Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
 

 

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Il grano e il loglio della Sinistra.

Post n°207 pubblicato il 25 Giugno 2009 da socialismoesinistra

Accogliamo e volentieri pubblichiamo l'appello di alcuni compagni alla direzione nazionale, per una svolta progettuale nel disegno politico di Sinistra e Libertà

Coordinamento del Forum di SocialismoeSinistra




DOCUMENTO SULLO STATO DEL PS, PROMOSSO DA ISCRITTI, DA SOCIALISTI SENZA TESSERA E DA ELETTORI DI SINISTRA E LIBERTA'.

Cari amici e compagni,

Il risultato del 3.12 raggiunto alle elezioni europee dalla lista "Sinistra e Libertà" è insieme il classico bicchiere contemporaneamente mezzo pieno e mezzo vuoto.
Mezzo pieno per l'ottimo risultato ottenuto in poche settimane di campagna elettorale senza alcun sostegno da parte del "sistema" di potere mediatico-oligopolico.
Mezzo vuoto per l'atteggiamento da remi in barca dimostrato da ampi strati del Partito Socialista, sia nelle realtà locali (dove ad es. a fronte di liste amministrative dove eravamo presenti come PS in presenza anche di liste di "Sinistra per" o in liste civiche, i risultati delle europee sono sempre stati al di sotto e in alcuni casi, molto al di sotto, dei risultati amministrativi) sia in maniera più eclatante e incomprensibile da parte dei principali dirigenti nazionali che hanno preferito non esporsi nella competizione, a partire dall'attuale Segretario Nazionale.

Sottolineiamo questo fatto evidente, nella convinzione che se avessimo dimostrato un impegno più generoso, avremmo potuto forse superare la soglia di sbarramento.
Detto questo, facciamo i ns. più sentiti complimenti ai compagni che si sono battuti con passione sui territori e che hanno conseguito risultati onorevoli anche se non pienamente soddisfacenti per i motivi sopra esposti.
I ns. 3 candidati di punta, Locatelli, Di Lello e Battilocchio, non hanno sfigurato affatto nella competizione, anzi stanno a dimostrare che un elettorato socialista ben radicato nel paese esiste ancora e ha certo voglia di contribuire alla rinascita democratica in Italia, a partire dalla ricostituzione di una chiara e riconoscibile forza di sinistra, laica, socialista, ambientalista.

Se avessimo superato la soglia autocratica imposta dal duopolio veltrusconiano, avremmo mandato in Europa, rappresentanti equamente distribuiti tra le componenti che hanno formato SL.
Sepp Kusstatscher per i Verdi, Giuliana Sgrena per il GUE, Claudio Fava e Marco Di Lello nel PSE/ASDE.
Ciò dimostra con la forza dei numeri, la bontà e la fattibilità di proseguire su questa strada.

Non è solo una questione di formule elettorali che ci impone però di guardare al futuro del socialismo italiano, che non potrà che continuare a vivere e a crescere soltanto attraverso la contaminazione delle tante storie che compongono il panorama della sinistra italiana. Ecco perché i socialisti non devono temere di partecipare a questa nuova (e imprevista) possibilità di portare la propria cultura autenticamente riformista a disposizione di un progetto più ampio respiro politico. La battaglia della autonomia e dell'autosufficienza è stata tentata nell'ultimo biennio ma non può più bastare, la posta democratica in gioco e i continui "aggiustamenti" di leggi in esclusivo favore di chi le promuove e di chi le avalla, ci impone di unirci ai soggetti politici a noi più affini. Pur se il cantiere di SL è soltanto agli inizi, dobbiamo mettere a disposizione tutti noi stessi, perché cresca, si rafforzi e rappresenti presto, una concreta alternativa a questa c.d. II Repubblica, che forse non riesce nemmeno ad essere una pseudo-Repubblica!

I fenomeni della globalizzazione hanno messo a nudo la debolezza della politica di fronte all'organizzazione o soltanto al dilagare del potere finanziario internazionale, a scapito dell'economia e delle principali regole democratiche che possono essere salvaguardate oggi e sempre, soltanto dal controllo pubblico e dalla redistribuzione delle risorse.
Quando ciò non avviene, ci troviamo improvvisamente indifesi contro le cicliche tempeste speculative mondiali, che possono ormai essere studiate e decise, da un sempre più ristretto numero di soggetti, che travalicando le leggi nazionali ed internazionali, operano a tutto campo sfruttando appunto, la mancanza di una politica mondiale che regoli e controlli le dinamiche del capitalismo globalizzato.

