Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
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LA RIVISTA TELEMATICA
Siamo Socialisti convinti che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia ormai assunto i caratteri di una vera e propria crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzie sociali finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza attorno a cui l’occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
Riteniamo quindi che la Sinistra democratica debba necessariamente rivedere la propria impostazione culturale e programmatica, non più adeguata alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo finanziario a livello globale,recuperando una concezione del riformismo socialista nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, in grado di individuare un diverso modello di sviluppo,diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
Questo percorso deve essere perseguito attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra, essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione inevitabile tra chi proviene dal socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
La nostra rivista telematica di discussione e di approfondimento vuole essere uno strumento utile a questo progetto di ricostruzione della Sinistra.
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La risorgiva socialista
Post n°191 pubblicato il 16 Giugno 2009 da socialismoesinistra
Le elezioni europee sono appena terminate e già spuntano le giaculatorie e i “de profundis” dedicati alla fine del socialismo, titoli come “Postsocialismo” “l’uguaglianza al tramonto”. Citazioni come “Sinistra e socialismo sono stati a lungo sinonimi, ora non più” di Bobbio, “Il socialismo può essere messo in pratica solo con metodi che i socialisti stessi disapprovano” F.von Hayek oppure “La democrazia cerca uguaglianza attraverso la libertà, il socialismo per mezzo della schiavitù” Tocqueville. Sono quei giornali che, naturalmente, vorrebbero seppellire definitivamente nella storia uno dei più grandi principi ideali e morali che hanno mai ispirato l’umanità, solo in base a delle risultanze elettorali che dimostrano solo la disaffezione dell’elettorato rispetto ad una idea di Europa che cozza per definizione contro ogni tentativo di applicare modelli di integrazione etnica ed ogni intento di controllo dell’economia, per impedire che debordi in pericolose speculazioni, proprio a causa di una intrinseca debolezza ed incapacità decisionale, dovuta alla cronica mancanza di una sinergia di intenti politici. Evidentemente, in una situazione in cui le strutture sovranazionali rivelano tutta la loro debolezza, non possono che affermarsi di nuovo le politiche nazionali tese alla tutela di interessi identitari e protezionistici. Quelle con cui lo Stato interviene in maniera decisa anche per mano di governi di destra, che però fanno pagare il costo di questi interventi di “salvataggio” solo alle stesse categorie di cittadini, scaricandone gli oneri solo su chi è destinato alla precarizzazione e alla mancanza progressiva di tutele sociali e di servizi pubblici. Ciò avviene d’altra parte parallelamente all’esaltazione, mediante il ruolo dei media sempre più pilotati e dipendenti dagli oligopoli che li finanziano, del merito inteso solo come iniziativa individuale, come autolegittimazione necessitata dal “si salvi chi può” mediante una progressiva desertificazione morale, politica e conseguentemente anche istituzionale che rende i vuoti di legalità e di impunità sempre più ampi, fino ai vertici degli Stati. Fino a legiferare con il consenso dei parlamenti eletti dal popolo, l’impunità come necessità di governo. Ecco allora che il Socialismo torna ad essere una speranza eversiva, come lo fu quando nacque, pur avendo subito le più perniciose mutazioni genetiche, durante la sua crescita e il suo sviluppo, a causa della sua cronica incapacità di essere pragmatico, di unire gli uomini in base all’analisi della diversificazione delle contingenze, e per i loro effettivi bisogni, piuttosto che in nome delle utopie o delle eresie. Oggi dunque il Socialismo ha di fronte a sé una ulteriore mutazione e una nuova frontiera, che si apre in base a due principi essenziali: l’azione riferita alle necessità del contingente in senso concreto e pragmatico e la inflessibile tenuta morale, e cioè la consapevolezza che il principio di uguaglianza non può che partire dalle condizioni che rendono disuguali le persone, e da una forte spinta necessitante, di tipo morale, a rimuoverle. Lo disse con chiarezza Carlo Rosselli ed oggi tali parole sono ancora di estrema attualità: “il Socialismo nel suo significato più sostanziale..