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Recessione ed economisti.


1. Da alcuni indizi è possibile desumere che, in questo scorcio d’estate, iI gota dell’economia si stia occupando della paura che la gente s’allontani dal credo del liberismo economico, con conseguenze che potrebbero essere imprevedibili. Il primo indizio è la scoperta e, conseguente proposizione, di un libro scritto alcuni anni fa dallo sconosciuto J.Parsson, (La morte della moneta) che sostanzialmente scopre l’acqua calda: in presenza di una enorme liquidità, come è stata per esempio quella verificata nel periodo immediatamente precedente la Repubblica di Weimar, se c’è la corsa alla spesa, c’è un concreto pericolo che l’inflazione s’impenni. Siccome oggi c’è in giro una liquidità enorme, il rimando al libro di Parsson non può significare altro che un avvertimento: attenzione a come la si utilizza. E ci vuol poco a capire che, secondo gli ‘avvertitori’, la liquidità deve continuare ad alimentare i mercati finanziari. Guai, se si pensa ad una diversa destinazione: si avrebbe un’inflazione ingovernabile.Un altro indizio è l’iniziativa de ‘Il Sole 24 Ore’, che ha dato incarico ad alcuni esperti di avanzare idee su come si esce da questa crisi, che sembra andare al di là di ogni previsione. Non mi soffermo sulle cose dette, perché sono state tante, ed hanno spaziato su tutto e il contrario di tutto. Elenco alcuni titoli degli argomenti svolti dai curatori: ‘Una crisi non compresa’, ‘Dalla finanza al crack delle banche’, ‘Dalle Banche alla bufera degli stati’, ‘Nuove bolle crescono’; tutte ottime esercitazioni accademiche, che, però, sfuggono ad una FAQ (Frequently Asked Question) di cruciale importanza: se in questa crisi ha avuto un ruolo l’elemento personale (economisti, banchieri, agenzie di rating), almeno come possibile concausa.2. Noi profani abbiamo sempre pensato di si. Ma siamo rimasti a parlarne, inascoltati, sui marciapiedi delle nostre città, o al massimo su qualche blog di ‘rottura’. Quando abbiamo visto che la crisi si esprimeva al massimo, con disoccupati e licenziamenti in tutte le parti del mondo, e banche, hedge fund, private equity, facevano affari, abbiamo pensato che erano quest’ultimi ad aver ‘montato’ la crisi, per lucrarci sopra.Forse la nostra era un’idea rozza, ma il pensiero  di un grande premio nobel per l’economia, Joseph Stiglitz, poggiato su studi e ricerche di spessore, che nulla hanno a che fare con la semplice accademia, ci corregge solo dando scientificità della spiegazione.Lo scienziato dice che è in corso “lo scambio di accuse su chi è responsabile della peggiore recessione mondiale dai tempi della grande depressione” : è stata la finanza (borse, banche, assicurazione, hedge fund,private equità) incapace di gestire il rischio, o sono stati i regolatori (governi, banche centrali ecc.) a non fermarli in tempo?A questi interrogativi risponde lui (Il Sole 24 Ore - 21 agosto 2010) : “Una parte non indifferente della colpa spetta agli economisti di professione. Perché, anche nel momento maggiore del caos finanziario del periodo estate 2007-estate 2009, hanno continuato a sostenere che l’efficienza del libero mercato, prima o poi, avrebbe portato ad un riequilibrio. Su queste assicurazioni i regolatori si sono astenuti da ogni regola e la finanza ha continuato indisturbata a rischiare, nella folle corsa che l’ha portata all’autodistruzione. Eppure, erano osservabili fenomeni che davano altre indicazioni. Quando le  banche davano incentivi smisurati ai propri amministratori per gonfiare i profitti, e questi  moltiplicavano il rischio qualcuno si poteva, se non si doveva, chiedere quale sarebbe stato in risultato finale di simili comportamenti, irrazionali anche per un’economia liberista. 3. Gli argomenti svolti da Stiglitz per sostenere queste tesi sono complessi, e non è il caso di riferirne i contenuti in un blog da dilettante.La conclusione, però, è importante. I mercati efficienti, razionali perché sostenuti dalla famosa ‘mano invisibile’ di smittiana memoria, non esistono. Per le seguenti semplici ragioni:- i mercati sono efficienti, se sono razionali e sono razionali se garantiscono informazioni simmetriche, il che si verifica quando tutti gli operatori hanno le stesse informazioni;- in caso d’ informazioni asimmetriche i mercati non sono razionali;- se irrazionali, i mercati non possono essere efficienti;- la mano invisibile è tale semplicemente perché, in caso di mercati irrzionali, non esiste. Per spiegazioni nuove occorre una nuova idea di mercato, un nuovo paradigma. 4. Economisti, accademici e non, al lavoro dunque.