Come sistema paese, siamo ancora più indifesi rispetto ad altri cittadini dell'occidente democratico, a causa sia di fattori storicizzati come l'uso del debito pubblico per garantire la sopravvivenza di un apparato burocratico/amministrativo che non ha eguali per sperpero di risorse economiche e malfunzionamento almeno a livello G20; sia per la mancata risoluzione delle dinamiche consociative tra i diversi poteri che sono emerse nel periodo di "tangentopoli" e che si sono aggravate con l'avvento dell'era berlusconiana-ulivista, dalla quale proprio i socialisti hanno pagato il prezzo più alto sia in termini di errori strategici, sia di successiva inconsistenza politica che si riverberano ancora oggi massicciamente e negativamente, sulle dinamiche attuali del PS.

Constatiamo inoltre l'aumento di attività criminali di chiaro impianto mafioso anche in settori meno "tradizionali" come nelle imprese quotate in borsa, nelle banche, nella finanza, negli enti locali del centro-nord. Anche se stando ai principali organi d'informazione, dai dibattiti del Governo e buona parte dell'opposizione, parrebbe che i problemi del paese siano ben altri.
La cronaca nera ha subito un potente maquillage verso il rosa, e la tendenza dei gruppi d'informazione controllati dal Premier, ha ormai contagiato anche la TV pubblica.
La principale impresa industriale privata italiana (sarebbe meglio dire semi-pubblica da quanto denaro e risorse è costata ai contribuenti) si è lanciata negli ultimi tempi in frenetiche attività di shopping nel settore auto internazionale, e nonostante si produca nel territorio nazionale assai meno di quello che si importi, la conseguenza annunciata, sarà un'ulteriore perdita non solo di posti di lavoro, ma di interi impianti industriali, con tutta la loro rete collaterale di piccole aziende altamente specializzate. Ma come, si chiede l'uomo della strada, la FIAT ha sempre goduto di condizioni privilegiate da parte della Stato, che ha contribuito massicciamente a tapparne i buchi nei non rari momenti di crisi, ed oggi parrebbero spuntate chissà come, energie (anche finanziarie) tali da poter acquisire intere aziende di rilevanza mondiale.
E questo senza che il Governo (impegnato com'è tra ronde, barconi e gossip) sia stato in grado di intervenire tempestivamente con il gruppo di Torino, per chiedere fermamente l'intangibilità della produzione italiana del settore.
Su questi fronti ci dovremo impegnare più seriamente di quanto non è stato fatto finora non solo dal partito, ma dall'intero arco politico. Si continua impunemente a far privatizzare gli utili dei grandi gruppi economici nazionali e a socializzarne le perdite. La vicenda Alitalia è stata soltanto, quella più eclatante degli ultimi tempi.

Solo intervenendo sulle principali cause dell'impoverimento costante del paese (non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto culturale) potremo poi mettere in atto politiche di giustizia, di libertà, di equità e di civiltà, politiche vale a dire di chiara matrice socialista.
Se gli ultimi e i penultimi hanno voltato le spalle da anni alla sinistra è perché questa ha voltato per prima le spalle alla sua storia e alle sue radici, inseguendo da una parte (la nostra) inutili tentativi istituzionalistici con numeri insufficienti a qualsiasi incidenza, oppure continuando a raccontare storie di purezza e superiorità morale e ideologica di una sinistra che non solo non c'è più, ma probabilmente non c'è mai stata.

Riguardo alle alleanze future, dobbiamo naturalmente essere interessati a tutto ciò che accade nel PD, sforzandoci da sinistra di farne emergere le notevoli contaddizioni che di fatto, lo hanno reso un partito immobile più che il perno dell'alternativa al berlusconismo. Nessuna indulgenza però, laddove non venga svolta una severa autocritica sulla disastrosa conduzione veltroniana. L'aver deciso inoltre il PSE di allargare al PD (non stiamo qui a discuterne le ragioni) l'eurogruppo, denominandolo ASDE, non ci può da solo indurre a ritenere che la transizione socialdemocratica del PD stesso, sia già in atto. Vedremo e valuteremo.

