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Crisi economica: siamo ad una svolta.


1. Secondo i responsabili di alcune autorità monetarie, (per tutti, il governatore della Banca d’Italia), la crisi economico—finanziaria sta rallentando la corsa. Con un pizzico di ottimismo, in fondo al tunnel già si può intravedere la luce. Probabilmente è così. D’altronde la storia insegna che prima o poi le crisi finiscono. E, tuttavia, per uscire alla luce che si intravede ci vorrà ancora del tempo. Si pensa che un cambiamento vero, percettibile da lavoratori e pensionati, non si vedrà prima del prossimo anno.2. Ma, al di là delle spiegazioni  tecniche che in tanti hanno dato —  alle quali ho cercato di dare un modesto contributo — quali sono state le cause di questa crisi, quali le conseguenze, e quali rimedi sono stati adottati?Un tentativo di risposta.3. Le cause della crisi, specifiche nelle loro manifestazioni, possono essere ricondotte tutte ad una matrice unica: l’esasperata finanziarizzazione dell’attività economica, cioè, la concentrazione degli affari sulla finanza, piuttosto che sull’industria. Quando la finanza (banche, borsa, hedge found, private equity) è crollata, ha trascinato con sé l’industria (imprese produttrici).Le conseguenze ormai abbiamo imparato a conoscerle: distruzione del risparmio delle famiglia, credit crunch (sparizione del credito), fallimenti e disoccupazione.I rimedi, se si riveleranno efficaci, possono riassumersi nei massici interventi operati dagli stati e dalle loro banche centrali, tesi a fornire al sistema la liquidità (“soldi veri”) necessaria ad evitare che la crisi si trasformasse in depressione, con possibile default (insolvenza) degli stati stessi.4. Da quanto è emerso dalla recente riunione del c.d. G20 (gruppo delle più importanti economie planetarie) di Londra, allo stato, sullo scacchiere internazionale, si fronteggiano due visioni, quasi opposte, circa il modo di rafforzare gli interventi pubblici: da un lato, L’Europa è convinta che occorrono nuove regole di funzionamento della finanza, e, soprattutto, più controllo; da un altro, gli USA ed i suoi banchieri (con qualche nota dissonante del presidente Obama) ritengono che gli interventi pubblici devono mirare subito a rimettere in piedi il sistema come era  prima della crisi; solo successivamente si potrà pensare a cambiarne le regole.La soluzione definitiva è attesa per la prossima riunione del G7 (stesso gruppo di cui sopra, ristretto però alle principali potenze mondiali).Personalmente, propendo per la soluzione europea. Vedremo.5. Ma a questo punto, una curiosità. A cavallo del 19° e 20° secolo, alcuni erano dell’idea che il sistema capitalistico fosse destinato al fallimento, proprio per la sua tendenza a trasformarsi da capitale industriale in capitale finanziario. Si trattava di Marx ed Engels (Il manifesto del partito comunista) e di Lenin (L’imperialismo, fase suprema del capitalismo). Che avessero ragione loro?