Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
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LA RIVISTA TELEMATICA
Siamo Socialisti convinti che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia ormai assunto i caratteri di una vera e propria crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzie sociali finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza attorno a cui l’occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
Riteniamo quindi che la Sinistra democratica debba necessariamente rivedere la propria impostazione culturale e programmatica, non più adeguata alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo finanziario a livello globale,recuperando una concezione del riformismo socialista nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, in grado di individuare un diverso modello di sviluppo,diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
Questo percorso deve essere perseguito attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra, essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione inevitabile tra chi proviene dal socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
La nostra rivista telematica di discussione e di approfondimento vuole essere uno strumento utile a questo progetto di ricostruzione della Sinistra.
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Una socialdemocrazia globale
Post n°129 pubblicato il 02 Aprile 2009 da socialismoesinistra
Nei periodi di crisi economica, puntualmente, all’interno della sinistra, si ripropone l’interrogativo se la crisi sia una delle crisi cicliche del capitalismo, oppure se essa sia di gravità tale da giustificare una diagnosi di totale collasso del capitalismo e, quindi, la ricerca di una fuoruscita dal capitalismo verso un sistema economico diverso; talora si è esplicitamente parlato di transizione al socialismo. Negli anni ’70 - dopo lo choc petrolifero seguito alla guerra del Kippur e nel pieno dell’inflazione a due cifre - questo dilemma fu apparentemente sciolto dal PSI. Apparentemente, perché quella prospettiva fu accettata come una lontana ipotesi, non praticabile nell’immediato, da un personale politico che, per la maggior parte coinvolto nella gestione del potere centrale e nell’amministrazione dei poteri locali, ormai non sapeva più ragionare in termini di lotta e di opposizione. Infatti, il congresso di Roma del marzo 1976 proclamò la linea dell’alternativa di sinistra come fase di transizione al socialismo autogestionario, imperniata su profonde riforme di struttura della società italiana, ma la batosta elettorale del successivo 20 giugno fece svanire le suggestioni mitterrandiane e ci fece ripiombare rovinosamente nella dura realtà politica italiana, da cui il movimento socialista rischiava, già allora, di scomparire. Oggi come allora il pericolo è quello di scambiare un desiderio, un sogno, una speranza soggettivi, anche se diffusi, con una situazione oggettiva. In questo atteggiamento mentale c’è anche un residuo delle concezioni di quei pensatori (come Hegel, Comte, Marx) che consideravano la storia un susseguirsi di fasi con caratteri ben definiti, quasi degli organismi sociali animati da una vita propria. Invece, secondo la concezioni storiografiche più recenti, come quella di Fernand Braudel, i cambiamenti storici seguono ritmi diversi: accanto alla “storia evenemenziale”, quella delle battaglie e delle personalità, c’è la “storia di lunga durata”, quella dei mutamenti nell’economia e nella vita materiale, caratterizzata dalla lentezza delle trasformazioni. In questa visuale, il termine “capitalismo” perde le connotazioni di condanna moralistica di cui si è caricato per effetto della polemica politica; e viene a designare una forma di organizzazione economica che si è sviluppata ed evoluta da almeno quattro secoli e che ancora oggi, usando un’espressione di Giorgio Ruffolo, “ha i secoli contati”, nel senso che dovremo convivere a lungo con questo meccanismo di produzione della ricchezza. Il capitalismo ha enormi doti di elasticità e di adattabilità alle situazioni più diverse, grazie alle quali è sempre riuscito, in un modo o nell’altro, ad uscire dalle proprie crisi. E dopo Keynes le tecniche di contrasto delle