Riguardo ai radicali, riteniamo che quel partito (vero e proprio antesignano degli attuali partiti-azienda) fintanto che Pannella ne sarà il padre-padrone, non rappresenti il vecchio, bensì il vecchissimo della politica e le sue attività frutto di mestieranti più che di veri compagni della tradizione radicale che per temi, movimentismo e simboli di solito in europa militano nei partiti socialisti. Coerenza vorrebbe che quando si annunciano le battaglie contro "lo strapotere partitocratico" non si sfruttino indebitamente e strumentalmente simboli del dolore universale quali la stella gialla, e non si finisca invece per avvantaggiare proprio coloro che a parole si dice di voler combattere.
Questo non toglie che laddove ci siano convergenze con singoli o circoli di area radicale, rispetto ai nostri programmi, siano i benvenuti. Il problema non è la base radicale con la quale vorremmo continuare a condurre comuni battaglie di civiltà, ma essenzialmente una dirigenza dirigista e inamovibile, fattore questo contrario ai nostri principi fondanti.


Oggi le due vere novità dello scenario politico, sono Sinistra e Libertà e le decine di migliaia di giovani che seguono Beppe Grillo, i quali hanno dato vita a molte liste comunali e che alle europee hanno decretato il successo dell'IDV (che viceversa sarebbe stato grazie ai limiti di Di Pietro, già sul viale del tramonto) riversando migliaia di preferenze verso Sonia Alfano e Luigi De Magistris. Con questa schiuma emergente e ribollente dobbiamo confrontarci e relazionarci, non già con i dinosauri di quella casta incancrenita che vorrebbero afferrarci e riportarci nel passato. E questo vale appunto anche per coloro che solo a parole, dicono da tanto, troppo tempo, di voler abbattere regimi, che essi stessi instaurano.

Abbiamo inoltre il compito di tornare ad essere credibili, proprio grazie alle modalità organizzative che sceglieremo, coniugando l'esigenze di verticalizzazione proprie delle organizzazioni, con quelle orizzantali proprie della partecipazione democratica. C'è una enorme fascia di scontento, specialmente nell'elettorato potenzialmente di sinistra, che si esprime col non voto o con scelte estreme tipo Lega.
A questi compagni e concittadini dobbiamo restituire la fiducia in una organizzazione politica che in tutto il mondo non è solo rappresentanza ma anche istanza di condivisione e fratellanza.

Cosa vogliamo?
Innanzitutto riportare le capacità, il merito e gli effettivi meccanismi di selezione democratica al centro del nostro agire sia nelle istituzioni in cui siamo presenti, sia all'interno del Partito che non può continuare ad essere gestito nel modo attuale, appesantito dalle recenti eredità figlie di liturgie vecchie e senza più politicamente, niente da dire.
Troppo pressappochismo e troppa navigazione a vista (senza una particolare "vista") che ci ha riempito e resi attoniti in questi mesi di comunicati e di iniziative spesso velleitarie (se non addirittura contrastanti tra di loro) senza alcun esito concreto nei fatti. Non vogliamo qui elencare una penosa lista che siamo certi ognuno di voi ha già stilato nel suo pensiero e nel suo giudizio, ci soffermiamo soltanto su come è stata condotta l'operazione SL e la successiva campagna elettorale che a nostro avviso, non ha messo in moto tutto il potenziale socialista (spesso più al di fuori che dentro all'attuale PS) grazie ad una serie di errori personali e politici anche del segretario ma non solo, a partire dalla sua mancata candidatura assieme a quella di altri esponenti di rilievo, o per la strana compilazione delle liste che non ha visto ad es. la ns. Presidente dell'Internazionale femminile, Pia Locatelli, capolista nella sua circoscrizione, oppure nel caso dell'europarlamentare uscente Battilocchio, messo all'ottavo posto nella sua, per non tacere delle scarse performances in termini di preferenze europee e comunali ottenute in città importanti come Firenze e Bologna.
Craxi e Nencini, non avrebbero dovuto lasciare sguarnite le circoscrizioni Isole e Nord-Est, dalla presenza concreta di un candidato socialista, offrendosi per primi nel pur gravoso impegno della campagna nei due collegi più difficili, sia per le oggettive condizioni di difficoltà, sia per la situazione di salute non eccellente del Segretario. I nostri padri e i nostri nonni, non avrebbero scelto di non battersi, e hanno dimostrato ampiamento di averlo fatto più che degnamente, in situazioni assai più gravi e pericolose che non già una competizione elettorale!

