La Federal Reserve Statunitense (FED), dal canto suo, mantiene il suo tasso al 5,25% e la tendenza non è al ribasso. Il 5,25 % è un tasso oggettivamente elevato per un'econmia occidentale e lo è maggiormente per la più importante economia del mondo, ma la FED lo difende sul ragionamento che all’America, più che l’andamento dei prezzi, interessa l’aumento della disoccupazione, che conseguirebbe ad una frenata dell’economia2. All’apparenza i due Istituti seguono strategie in linea con le proprie missioni, ma – a detta di esperti – pare che siano in ‘discussione’, per usare un eufemismo, sul ruolo da assegnare alla moneta, nella politica monetaria. La FED, almeno per il momento, vorrebbe che la moneta fosse considerata variabile interna di un modello simile al suo, il solo capace di governare insieme crescita ed inflazione. La BCE, al contrario, continua a considerarla una variabile di riferimento esterna, sul presupposto che solo una regolazione della massa monetaria, bloccando sul nascere rigurgiti inflattivi, sia il giusto prius per una crescita equilibrata.3. Poiché altro non è dato sapere, tanto criptati sono gli argomenti che si spendono pubblicamente e in via riservata, possiamo accontentarci delle congetture che fanno gli esperti e pensare anche noi che, probabilmente, FED e BCE – anche se per vie diverse – stiano perseguendo, come si dice, lo stesso obiettivo, quello cioè di scongiurare possibili bolle speculative in vista? Non ci accontentiamo. Almeno finché non ci spieghiamo come il perseguimento dello stesso obiettivo è spiegato con argomenti opposti. Pensiamo invece che la FED, dopo il declino dell'amministrazione Bush – vedendo ridotte le capacità di accollare aldaltri (Cina, Giappone ecc.) i costi dell'economia americana, magari col beneplacito dei soliti noti (Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale)  – stia tentando di coinvolgere la BCE nella gestione della della politica monetaria americana.Tentativo da scongiurare, secondo noi, visto che la BCE è al servizio dell'Europa, e non dell'America.4. Bernanke, invece di parlare con Trichét, dica a Bush e ai suoi neocon di smetterla con il ‘Fondamentalismo di Mercato' e con l’economia di guerra, perché solo così l’America uscirà dal pasticcio economico in cui si è da tempo cacciata, che è pericoloso per tutti.