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Il gomitolo di primavera.


1. ‘Il Sole 24 Ore’, il più autorevole quotidiano economico italiano, ha promosso un dibattito fra esperti sui seguenti interrogativi: “Chi e che cosa hanno innescato la turbolenza prima su borse e banche, poi nella vita di tutti noi? Quali regole e quali riforme sono necessarie agli istituti finanziari, alle banche centrali ed ai paesi perché la tempesta perfetta non si ripeta?”. Il primo ad intervere è stato Guido Tabellini, rettore dell’Università ‘Bocconi’ di Milano ( articolo del  7 maggio 2009);  gli altri,  non meno autorevoli, (Stiglitz, Fitoussi, Greenspan, Alesina, ma ancora tanti altri noti e meno noti delle Università di tutto il mondo e dell’imprenditoria) sono intervenuti  nei giorni successivi.Il logo del dibattito è stato quello che si vede nella foto: un gomitolo. Come dire: esperti, trovate il bandolo.2. Desideroso di sapere se veramente ci sono risposte utili ai quesiti posti in discussione,  ho ho letto tutti gli interventi. A lettura ultimata ho concluso che il dibattito è stato poco più di un’esercitazione accademica. Nella quale ognuno ha esposto il proprio pensiero, e non tanto sulla crisi e su come se ne esce, quanto sul funzionamento del sistema capitalistico tout-court:  tante singole lezioni, che raramente hanno assunto e discusso tesi di altri e dalle quali è difficile estrarre idee da considerare condivise e, pertanto, convincenti. Con un  risultato, quanto meno prevedibile: una contrapposizione fra liberisti (Rubini, Geenspan, Alesina) e liberalisti (stiglitz, Fitoussi). I primi, convinti che la crisi è stata generata dal mancato rispetto delle regole di mercato da parte della politica e che il mercato la risolverà con le sue forze; i secondi, sostenitori della tesi che la crisi è stata generata da un uso distorto (truffaldino?) delle regole di mercato e che, per uscirne, occorrono un massiccio intervento degli stati e regole meno aggirabili. 3. Nessuno di loro ha pensato che forse la crisi che ancora non ci ha lasciati - e quelle precedenti  -  possano essere proprie del sistema capitalistico, cioè del sistema di mercato e che, perciò, possano essere sempre in agguato. E, di conseguenza, nessuno di loro ha pensato  che per ‘uscire dalle crisi’, occorra un ‘intervento nel sistema’.  Io, senza essere un grande esperto, lo penso e voglio affermarlo:  per scongiurare nuove crisi economiche, più o meno devastanti, bisogna dotare i mercati di regole che li rendano capaci di produrre  e impiegare la liquidità necessaria per suo funzionamento all’interno del processo produttivo. Il che equivale a dire che la liquidità deve divntare una variabile endogena del sistema e non più un gioco speculativo ‘a latere’, senza fini e confini. Fino a quando la liquidità non diventerà l’ancella dell’economia reale, ogni qual volta interferirà con essa, lo farà senza regole, senza, cioè, precisi meccanismi di integrazione. E finirà per distruggerla. Come è successo nel 2008.4. Ma tant’è. Se è vero che adesso è pubblicato il volume dal titolo: “Lezioni per il futuro” e sottotitolo “Le idee per battere la crisi” – Edizioni Il Sole 24 Ore, che contiene gli interventi del dibattito.  Evidentemente si ritiene che per le crisi basta la pubblicazione di atti di un'esercitazione accademica, senza che nessuno indichi precise misure risolutive. In attesa della crisi prossima ventura.