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Produttività e salari


1. Secondo la teoria economica, classica e non, un processo produttivo ha risultato non negativo, quando il valore (marginale) dei fattori impiegati non è maggiore del valore della loro produttività (marginale). Ne deriva che il fattore lavoro non può essere remunerato con un salario superiore al valore della sua produttività. Ne deriva, ancora, che eventuali incrementi salariali devono essere contenuti entro gli incrementi di produttività del lavoro.2. A questa filosofia eravamo stati educati. Almeno da quando ci hanno ‘insegnato’ che il costo lavoro, nel processo produttivo, non è una ‘variabile indipendente’.Non ci aspettavamo, però, che ad un aumento della produttività del fattore lavoro, dovesse corrispondere una dimunuzione dei salari. Specialmente in una società civile, democratica e liberale (sic!) come gli Stati Uniti d’America. E invece è ciò che si è verificato.3. Importanti fondazioni americane, di diverso orientamento politico (Pew Charitable Trust, American Enterprice Institute ed altre) hanno condotto uno studio dal quale è emerso che (base 100 nel 1947) nel 2005:- la produttività oraria del lavoro è salita a quasi 400;- i salari, a proco più di 250.Un bell’affare!4. Il limite dello studio, si dice, è nei dati: per poterli confrontare, sono stati considerati solo i salari della popolazione maschile; quelli del lavoro femminile del 1947 sarebbero stati poco significanti.Ma ecco le spiegazioni di quanto è emerso:- negli Stati Uniti sono cresciute la disuguaglianze nella distribuzione del reddito fra le fasce socali (Wall Street Journal);- lo studio ha riguardato solo i salari della popolazione maschile e non ha tenuto conto che a fronte di una decrescita degli stessi, c’è stato un incremento dei salari femminili (Brookings Instiution).La prima, se è stata verificata, ripete una verità di sempre: quando si tratta di migliorare le condizioni del lavoro e/o del salario, non c'è aumento di produttività che tenga.La seconda non regge: visto che nel periodo c’è stato un aumento di produttività - del lavoro maschile, per quel che si capisce - il beneficio o avrebbe dovuto tradursi in aumento dell'occupazione e/o dei salari - maschili - o avrebbe dovuto permettere l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, senza intaccare l'occupazione e/o i salari complessivi ex-ante. Visto che ciò non è stato chi ha avvantaggiato l'aumento di produttività?E' vera la prima spiegazione: ha avvantaggiato le fasce sociali forti. Da: Mario Calabresi - I figli più poveri dei padri. Addio al sogno USA del progresso - La Repubblica - 26 maggio 2007, p.21.