“Ti chiamo nei prossimi giorni”. Se lo dice qualcuno che incontro “in società”, vuol dire (mi ci sono voluti anni per farmene una ragione): “Addio fino al prossimo incontro”. Se lo dice qualcuno con cui ho un rapporto di lavoro, vuol dire: “Ti chiamo quando avrò bisogno di te”. Se lo dice qualcuno con cui ho un rapporto di amicizia, vuol dire: “Ti chiamo quando ne avrò voglia”. Se lo dice qualcuno con cui ho un rapporto sentimentale, vuol dire: “Se non chiami tu, buonanotte”. Nessuno si sente più responsabile di quello che dice: snobismo, calcolo, egocentrismo e vigliaccheria, uniformando categorie intellettuali e classi sociali, hanno fatto delle parole un titolo senza più credito alla borsa del significato.Patrizia Valduga
Se penso
“Ti chiamo nei prossimi giorni”. Se lo dice qualcuno che incontro “in società”, vuol dire (mi ci sono voluti anni per farmene una ragione): “Addio fino al prossimo incontro”. Se lo dice qualcuno con cui ho un rapporto di lavoro, vuol dire: “Ti chiamo quando avrò bisogno di te”. Se lo dice qualcuno con cui ho un rapporto di amicizia, vuol dire: “Ti chiamo quando ne avrò voglia”. Se lo dice qualcuno con cui ho un rapporto sentimentale, vuol dire: “Se non chiami tu, buonanotte”. Nessuno si sente più responsabile di quello che dice: snobismo, calcolo, egocentrismo e vigliaccheria, uniformando categorie intellettuali e classi sociali, hanno fatto delle parole un titolo senza più credito alla borsa del significato.Patrizia Valduga