Socialismo

Il golpe cileno, laboratorio di neoliberismo, di Marco Foroni


Il golpe cileno di Pinochet dell'11 settembre 1973 fu il primo esperimento nella Storia di creazione di uno Stato e di una economia neoliberista.Fu il colpo di stato contro il governo della sinistra democraticamente eletto di Salvador Allende, organizzato dalle élite economiche nazionali, che si sentivano minacciate dalla politica socialista promossa dal presidente, con l’appoggio delle grandi corporation americane, della CIA e del segretario di Stato Henry Kissinger.Insieme agli assassini e ai torturatori golpisti dell'esercito cileno, scesero in campo gli economisti detti Chicago boys della scuola monetarista di Milton Friedman, inviati dagli Stati Uniti al dittatore Pinochet come consulenti economici, con il fine esplicito si ridisegnare le linee di politica economica e sociale che, nei decenni a venire, influenzarono in modo decisivo le politiche economiche dei Paese occidentali, le cosiddette democrazie liberal-democratiche. Dal paese sudamericano, il laboratorio cileno, doveva partire la dimostrazione della capacità del neoliberismo di risolvere i problemi delle crisi e, grazie all'eliminazione della democrazia, del contenimento delle libertà sindacali e delle rivendicazioni partecipative delle classi lavoratrici, vincendo la recessione e le lotte sociali. Venne intrapreso un programma di drastiche privatizzazioni: della sanità, della scuola, di aziende e beni pubblici dello Stato; si procedette alla riforma del mercato del lavoro che rese flessibile la forza lavoro, alla completa apertura alla libera circolazione dei capitali, in entrata ed in uscita.Con il conseguente risultato, questo l'obiettivo prioritario, di ottenere classi sociali abbienti minoritarie sempre più ricche, la marginalizzazione della classe operaia, l'impoverimento dei ceti medi e intellettuali, l'aumento drastico della disoccupazione e l'abbattimento dei salari e degli stipendi. In Cile le minoranze etniche locali, i Mapuche, furono brutalmente espropriate della terra, dei beni comuni, e brutalmente ghettizzate.Nasce l'11 settembre di quarantuno anni quello che oggi viene definito il mercato, declinato come la sola ed unica ragione e religione. Il mantra del pensiero unico, del modello economico e di "sviluppo" senza alternativa, per il quale oggi nella Europa dei diritti negati milioni di persone, di disoccupati, di giovani pagano il prezzo più alto; quello della precarietà della vita.Marco Foroni