Già le elezioni regionali di Abruzzo e Sardegna avevano dimostrato l'incapacità della gestione post-costituente dell'attuale segreteria, che lasciava ancora spazio alle faide locali, senza saper imporre una coraggiosa linea unitaria, al di fuori della quale mettere in discussione chi da circa 20 anni, ritiene di poter fare il bello e il cattivo tempo nelle regioni, senza contraddittorio o vere elezioni democratiche degli organismi. La stessa presentazione del simbolo del PS nei grandi comuni e nelle province, senza dare una chiara indicazione di formare solo liste di SL, ha contribuito ulteriormente a disorientare la base socialista che si è trovata costretta a scegliere tra due opzioni entrambe favoribili, non trovando poi il simbolo PS alle europee e facendo mancare (forse anche per protesta) il proprio sostegno alla lista SL.

Per questo chiediamo che sia discusso nelle opportune sedi il presente documento, che chiede:

1) Una chiara autocritica dell'attuale segreteria, per le motivazioni esposte ed evidenziate nel presente documento, invitandola ad impegnarsi principalmente nelle prossime settimane, nella gestione del processo federativo con le altre componenti di SL, più chi vorrà in seguito aderire.
2) La convocazione di un congresso straordinario che sancisca in maniera definitiva che sugli accordi ( grazie anche al quasi milione di voti presi) non ci si possa permettere di tornare indietro. Su questa base, eleggere i nuovi organismi del Partito, in base al vigente statuto.
3) Che venga considerata l'opportunità di utilizzare il sistema della doppia tessera per un periodo di prova minimo di 2 anni.
4) Che si avvii rapidamente l'individuazione dei criteri per le liste ed i programmi per le regionali 2010, dove venga ben chiarito che tutti i fondatori di SL, si impegnano a presentare soltanto liste unitarie, con il simbolo attuale o che verrà eventualmente deciso nel congresso costitutivo.
5) Impegnare i socialisti a garantire l'effettiva partecipazione democratica dal basso del nuovo soggetto di SL, a partire dalle associazioni (o sezioni) comunali col criterio iscrizione=voto contestuale per eleggere i rappresentanti comunali che eleggeranno quelli provinciali, quelli provinciali i regionali e così via. Un ritorno all'antico insomma, che contrasti la tendenza ai "partiti liquidi" che tanto danno hanno arrecato alla sinistra, e al sistema democratico nel suo insieme.
6) Costituire una fondazione che si occupi di tutelare il patrimonio letterario, i fondi, la produzione politica, i simboli del Partito Socialista Italiano nelle sue varie denominazioni e quant'altro utile alla conservazione di un patrimonio culturale insostituibile, che ci auguriamo formi il piedistallo sul quale costruire il nuovo soggetto politico unitario.
Su di un celebre libro vi era scritto: "MA L'IDEA CHE E' IN ME, NON MUORE MAI" Quel libro non solo va conservato con onore e riguardo in una bella teca, ma va reso accessibile soprattutto per le generazioni future!

Separare il grano dal loglio è operazione quanto mai necessaria, per riaprire spazi che parevano chiudersi per un lunghissimo periodo per la presenza e la cultura socialista.

Certi di una precisa considerazione da parte degli organismi e dei singoli militanti, Vi ringraziamo per l'attenzione.

Alessandro Silvestri (Pisa)
Elena Ronconi (Ancona)
Rodolfo Smeraldi (Roma)
Carlo Locci (Cagliari)
Gino Di Maro (Milano)
Luciano Montauti (Livorno)
Francesca Baggiani (Livorno)
Erika Montauti (Livorno)
Alessandro Paolini (Livorno)
Filippo Bovo (Pisa)

 
 
 
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L’Associazione considera il principio della laicità dello Stato e della libertà nelle professioni religiose, affermato dalla Costituzione, un valore di riferimento a cui ispirare la propria azione politica, ed intende perseguire la  effettiva affermazione del principio di legalità, nel quadro dei valori costituzionali, quale elemento fondamentale di una riforma democratica dello Stato che restituisca ai cittadini della Repubblica la certezza nella legittimità, nella imparzialità, e nella correttezza della sua attività amministrativa ad ogni livello.
L'Associazione SocialismoeSinistra fonda la propria azione politica sulla convinzione che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia assunto i caratteri di una crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzia sociale finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza liberiste, neoconservatrici e tecnocratiche attorno a cui l’Occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene che la Sinistra italiana debba necessariamente ripensare la propria impostazione culturale e programmatica rispetto alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo a livello globale, recuperando appieno una concezione del riformismo socialista fondata sulla affermazione della superiorità del momento della decisione politica rispetto alla centralità degli interessi del mercato, nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, ed in grado di individuare un diverso modello di sviluppo, diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene quindi che questo nuovo percorso politico passi attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione tra coloro che provengono dalle file del socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
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