crisi economiche, elaborate dagli economisti, si sono affinate. Perciò questa crisi non è la crisi definitiva del sistema, ma si presenta con un’estensione più ampia e con più forza rispetto a quelle che l’hanno preceduta perché ormai il capitalismo abbraccia tutto il mondo e lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione accelera la velocità di propagazione dei fenomeni economici sul pianeta. Una forza socialista deve preoccuparsi dei costi sociali che la crisi fa ricadere sui lavoratori e le loro famiglie in termini di perdita dei posti di lavoro e di impoverimento generale. Essa deve agire, pertanto, come un elemento di stabilizzazione promuovendo l’intervento diretto del potere pubblico nel sistema economico. Le concezioni liberiste si sono rivelate, una volta di più, fallaci. Non esiste una mano invisibile che regola i mercati e li riporta automaticamente all’equilibrio. In questa crisi è stato subito evidente che era necessario un intervento del potere politico, espressione dell’interesse generale, per fissare regole e stanziamenti di capitali pubblici a correzione delle distorsioni create dalle manovre spericolate di molti operatori finanziari. Su questi principi generali c’è accordo per quanto riguarda la dimensione dello Stato-nazione, anche se continuano a sussistere divergenze sugli strumenti da utilizzare e sulle quantità di denaro pubblico da immettere nell’economia. Ma la dimensione planetaria dell’economia capitalistica richiede ormai la costruzione di un sistema di “governance” dell’economia mondiale che riproduca, su scala sovra-nazionale, il compromesso socialdemocratico tra potere pubblico e “animal spirits” del capitalismo. Come dice uno slogan del think-tank laburista “Policy Network”, vicino al ministro Peter Mandelson (di cui il compagno Gatti ha analizzato le posizioni nel precedente post n. 117), è necessaria una socialdemocrazia globale (“a global social-democracy”). Un potere pubblico internazionale, basato su di un’architettura istituzionale tutta da inventare, con una distribuzione di poteri tra governi, espressione diretta della volontà popolare dei singoli Stati, ed organizzazioni internazionali (FMI, Banca Nondiale, ecc) sull’esempio delle relazioni tra i singoli organi che l’Unione Europea ha formalizzato in base alla sua pluridecennale esperienza. In questo quadro, l’Internazionale Socialista è chiamata ad un salto di qualità della propria azione; non dovrà più essere soltanto un organismo di collegamento tra partiti fratelli, ma dovrà agire come soggetto politico globale che affronta problemi globali, perché intrecciate alle questioni economiche portate alla ribalta dalla crisi esistono drammatiche condizioni di sfruttamento del lavoro e dei minori e di disprezzo dei più elementari diritti dell’uomo. Nicolino Corrado Direttivo della Federazione PS di Imperia
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SOCIALISMO E ANTIFASCISMO
Rodolfo Morandi
Il Socialismo dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Da un'antica ferita ad una prossima resurrezione di Carlo Felici
L'assassinio dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Un appello di Carlo Rosselli ai comunisti che sembra scritto ieri di Carlo Felici
Non una somma di etichette ma un insieme di valori di Carlo Felici
Sull'attualità del 25 Aprile di Luca Fantò
La Festa d'Aprile di Nicolino Corrado
Sembra scritta da poco, anzi, pochissimo di Carlo Felici
Il Centro socialista interno (1934-1939)- appunti per un dibattito su antifascismo e unità di classe di Marco Zanier
parte prima
parte seconda
parte terza
parte quarta
parte quinta
MARXIANA
Karl Marx
Costituzione, neoliberismo, nuove povertà di Marco Foroni
Sulle teorie del valore di Renato Gatti
Le crisi di Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Globalizzazione i compiti della Sinistra di Franco Bartolomei
note del Coordinamento del Forum di SocialismoeSinistra
La crisi e i suoi rimedi di Renato Gatti
Al papa sarebbe necessario un poco di marxismo di Leonardo Boff
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
L’anticipazione del nostro tempo. Marx, la sinistra e il recupero delle solidità di Marco Foroni
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MARXIANA .