è liberalismo in azione, è libertà che si fa per la povera gente” Non è pensabile dunque che tal principio possa venire meno in un’ epoca ed in un mondo in cui le disparità e le disuguaglianze aumentano esponenzialmente non solo tra i paesi ricchi e quelli poveri, ma anche e sempre più rapidamente negli stessi paesi ricchi, e gli USA ne sono un esempio clamoroso. Evidentemente sono in crisi irreversibile solo due modelli di socialismo: quello basato soltanto sul pragmatismo di tipo blairiano e direi anche craxiano che, in nome del conseguimento di determinati obiettivi di governo e di potere, ha sacrificato abbondantemente i suoi principi ideali e morali, e sia quello basato soltanto sul predominio dell’ideologia, con l’assurda pretesa che una casta di partito ne potesse essere l’unica immutabile ed eterna depositaria. Oggi c’è necessità di coniugare liberalismo e socialismo come asseriva Rosselli perché “Il liberalismo è la forza ideale ispiratrice, il socialismo la forza pratica realizzatrice” Questa rivoluzione copernicana che fu prefigurata da un vero e proprio profeta del socialismo umanitario, e che per questo, per la sua potente forza eversiva, fu condannato ed è condannato tuttora alla “damnatio memoriae”, con i suoi testi che ormai si trovano solo nelle biblioteche o nelle librerie antiquarie, è oggi la sola via che l’umanità ha davanti per scongiurare il baratro dell’autodistruzione. Perché l’insorgere di nuovi nazionalismi, il prefigurarsi di monopoli inossidabili tesi all’incremento a fini indeterminati del profitto, con i mezzi più feroci dello sfruttamento schiavistico e della distruzione sistematica dell’ambiente, se non troveranno un argine e una contromisura efficace, ci porteranno diritti verso il baratro di altre guerre ancora più rovinose e verso l’annientamento della biodiversità e delle culture indigene. Anche verso la perdita delle culture e dei valori su cui sono cresciuti e maturati i popoli, perché il nuovo nazionalismo che tenta di prefigurarsi non è culturale ma ideologico, e soprattutto teso verso forme nuove e più subdole e feroci di espansione imperialistica. E’ barbarie molto peggiore di quella antica, perché disumanamente tecnocratica. Il valore del socialismo attuale è dunque quello dell’umanesimo gramsciano, quello della convivenza basata sul rispetto delle diversità e sulla inflessibile forza necessitante delle regole legalitarie. Come diceva Gramsci infatti “La filosofia della praxis continua la filosofia dell’immanenza, ma la depura di tutto il suo apparato metafisico e la conduce sul terreno concreto della storia”. Oggi abbiamo bisogno di quel pragmatismo che non ci fossilizza sulla difesa ad oltranza dei nomi o delle etichette politiche, ma che ci proietta verso l’immanenza del fare “per” e del fare “con”, che ci spinge a coniugare regole e principi morali con la condivisione della loro attuazione per scongiurare la disperazione dell’ “homo homini lupus”, la convulsione del “bellum omnium contra omnes”, di quel tutti contro tutti, in nome di una lotta per la sopravvivenza in cui la prima a soccombere è l’humanitas: la dignità e la libertà della persona umana. Il Socialismo è dunque oggi una risorgiva che inevitabilmente rappresenta una sfida per le nostre coscienze e può essere rimesso in moto a livello internazionale, colpendo i paradisi fiscali, ponendo regole determinate all’incremento indeterminato dei monopoli, tassando le speculazioni sui grandi capitali e soprattutto attuando norme vincolanti per tutto il mondo del lavoro, o arginando il dilagare delle delocalizzazioni in cerca di luoghi sempre più brutali di sfruttamento della manodopera. E anche a livello nazionale, ripristinando regole sui conflitti di interesse, migliorando i servizi, favorendo la concorrenza a scapito dei cartelli monopolistici e incrementando la virtuosità della partecipazione statale alla gestione dell’economia con uno Stato non clientelare, ma fatto da cittadini premiati secondo i loro effettivi meriti di servizio. Ben presto finirà l’illusione che ci si possa salvare sempre legandosi stretti al carro del più ricco e del più potente, o contando solo sulle proprie forze, perché i margini di salvezza e di autonomia si stanno restringendo sempre di più assieme agli eventuali destinatari. Il disagio carsico prima o poi troverà il muro impermeabile della mancanza di mezzi per sopravvivere e della disperazione di non poter vedere più alcun futuro, questo fiume in piena sta già avvicinandosi rapidamente alla sua meta. E allora non potrà che riemergere, più in alto, alla luce di un nuovo sole dell’avvenire. C.F. |
SOCIALISMO E ANTIFASCISMO
Rodolfo Morandi
Il Socialismo dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Da un'antica ferita ad una prossima resurrezione di Carlo Felici
L'assassinio dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Un appello di Carlo Rosselli ai comunisti che sembra scritto ieri di Carlo Felici
Non una somma di etichette ma un insieme di valori di Carlo Felici
Sull'attualità del 25 Aprile di Luca Fantò
La Festa d'Aprile di Nicolino Corrado
Sembra scritta da poco, anzi, pochissimo di Carlo Felici
Il Centro socialista interno (1934-1939)- appunti per un dibattito su antifascismo e unità di classe di Marco Zanier
parte prima
parte seconda
parte terza
parte quarta
parte quinta
MARXIANA
Karl Marx
Costituzione, neoliberismo, nuove povertà di Marco Foroni
Sulle teorie del valore di Renato Gatti
Le crisi di Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Globalizzazione i compiti della Sinistra di Franco Bartolomei
note del Coordinamento del Forum di SocialismoeSinistra
La crisi e i suoi rimedi di Renato Gatti
Al papa sarebbe necessario un poco di marxismo di Leonardo Boff
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
L’anticipazione del nostro tempo. Marx, la sinistra e il recupero delle solidità di Marco Foroni
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MARXIANA .
