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Meglio tardi...


1. Sui giornali di ieri si potevano leggere tre tipi di articoli, per molti aspetti, superficiali:- la crisi è finita e la ripresa è in vista già per il quarto trimestre di questo anno;- le grandi banche fanno affari con il trading (leggi compravendita di prodotti finanziari in borsa);- siamo fuori dalla crisi, ma la disoccupazione non diminuisce, anzi, in certe realtà, aumenta ancora.La superficialità sta nel fatto che i contenuti, pur ricchi di numeri assoluti, percentuali ecc., si ignoravano vicendevolmente. (Chi sostiene che la crisi è finita, sa che la disccupazione mondiale è altissima? Chi dice che la banche fanno affari, sa che gli affari delle banche da soli non scongiureranno la crisi? Sa che forse ne preparano una nuova?). Inoltre, i loro autori non spiegavano in che senso la crisi può considerarsi finita, perché le banche cercano gli affari nel trading e perché, nonostante la fine della crisi, l'occupazione non ne trae giovamento.2. Ma è solo superficialità? Non credo. Più verosimilmente non si vuole spiegare che si sta puntualmente verificando quello che tanti temevano.Dopo i fiumi di denaro dati dagli stati e dalle banche centrali alle banche d'effari, queste, anziché riaprire i rubinetti del credito alle imprese, per far ripartire gli investimenti e, quindi l’occupazione, hanno ricominciato allegramente a giocare in borsa, facendo salire le quotazioni e lucrando grossi profitti.  Finanziari, naturalmente. Si dà il caso che i profitti finanziari, sicuramente fanno crescere il PIL, ma la mancanza di nuovi investimenti non fa crescere l’occupazione. Sicché la ripresa di cui si parla è una ripresa che favorisce le grandi banche, ma continua a lasciare i disoccupati con le pezze al sedere come, o peggio di prima.3. Ciò che più indigna è che chi si occupa di economia, giornalisti compresi, agisce, parla e scrive dei problemi, senza sentire più il minimo bisogno di sapere da dove originano, e se interessano, o no, la gente in carne ed ossa. E’, questa, una vergogna alla quale non mi voglio più associare: non scriverò più neanche una riga che possa riguardare problemi e/o fatti economici. Le risposte che cercavo quando ho cominciato ad occuparmene a livello di studi, me le aveva già date un pensatore di un secolo fa: l’economia liberista, o, più politically correct, liberale, è una scienza di contrabbando, per legittimare l’arricchimento dei ricchi e l’impoverimento dei poveri. Peccato che da un certo punto in poi della mia vita non ho più voluto dargli credito. 4. Ma, come si dice: meglio tardi…