Karl Marx
Karl Kautsky ed Otto Bauer: due grandi maestri del socialismo dimenticati. Giuliano Amato: un maestro del non-socialismo da dimenticare di Giuseppe Giudice
Ragionando su Marx e Kautsky di Renato Gatti
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I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Francesco De Martino
La risorgiva socialista di Carlo Felici
Eppure il vento soffia ancora di Carlo Felici
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
Willy Brandt Verso un nuovo ordine mondiale di Leopold Sédar Senghor note del Coordinamento del Forum SocialismoeSinistra La guerra infinita di Giorgio Pesce
Noam Chomsky - "Pirati e imperatori"- la guerra al terrorismo e le ipocrisie dell'Occidente di Marcella Guidoni
Il sogno americano del "socialista" Barack Obama di Nicolino Corrado
Le responsabilità e il dovere del Socialismo Europeo di Franco Bartolomei
Una socialdemocrazia globale di Nicolino Corrado
Di fronte alla crisi mondiale, tre sfide per la socialdemocrazia di Kevin Rudd
Appuntamento a Pittsburgh di Renato Gatti
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Riccardo Lombardi
Dopo il crollo del comunismo non ha più senso il dividersi tra socialisti e comunisti di Giuseppe Giudice
Ricominciare da Labriola di Carlo Felici
Berlinguer e Craxi: due progetti falliti, una sinistra distrutta di Giuseppe Giudice
Socialisti, l'anello debole ma inestimabile della sinistra italiana di Carlo Felici
I caratteri della crisi ed il compito dei Socialisti di Franco Bartolomei
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
Riccardo Lombardi: il riformismo come metodo democratico di trasformazione Socialista dei rapporti economici e sociali di Franco Bartolomei
Breve nota sul contingente gattopardesco di Carlo Felici
L'infinito e disperato salvataggio delle capre e dei cavoli di Carlo Felici
Angelo Ciufo - in ricordo di un amico, in memoria di un compagno di Stefano Pierpaoli
Documento programmatico dell'Associazione "Nuova Sinistra per il Socialismo" di Angelo Ciufo
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PER COSTRUIRE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
I Nuclei Aziendali di Sinistra e Libertà di Marco Zanier
Avrà successo "Sinistra e Libertà"? di Gioacchino Assogna
I doveri della sinistra italiana di Franco Bartolomei
Io su Sinistra e Libertà la penso così di Luca Fantò
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Libertà, e non solo per uno di Carlo Felici
Le elezioni europee di Gioacchino Assogna
Il grano e il loglio della Sinistra documento scritto da socialisti iscritti o senza tessera e da elettori si Sinistra e Libertà
Un nuovo sole contro l'arsenico e i vecchi merletti di Carlo Felici
Una nuova Sinistra per l'Italia è un sogno realizzabile? di Michele Ferro
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L'Associazione SocialismoeSinistra, ispirandosi ai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, persegue la promozione dei valori di libertà, di solidarietà e di eguaglianza nella vita politica, sociale e culturale del Paese.
L’Associazione considera il principio della laicità dello Stato e della libertà nelle professioni religiose, affermato dalla Costituzione, un valore di riferimento a cui ispirare la propria azione politica, ed intende perseguire la effettiva affermazione del principio di legalità, nel quadro dei valori costituzionali, quale elemento fondamentale di una riforma democratica dello Stato che restituisca ai cittadini della Repubblica la certezza nella legittimità, nella imparzialità, e nella correttezza della sua attività amministrativa ad ogni livello.
L'Associazione SocialismoeSinistra fonda la propria azione politica sulla convinzione che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia assunto i caratteri di una crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzia sociale finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza liberiste, neoconservatrici e tecnocratiche attorno a cui l’Occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene che la Sinistra italiana debba necessariamente ripensare la propria impostazione culturale e programmatica rispetto alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo a livello globale, recuperando appieno una concezione del riformismo socialista fondata sulla affermazione della superiorità del momento della decisione politica rispetto alla centralità degli interessi del mercato, nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, ed in grado di individuare un diverso modello di sviluppo, diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene quindi che questo nuovo percorso politico passi attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione tra coloro che provengono dalle file del socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
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