Karl Marx
Karl Kautsky ed Otto Bauer: due grandi maestri del socialismo dimenticati. Giuliano Amato: un maestro del non-socialismo da dimenticare di Giuseppe Giudice
Ragionando su Marx e Kautsky di Renato Gatti
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I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Francesco De Martino
La risorgiva socialista di Carlo Felici
Eppure il vento soffia ancora di Carlo Felici
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
Willy Brandt Verso un nuovo ordine mondiale di Leopold Sédar Senghor note del Coordinamento del Forum SocialismoeSinistra La guerra infinita di Giorgio Pesce
Noam Chomsky - "Pirati e imperatori"- la guerra al terrorismo e le ipocrisie dell'Occidente di Marcella Guidoni
Il sogno americano del "socialista" Barack Obama di Nicolino Corrado
Le responsabilità e il dovere del Socialismo Europeo di Franco Bartolomei
Una socialdemocrazia globale di Nicolino Corrado
Di fronte alla crisi mondiale, tre sfide per la socialdemocrazia di Kevin Rudd
Appuntamento a Pittsburgh di Renato Gatti
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Riccardo Lombardi
Dopo il crollo del comunismo non ha più senso il dividersi tra socialisti e comunisti di Giuseppe Giudice
Ricominciare da Labriola di Carlo Felici
Berlinguer e Craxi: due progetti falliti, una sinistra distrutta di Giuseppe Giudice
Socialisti, l'anello debole ma inestimabile della sinistra italiana di Carlo Felici
I caratteri della crisi ed il compito dei Socialisti di Franco Bartolomei
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
Riccardo Lombardi: il riformismo come metodo democratico di trasformazione Socialista dei rapporti economici e sociali di Franco Bartolomei
Breve nota sul contingente gattopardesco di Carlo Felici
L'infinito e disperato salvataggio delle capre e dei cavoli di Carlo Felici
Angelo Ciufo - in ricordo di un amico, in memoria di un compagno di Stefano Pierpaoli
Documento programmatico dell'Associazione "Nuova Sinistra per il Socialismo" di Angelo Ciufo
Giacomo Matteotti ammi- nistratore pubblico di Marco Zanier
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PER COSTRUIRE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
I Nuclei Aziendali di Sinistra e Libertà di Marco Zanier
Avrà successo "Sinistra e Libertà"? di Gioacchino Assogna
I doveri della sinistra italiana di Franco Bartolomei
Io su Sinistra e Libertà la penso così di Luca Fantò
"Sinistra e libertà" il fuituro del Socialismo italiano di Franco Bartolomei
Socialismo e Libertà di Carlo Felici
Le tre fasi del socialismo di Renato Gatti
Libertà, e non solo per uno di Carlo Felici
Le elezioni europee di Gioacchino Assogna
Il grano e il loglio della Sinistra documento scritto da socialisti iscritti o senza tessera e da elettori si Sinistra e Libertà
Un nuovo sole contro l'arsenico e i vecchi merletti di Carlo Felici
Una nuova Sinistra per l'Italia è un sogno realizzabile? di Michele Ferro
PER COSTRUIRE SINISTRAECOLOGIA LIBERTA'
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L'Associazione SocialismoeSinistra, ispirandosi ai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, persegue la promozione dei valori di libertà, di solidarietà e di eguaglianza nella vita politica, sociale e culturale del Paese.
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L'Associazione SocialismoeSinistra fonda la propria azione politica sulla convinzione che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia assunto i caratteri di una crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzia sociale finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza liberiste, neoconservatrici e tecnocratiche attorno a cui l’Occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
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